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Discorso di Nelson Mandela a Londra per la Campagna
MDG
“Enduring Freedom:” Abuses by U.S. Forces in
Afghanistan »
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(Project for the New American Century ,
PNAC) |
Oggi, l’America ha a portata
di mano un’opportunità strategica senza precedenti. Non
esiste nessun’altra superpotenza rivale in grado di
sfidarla; può contare su alleati ricchi, potenti e
democratici in ogni parte del mondo; attraversa la più lunga
fase d’espansione economica della sua storia; i suoi
principi politici ed economici vengono abbracciati pressoché
universalmente. Mai, in nessun altro periodo storico,
l’ordine internazionale è stato così favorevole agli
interessi ed agli ideali americani. La sfida per il nuovo
secolo è preservare e accrescere questa ‘pace americana’.
Estratto dal “Progetto per il nuovo secolo americano”
(Project for the New American Century, PNAC) Traduzione
a cura dei TpP - Traduttori per la pace |
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RICOSTRUIRE LE DIFESE DELL’AMERICA
Strategie, forze e risorse per un nuovo secolo
Un rapporto del “Progetto per il nuovo secolo americano”
(settembre 2000)
Estratto dalla “Dichiarazione di
intenti” del Progetto
Costituitosi nel 1997, il PNAC è
un’organizzazione accademica senza fini di lucro, il cui
obiettivo è la promozione della supremazia globale degli
Stati uniti. Il Progetto nasce per iniziativa del New
Citizenship Project. William Kristol ne è il presidente,
Robert Kagan, Devon Gaffney Cross, Bruce P. Jackson e John
Bolton ricoprono la carica di direttori. Gary Schmitt è il
direttore esecutivo del Progetto.
“All’avvicinarsi della fine del XX secolo,
gli Stati uniti sono la potenza principale su scala globale.
Dopo aver guidato l’Occidente alla vittoria nella guerra
fredda, l’America si trova ad affrontare un’opportunità ed
una sfida. Ma gli Stati uniti hanno la lungimiranza
necessaria ad avvantaggiarsi dei risultati ottenuti nei
decenni trascorsi? Hanno la risolutezza necessaria a
forgiare un nuovo secolo favorevole ai principi ed agli
interessi americani? “[Abbiamo bisogno] di forze armate
potenti in grado di affrontare le sfide attuali e future; di
una politica estera che promuova espressamente e con
determinazione i princìpi americani all’estero; di una
leadership nazionale in grado di assumersi le responsabilità
globali degli Stati uniti. Naturalmente, gli Stati uniti
devono essere prudenti nell’esercizio del potere. Ma non
possiamo evitare le responsabilità della supremazia globale
ed i costi associati al suo esercizio. L’America ha un ruolo
vitale nel mantenimento della pace e della sicurezza in
Europa, in Asia e nel Medio oriente. Sottraendoci alle
nostre responsabilità, favoriamo le sfide ai nostri
interessi fondamentali. La storia del XX secolo dovrebbe
averci insegnato che è importante determinare le circostanze
prima che esplodano le crisi, ed affrontare le minacce prima
che diventino disastrose. La storia di questo secolo
dovrebbe averci insegnato ad abbracciare la causa della
supremazia americana.”
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CONCLUSIONI PRINCIPALI |
Questo rapporto trae origine dalla
convinzione che gli Stati uniti dovrebbero cercare di
preservare e rafforzare la loro supremazia globale
mantenendo la superiorità delle proprie forze armate. Oggi,
l’America ha a portata di mano un’opportunità strategica
senza precedenti. Non esiste nessun’altra superpotenza
rivale in grado di sfidarla; può contare su alleati ricchi,
potenti e democratici in ogni parte del mondo; attraversa la
più lunga fase d’espansione economica della sua storia; i
suoi principi politici ed economici vengono abbracciati
pressoché universalmente. Mai, in nessun altro periodo
storico, l’ordine internazionale è stato così favorevole
agli interessi ed agli ideali americani. La sfida per il
nuovo secolo è preservare e accrescere questa ‘pace
americana’.
Tuttavia, questa opportunità andrà perduta se
gli Stati uniti non conserveranno sufficiente forza
militare. E in effetti, nel decennio appena trascorso, il
fallimento nello stabilire una strategia di sicurezza
rispondente alle nuove realtà e nel fornire risorse adeguate
all’intera gamma di missioni necessarie per esercitare la
supremazia globale statunitense ha messo sempre più a
rischio la pace americana. Il presente rapporto ha
l’obiettivo di definire queste necessità. In particolare,
occorre: |
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STABILIRE QUATTRO MISSIONI FONDAMENTALI
per le forze armate statunitensi: - difendere il territorio
americano; - combattere e vincere risolutivamente e
simultaneamente in molteplici guerre di teatro; - assolvere
agli obblighi di “polizia internazionale” associati alla
costruzione della sicurezza nelle aree critiche del pianeta;
- trasformare le forze armate statunitensi per approfittare
dell’attuale “rivoluzione negli affari militari”;
Per adempiere queste missioni fondamentali, è
necessario fornire forza sufficiente e allocare adeguate
risorse finanziarie. In particolare, gli Stati uniti devono: |
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MANTENERE LA SUPERIORITÀ
STRATEGICA NUCLEARE, con un potenziale di deterrenza
basato su una valutazione globale che tenga conto anche di
tutte le potenziali minacce nucleari, sia presenti sia
future, e non del solo equilibrio Usa - Russia. |
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RIPORTARE GLI EFFETTIVI
DELLE FORZE ARMATE all’incirca ai livelli previsti
dall’amministrazione Bush nel Base Force, ossia un
incremento dell’organico in servizio da 1,4 a 1,6 milioni di
unità. |
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RIPOSIZIONARE LE FORZE
ARMATE USA per rispondere al nuovo assetto strategico
del XXI secolo, ridislocando le basi permanenti nell’Europa
sudorientale e nel sud-est asiatico e modificando l’attuale
schieramento delle unità navali per tenere conto delle
crescenti preoccupazioni strategiche statunitensi nell’Asia
orientale. |
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MODERNIZZARE SELETTIVAMENTE
L’APPARATO MILITARE, portando avanti il programma F-22 e
incrementando gli acquisti di velivoli di aviotrasporto e di
supporto elettronico; ampliando la flotta di unità navali di
superficie e sottomarine; acquistando elicotteri Comanche e
veicoli di media stazza per l’Esercito e velivoli tilt-rotor
V-22 Osprey per il corpo dei Marine. |
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CANCELLARE I PROGRAMMI
“ROADBLOCK” come il Joint Strike Fighter, la portaerei
CVX e il sistema a obice Crusader, che assorbirebbero
percentuali esorbitanti dei fondi a disposizione del
Pentagono senza apportare significativi miglioramenti alle
attuali potenzialità. I risparmi derivanti dalla
cancellazione di questi programmi dovrebbero essere
utilizzati per accelerare il processo di trasformazione
delle forze armate. |
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SVILUPPARE E DISPIEGARE
SISTEMI DI DIFESA MISSILISTICA GLOBALE a protezione del
territorio americano e degli alleati, e fornire basi
d’appoggio sicure per il dispiegamento della potenza
statunitense in tutto il mondo. |
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PORRE SOTTO CONTROLLO I
NUOVI ‘BENI COMUNI INTERNAZIONALI’ DELLO SPAZIO E DEL ‘CYBERSPAZIO’,
e spianare la strada alla creazione di un nuovo settore
militare – le forze spaziali statunitensi – per il controllo
dello spazio. |
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APPROFITTARE DELLA
‘RIVOLUZIONE NEGLI AFFARI MILITARI’ per assicurare la
superiorità a lungo termine delle forze convenzionali
statunitensi. Porre in atto un processo di trasformazione in
due fasi che: - sfrutti al massimo la potenzialità degli
attuali sistemi d’arma mediante l’applicazione delle nuove
tecnologie; - determini forti miglioramenti alle
potenzialità militari ed incoraggi la competizione tra i
singoli settori e gli sforzi mirati alla sperimentazione di
iniziative congiunte. |
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AUMENTARE GRADUALMENTE IL
BUDGET DELLA DIFESA a un livello minimo compreso tra il
3,5 e il 3,8% del prodotto interno lordo, pari a un
incremento del bilancio annuale nell’ordine dei 15-20
miliardi di dollari.
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Soddisfare queste necessità è
fondamentale, se si vuole che l’America conservi la sua
supremazia militare nei prossimi decenni. Al contrario,
venir meno ad una qualunque di queste esigenze si tradurrà
in una qualche forma di ritirata strategica. Agli attuali
livelli di spesa militare, l’unica opzione disponibile è
cercare inefficacemente di ‘gestire’ rischi sempre più
grandi: soddisfare le necessità attuali lesinando su quelle
future; ritirarsi dalle operazioni di polizia internazionale
per avere forza sufficiente per le guerre su larga scala;
‘scegliere’ tra la presenza in Europa o in Asia; e così via.
Sono scelte difficili da compiere. Si tratta inoltre di
riduzioni di spesa fittizie. I ‘risparmi’ ottenuti dal
ritiro dai Balcani, ad esempio, libererebbero fondi
assolutamente insufficienti alla modernizzazione o alla
trasformazione dell’apparato militare. Ma si tratta di
riduzioni di spesa fittizie anche sotto altri e più profondi
punti di vista. Il vero costo derivante dal mancato
soddisfacimento delle necessità difensive sarà rappresentato
da una diminuzione della capacità di leadership globale
statunitense e, in ultima analisi, dalla scomparsa di un
ordine internazionale mai così propizio ai principi e alla
prosperità americana. |
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documento:
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