Nel 1959, un giovane ufficiale e imprenditore del Texas ricevette
il suggerimento di cooperare al finanziamento dei nascenti gruppi
nemici di Fidel Castro che la CIA aveva deciso di creare, ma solo
nel 1960 gli venne assegnata una missione specifica e aperta:
garantire la sicurezza nel processo di reclutamenti dei cubani che
avrebbero formato la Brigata degli invasori, un punto chiave nella
grande operazione della CIA per distruggere la Rivoluzione.
Il texano della CIA simpatizzò rapidamente con i cubani che gli
vennero assegnati per la sua nuova missione.
Il sistema di lavoro, anche se intenso, era semplice. Félix
Rodríguez Mendigutía, "El Gato", proponeva un candidato, poi lo si
controllava sia nell’Agenzia che tra i gruppi di Miami e
finalmente il texano dava l’approvazione.
In quell’epoca Felix Rodríguez conosceva diversi cubani, come
Jorge Mas Canosa, poi dirigente di varie organizzazioni contro
rivoluzionarie e presidente della Fondazione Nazionale cubano
americana, e aveva verificato la sua lealtà alla "causa" e agli
americani.
Per quello lo propose tra i primi candidati. Jorge Lincoln superò
l’esame positivamente e in un incontro che si svolse a Miami, al
quale il texano, come gli piaceva fare, diede tutta la formalità
possibile, Jorge Mas Canosa divenne ufficialmente un agente
dell’Agenzia Centrale d’Intelligenza degli Stati Uniti.
Jorge Mas non sapeva come ringraziare Felix per quel che aveva
fatto per lui e da quel momento gli fu sempre grato e obbedì ad
ogni richiesta.
Jorge Mas però non immaginava che quel reclutamento avrebbe
marcato la sua vita per sempre.
L’importanza derivava dal fatto che quell’ufficiale texano che
aveva effettuato il suo processo di reclutamento non era altri che
George Herbert Walker Bush, lo stesso che più tardi, tra il 1989 e
il 1992 sarebbe stato il 41º presidente degli Stati Uniti.
Diverse fonti coincidono su quanto esposto. L’investigatore
privato della California, Paul Kangas, ha pubblicato nella rivista
The Realist, nel 1990, un lavoro che raccoglie parte delle
investigazioni nelle quali afferma: "Un nuovo documento reso
pubblico dal FBI colloca Bush come collaboratore dell’allora
famoso agente della CIA Felix Rodríguez nel reclutamento degli
esiliati cubani d’estrema destra, per organizzare l’invasione di
Cuba".
Il dottor Carl Jensen del Sonoma State College, nel suo lavoro:
"Relazione su un progetto censurato" dice "... Ci sono records
negli espedienti di Rodríguez e di altri coinvolti nell’invasione
della Baia dei Porci (Playa Girón), che espongono il ruolo di Bush.
La verità è che Bush era un alto ufficiale della CIA prima di
lavorare con Felix Rodríguez all’invasione di Cuba".
Il californiano Kangas è più preciso e dice:
"Andando da Huston a Miami settimanalmente, Bush con Felix
Rodríguez, tra il 1960 e il 1961, reclutò i cubani a Miami per
l’invasione".
La rivista The Nation, a sua volta, riferisce nel numero 13
dell’agosto del 1988 che esiste un memorandum al proposito,
indirizzato al capo del FBI, J. Edward Hoover e datato novembre
del 1963, nel quale si legge: Mister George Bush della CIA. Anche
Common Cause, il 4 marzo del 1990 affermava che la CIA pose il
milionario e agente George Bush a reclutare gli esiliati cubani
per l’esercito invasore della CIA.
Bush stava lavorando con un altro grande petroliere del Texas,
Jack Crichton, che lo aiutava a organizzare l’invasione.
Senza saperlo Jorge Mas era entrato a far parte di qualcosa molto
più complessa di quella progettata invasione mercenaria. Il nuovo
agente della CIA divenne uno dei partecipanti a quella che si
chiamò all’inizio Operazione 40, e che fu il primo piano tra le
operazioni segrete generate dalla CIA per distruggere la
Rivoluzione cubana e fu concepito nello stesso 1950 su incarico
dell’amministrazione del presidente Eisenhower.
Nel suo libro Cuba, “Cuba la guerra segreta della CIA”, il
generale di divisione Fabián Escalante Font, ex capo dei servizi
segreti di Cuba, spiega quello che accadde al principio del 1960.
"Allen Dulles, capo della CIA, presentò, nei giorni seguenti, alla
fine del ’59, il memorandum di King, (il colonnello capo della
divisione dell’emisfero occidentale della CIA), al Consiglio di
Sicurezza Nazionale, nel quale si approvò il suggerimento di
formare un gruppo di lavoro nell’Agenzia, che in tempi brevi
formulasse soluzioni alternative al problema cubano".
Il gruppo, narra Escalante Font, era composto da Tracy Barnes come
capo dagli ufficiali Howard Hunt, Frank Bender, Jack Engler e
David Attle Phillips, tra gli altri. Tutti avevano una comune
caratteristica: avevano partecipato alla caduta del governo di
Jacobo Arbenz in Guatemala.
Nella prima riunione Barnes parlò lungamente degli obiettivi e
spiegò che il vice presidente Richard Nixon era l’ufficiale del
"caso cubano" e aveva riunito un importante gruppo di uomini
d’affari, guidato da George Bush e Jack Crichton, due petrolieri
del Texas, per raccogliere i fondi necessari per l’operazione,
racconta il generale Escalante.
In un numero della rivista Freedom Magazine, del 1986, il
giornalista nordamericano L. F. Proury spiegava che Richard Nixon
aveva vecchi e profondi vincoli con la famiglia Bush sin dal 1946,
quando Nixon, rispondendo a una petizione di Preston Bush, padre
di George, si era presentato, finanziato dal vecchio Bush, come
candidato al Congresso degli Stati Uniti.
Il gruppo costituito nella CIA, indica Escalante nel suo libro,
creò vari gruppi che si dovevano incaricare d’organizzare le
operazioni clandestine, azioni di guerra psicologica, esercitare
pressioni economiche e diplomatiche per disturbare il governo
dell’Isola.
A tutto questo si sommava la preparazione di un gruppo elitario di
agenti cubani che dopo un addestramento speciale si doveva
infiltrare a Cuba per assestare dalla retroguardia il colpo
mortale alla Rivoluzione, includendo l’omicidio dei più alti
dirigenti.
Jorge Mas Canosa fece una buona impressione ai suoi reclutatori e
fu assegnato immediatamente alla missione speciale.
Mas Canosa si disse: "Adesso sì che le cose diventano
importanti!". Era entusiasta.
Narra Mabel Dieppa nella rivista Exito, che:
Mas Canosa fu inviato in un accampamento della marina degli Stati
Uniti, vicino al fiume Mississippi, dove si addestrò per
partecipare all’invasione di Playa Girón (la Baia dei Porci).
Jorge Mas era stato inviato in un gruppo speciale e lavorava ai
preparativi dell’invasione mercenaria. Il gruppo era composto da
160 uomini di grande fiducia ed era diretto dal traditore e agente
della CIA, Higino Díaz Ane (Nino).
Il generale Escalante, nel suo libro, scrive: "Questi uomini
avevano la missione di attaccare la cittadina di Baracoa
nell’estremo orientale dell’Isola, per distrarre le forze
rivoluzionarie quando la brigata fosse sbarcata nella Baia dei
Porci. Una volta conquistata Baracoa dovevano marciare verso la
base navale di Guantánamo e simulando di essere militari cubani,
organizzare una provocazione attaccando l’installazione
nordamericana per dare la motivazione formale d’intervento al
conflitto creato dall’invasione mercenaria".
Questo piano era il meccanismo segreto che la CIA e il Pentagono
avevano nella manica ed era sconosciuto anche dal presidente
Kennedy.
Il giorno dell’invasione i 160 super uomini della CIA partirono
con una nave verso il loro destino ma, giungendo vicino a Baracca,
la paura delle truppe cubane in movimento fece più
dell’addestramento speciale. Si limitarono a continuare a navigare
a sud dell’Isola, sino a giungere all’estremo occidentale e poi se
ne andarono verso Puerto Rico, dove arrivarono nella stessa
giornata.
A Miami, come in una barzelletta, l’azione fu chiamata "il giro di
boa di Cuba".
Dopo il fallimento dell’invasione di Playa Girón, nell’aprile del
1961 la CIA recuperò i suoi uomini, confermò la fiducia e assegnò
nuove missioni, mantenendo gli obiettivi che avevano originato
l’Operazione 40.
Nel settimanale Politica la giornalista Natacha Herrera spiegava
che:
"Mas Canosa con altri 207 ufficiali andò ad addestrarsi
nell’esercito nordamericano a Fort Benning, in Georgia e fu
selezionato per seguire un corso speciale di servizi segreti,
comunicazioni clandestine e propaganda.
Gaeton Fonzi assicura nel suo lungo lavoro pubblicato nel gennaio
del 1993, che a Fort Benning i più vicini ed intimi amici di Mas
Canosa, con i quali ebbe strette relazioni in complesse operazioni
segrete, erano Felix Rodríguez e Luis Posada Carriles.
Quest’ultimo sarebbe diventato famoso come responsabile
dell’esplosione di un aereo civile della Cubana de Aviación sopra
Barbados, nel 1976.
"Dopo Fort Benning, diceva l’investigatore nordamericano, ogni
passo o azione di Jorge Mas avrebbe avuto legami con la CIA".
Proprio per i risultati notevoli ottenuti a Fort Benning la CIA
assegnò a Mas Canosa un altra delicata missione: egli si doveva
trasferire in una base super segreta situata un poco a sud di Fort
Benning, per entrare a far parte del detto "Gruppo di New
Orleans".
Questo gruppo che prese il nome dal luogo della base, si trovava
alla periferia della città ed era composto da veterani, nella
maggioranza, della Baia dei Porci e di Fort Benning, anche se
c’erano degli agenti di fiducia recentemente giunti dall’Isola,
come Antonio Veciana, che era molto vicino a Jorge Mas in quel
periodo.
La preparazione era sui generis: il gruppo seguiva un corso
sull’uso dei mezzi e dei metodi di combattimento dell’esercito
cubano.
Il contenuto della missione è rivelato dal generale Escalante nel
suo libro: "Il piano consisteva di nuovo in un’auto provocazione
contro la base yankee di Guantánamo, con l’infiltrazione di un
commando di 150 uomini che si stavano addestrando in una base
segreta della CIA vicino alla città di New Orleans, nel sud
dell’Unione".
La missione fu cancellata quando i fatti che originarono la crisi
dei missili nell’ottobre del 1962 convinsero gli organizzatori
dell’inevitabilità di un intervento militare diretto dell’esercito
degli Stati Uniti, senza la necessità di un pretesto.
Dopo il nuovo fallimento Mas Canosa era pieno d’ira e d’impotenza
e lo riconobbe in un’intervista data allo scrittore nordamericano
Pat Jordan.
"I due uomini che odio di più sono Fidel Castro e John F. Kenendy!"
dichiarò.
Negli Stati Uniti diversi mezzi di stampa hanno segnalato la
relazione degli emigrati cubani che lavoravano per la CIA con
l’omicidio del presidente Kennedy a Dallas nel 1963.
Durante una lunga conversazione all’Avana con l’investigatore
Gaeton Fonzi, abbiamo scoperto una storia che vale la pena
riferire.
Fonzi non è un investigatore qualsiasi: ha dedicato buona parte
della sua vita a lavorare per vari comitati del Congresso,
includendo quello degli incaricati delle investigazioni sulle
attività segrete della CIA e l’omicidio del presidente John F.
Kennedy.
Alcuni anni fa e dopo molti sforzi, Fonzi riuscì ad avere
un’intervista privata con Antonio Veciana, lo stesso vecchio
compagno di Jorge Mas nel gruppo di New Orleans, quando i due
realizzavano missioni per la CIA.
Veciana era stato interrogato dal Gran Giurì nelle investigazioni
sull’omicidio del presidente Kennedy e, anni dopo, aveva avuto
alcune complicazioni vincolate alla droga, ma Veciana affermò a
Fonzi che quelle difficoltà erano solo "una trappola" creata da
qualcuno.
"Io sono al corrente di informazioni molto importanti e me le
tengo, perchè sono la mia garanzia di vita!" disse Veciana a Fonzi.
Antonio Veciana Blanch era un ragioniere che aveva lavorato per il
magnate cubano dello zucchero Julio Lobo. Veciana si oppose subito
alla Rivoluzione e nel 1960, all’Avana, fu reclutato dalla CIA.
Il primi addestramento lo ricevette nell’Accademia della Lingua
Inglese finanziata dall’Ambasciata degli Stati Uniti nella
capitale cubana. Nell’ottobre dl 1961, dopo il fallimento di un
piano per assassinare con un bazooka l’allora primo ministro Fidel
Castro durante una cerimonia nell’ex Palazzo Presidenziale,
Veciana scappò da Cuba.
Nell’intervista che concesse a Fonzi egli raccontò che una volta
giunto a Miami fu atteso da una ufficiale della CIA che usava lo
pseudonimo di Maurice Bishop. che tra i vari compiti ordinò a
Veciana di promuovere la creazione dell’organizzazione Alpha 66.
Bishop ebbe molti contatti con Veciana negli anni ‘62 e ‘63 a
Dallas.
Veciana ricorda che in uno di quegli incontri in un edificio
pubblico vide anche Lee Harvey Oswald.
Fonzi segnala che come parte dell’operazione che costò la vita al
presidente Kennedy, si organizzarono varie azioni di
disinformazione: una a Dallas, un’altra a Miami e una terza a
Città del Messico.
Le disinformazioni avevano l’obiettivo di fabbricare l’immagine di
un Oswald rivoluzionario e difensore della Rivoluzione cubana.
Fu così che l’ex marine apparve durante atti di solidarietà con
Cuba e in maniera molto aggressiva.
L’azione di disinformazione principale si effettuò in Messico. Lì
Lee Harvey Oswald si presentò all’ambasciata cubana per chiedere
un visto d’entrata nell’Isola e tutto fu filmato da una punto di
vigilanza che la CIA aveva davanti all’ambasciata cubana, per far
sì che tutto fosse documentato.
Stando a quel che disse Veciana a Fonzi, in uno dei suoi contatti
con Bishop, al principio del 1963, questi sottolineò che Veciana
aveva un cugino nei servzi segreti di Cuba che lavorava
nell’ambasciata cubana in Messico.
Bishop gli disse di convincere il cugino a lavorare per loro, in
un’azione molto precisa e che lo avrebbero pagato quel che voleva.
Veciana disse a Fonzi che non aveva mai parlato di quel parente a
Bishop e che in quell’epoca Bishop lavorava nell’ambasciata degli
USA a Città del Messico e che, direttamente, da questa città ebbe
contatti con Dallas.
La realtà e che Veciana era cugino della moglie dell’allora
console cubano a Città del Messico, Guillermo Ruiz e la signora,
nei giorni successivi all’omicidio di Kennedy, fu vittima di un
tentativo di reclutamento nella stessa città, con il proposito di
avere la sua testimonianza, negli Stati Uniti della complicità di
Oswald con i servizi segreti cubani.
Interrogato da Fonzi sull’esistenza di nuovi contatti con Bishop
dopo l’uccisione del presidente a Dallas, Veciana disse che nel
1971 aveva ricevuto l’ordine di partire per la Bolivia per
lavorare nell’ambasciata nordamericana di quel paese, dove sarebbe
apparso come funzionario dell’Agenzia Internazionale di Sviluppo,
USAID, e dove avrebbe ricevuto la visita di una persona nota.
Fonzi cercò negli archivi della USAID e trovò un modulo per
entrare nella USAID a nome di Antonio Veciana, scritto a mano con
una scrittura diversa da quella di Veciana e senza firma...
La persona nota che lo contattò in Boliva fu proprio Bishop che
stava in quel momento nell’ambasciata degli Stati Uniti in Cile.
Bishop lo fece entrare immediatamente in un gruppo che stava
preparando un attentato contro il Presidente Castro, che avrebbe
realizzato una visita nel paese sudamericano.
Fonzi dice che vide di nuovo Veciana accompagnato però da uno
specialista, con l’obiettivo di realizzare un ritratto parlato di
Maurice Bishop, per poter determinare la vera identità di costui.
Veciana offerse una descrizione dettagliata e il ritratto fu
realizzato.
Per settimane Fonzi cercò di identificare il personaggio e una
domenica ricevette una telefonata da un senatore repubblicano
della Pennsylvania per il quale lavorava in quei giorni e che
aveva consultato sul caso.
Il senatore gli assicurò che non aveva dubbi sul fatto che l’uomo
che usava lo pseudonimo di Maurice Bishop non era altri che David
Attle Phillips.
Costui era un ufficiale veterano della CIA che era stato all’Avana
in visita di lavoro nel 1958 come specialista della guerra
psicologica e aveva partecipato alla preparazione dell’Operazione
40 e poi aveva organizzato l’emittente Radio Swam.
Phillips nel tempo era diventato il capo divisione dell’emisfero
occidentale dell’agenzia.
Nonostante tutto questo, alla fine del 1993, nel documentario
"Caso chiuso?" l’ex capo della sicurezza cubana, il generale
Fabián Escalante rivelò una relazione segreta di uno dei suoi
agenti, che narrava di una riunione tra Antonio Veciana e David
Phillips in un albergo di San Juan di Puerto Rico agli inizi degli
anni ’70.
"Veciana disse, raccontava l’agente cubano nella sua relazione,
che era un agente della CIA e che fu la stessa CIA che uccise il
presidente Kennedy e che dietro all’omicidio c’erano alti
ufficiali della CIA tra i quali David Phillips, che era
l’ufficiale che lo attendeva!"
"Veciana non mi ha mai voluto dare dettagli su questa
affermazione, ma ho potuto accertarmi personalmente negli ultimi
tempi, perchè in un occasione in cui ero in un albergo con Veciana,
ascoltai una conversazione di lui con il suo ufficiale David
Phillips, mentre Veciana giurava che non avrebbe mai parlato di
quel che era successo a Dallas nel 1963".
Il generale Escalante assicura che la fonte aveva accesso diretto
a Veciana e la sua totale fiducia.
"Io credo, ha detto Escalante, che sia un’informazione molto
importante perchè nel 1973 Antonio Veciana, quando fu liquidato
dalla CIA, cioè quando la CIA lo cancellò dal suo elenco di
agenti, gli pagò ben 300.000 dollari!"
C’è di più. Stando alle investigazioni dei servizi segreti di Cuba
rivelate dal generale Escalante nel documentario citato, vari
testimoni nominati nella relazione della Commissione Warren
descrivono due cubani, uno nero, che escono dal deposito dei libri
di Piazza Daley a Dallas, pochi istanti dopo l’omicidio di Kennedy.
Informazioni segrete e testimonianze pubbliche (dichiarazioni di
Marita Lonrentz, ex agente della CIA a una comitato del
Congresso), la sicurezza cubana sapeva che due giorni prima
dell’omicidio di Kennedy si trovavano a Dallas. Vari cubana con
armi e mirini telescopici e tra loro Eladio del Valle e Herminio
Díaz, due assassinii mercenari, esperti tiratori legati alla mafia
e alla politica di Batista.
Le caratteristiche fisiche di Del Valle e di Díaz coincidono con
le descrizioni che i vari testimoni fecero alla Commissione Warren
dei due cubani visti uscire dall’edificio dopo l’assassinio del
presidente degli USA.
Colpisce la fine di questi due individui: Eladio del Valle è stato
brutalmente ucciso a Miami, proprio quando la procura di New
Orleans iniziò le investigazioni sull’assassinio di Kennedy.
Del Valle fu squartato e poi fatto a pezzi, letteralmente, con un
machete, mentre Herminio Díaz è morto sulle coste dell’Avana nel
1965, in uno scontro con una pattuglia di frontiera, mentre
cercava di infiltrarsi nell’Isola con la missione di uccidere
l’allora presidente Osvaldo Dorticós e di mitragliare al suo
ritorno a Miami l’Hotel Riviera.
Díaz nella sua missione doveva infiltrarsi nella capitale cubana
da Monte Barreto, a Miramar, dove oggi ci sono vari grandi
alberghi, proprio quando per via di un incidente nella base navale
di Guantánamo l’esercito cubano era in allarme di combattimento ed
erano state rinforzate al massimo la vigilanza aerea e costiera.
Agli occhi degli esperti, includendo i servizi segreti cubani, la
missione era un autentico suicidio.
L’organizzatore finanziario e pianificatore di quella speciale
missione non era altri che Jorge Mas Canosa.
Ma la storia dei vincoli della CIA con i suoi agenti cubani e con
l’omicidio di Kennedy non sono stati studiati solamente da Fonzi.
Molti altri investigatori e autori lo hanno fatto e tra questi
anche gli studi che hanno realizzato i films nordamericani come
"Azione esecutiva" e "JFK", che abbordano questi temi.
L’investigatore Paul Kangas in un lavoro pubblicato nella rivista
degli USA, The Realist, afferma:
"Tra gli altri membri della CIA che George Bush aveva reclutato
per l’invasione di Baia dei Porci c’erano Frank Sturgis, Howard
Hunt, Bernard Baker e Rafael Quintero... Il giorno in cui JFK fu
ucciso Hunt e alcuni altri del futuro gruppo di Watergate furono
fotografati a Dallas, come un gruppo di cubani, uno con un
ombrello in alto come segnale, a lato della limousine del
presidente Kennedy, proprio quando gli spararono. Hunt e Sturgis
spararono a JFK dalla montagnola d’erba e furono fotografati e
visti da 15 testimoni".
Il 7 maggio del 1990, in un’intervista con il quotidiano San
Francisco Chronicle, Frank Sturgis riconobbe:
"La ragione per cui noi rubammo nel Wategate è che (Richard) Nixon
era occupato a cercar di fermare l’infiltrazione delle notizie
relazionate con le foto sul nostro ruolo nell’omicidio del
presidente Kennedy a Dallas".
Un altro dei reclutati da Bush per l’invasione di Baia dei Porci,
Rafael Quinterno, che faceva parte di questo mondo sotterrano di
organizzazioni e piani contro Cuba, ha dichiarato:
"Se io dico una volta quello che so su Dallas e la Baia dei Porci,
scoppierebbe il più grande scandalo che ha mai colpito questa
nazione sino ad oggi!"
Queste sono alcune parti di una delle teorie che esistono su
quanto è successo, ma non si sa se un giorno si saprà davvero
tutta la verità! Si deciderà Antonio Veciana, l’ex membro del
"Gruppo di New Orleans" a rivelare la sua "assicurazione sulla
vita" e a far tremare gli Stati Uniti? |