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JOHN DIMITRI
NEGROPONTE
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Uno dei critici più
diretti del presidente venezuelano Chavez a proposito dei diritti
umani è John Dimitri Negroponte. A prima vista, questo diplomatico
sembra essere soltanto un altro portavoce, ufficiale e regolare,
dell’impero statunitense. Comunque, dopo aver investigato sul
passato neppure troppo lontano di questo individuo, si comprende
rapidamente che Negroponte è un criminale che nasconde le sue
imprese attraverso bugie ben pianificate e fabbricate.
Nato nel 1939,
Negroponte è stato diplomatico del Foreign US Service [Servizio
Estero Americano (1960-1997)], ambasciatore degli Stati Uniti alle
Nazioni Unite (2001-2004), ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq
(2004-2005) ed oggi è il direttore dell’United States National
Intelligence [1]. Dal 1981 al 1985, Negroponte è stato
ambasciatore degli Stati Uniti in Honduras. Tra i suoi “successi”
nell’area dei diritti umani nel corso della sua carriera, quelli
più rilevanti sono: |
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1 – Dal 1971 al
1973, Negroponte è stato il funzionario in carica del Consiglio
di Sicurezza Nazionale (National Security Council – NSC) per la
sezione del Vietnam. A quel tempo, riceveva ordini diretti da
un altro criminale di guerra, Henry Kissinger. Negroponte lavorava
per l’ambasciata americana dell’ora defunto Vietnam del Sud. Come
tutti sappiamo, durante quegli anni il governo americano mosse una
guerra neo-coloniale contro la popolazione del Vietnam. L’NSC
lavorava a stretto contatto con la CIA e la National Security
Agency (NSA - Agenzia di Sicurezza Nazionale); le attività di
queste organizzazioni di “intelligence” erano strettamente
connesse l’una all’altra ed esse collaboravano per ognuno dei loro
principali progetti. Curiosamente, quando Negroponte è entrato
come capo del CSN per il settore Vietnam nel 1971, la Phoenix
Operation iniziò a raggiungere uno dei più alti livelli di
brutalità e sanguinosità. L’Operazione Phoenix era un
progetto paramilitare della CIA volto ad incutere terrore a tutti
i sospetti collabratori comunisti vietnamiti. Tra le altre comuni
tattiche usate nell’Operazione Phoenix dai paramilitari
statunitensi vi era la morte lenta attraverso torture dantesche di
simpatizzanti aspiranti comunisti, seguite dallo smembramento dei
corpi, appendendo ciò che rimaneva di essi in luoghi pubblici per
rendere al massimo l’effetto di orrore su chiunque avesse pensato
di unirsi alla resistenza anti-occupazione. Ad un certo punto,
l’esercito paramilitare, addestrato dalla CIA nel sud del Vietnam,
assassinava 1800 civili al mese. Le informazioni furono raccolte
dal governo sud vietnamita pro-USA, si stimò che oltre 40mila
civili vietnamiti furono uccisi dai paramilitari CIA soltanto
nell’Operazione Phoenix. Nota: ci furono molte altre operazioni
nel corso della guerra. Per la CIA, il Vietnam era un campo di
sperimentazione dove furono condotte molte operazioni che
implicavano diversi metodi di tortura, genocidio e attività
paramilitari. Questa esperienza che Negroponte fece durante i suoi
anni in Vietnam, usando eserciti paramilitari per incutere terrore
sulla popolazione, lo avrebbe poi aiutato ulteriormente
nell’America Centrale così come nell’odierno Iraq e in Colombia.
[3,5,15] |
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2 – In Honduras Negroponte supervisionava la creazione e il
mantenimento di una base di 3000 ettari chiamata El Aguacate, dove
le forze CIA istruivano i terroristi Contra durante gli anni
Ottanta. Quegli stessi Contras più tardi attraversarono il
confine del vicino Nicaragua dove massacrarono i sospetti
simpatizzanti sandinisti. In più, i Contras ebbero un ruolo
nell’incutere terrore e nell’assassinio di contadini nello stesso
Honduras. Stando così le cose, i presidenti dell’America Watch e
dell’Helsinki Watch affermarono quanto segue: “si basa su ciò che
abbiamo visto e sentito il fatto che i Contras stanno portando
avanti una strategia terroristica ben pianificata lungo tutta la
frontiera dell'Honduras”; in quelle stesse dichiarazioni, essi
aggiunsero anche “gli Stati Uniti non possono evitare più a lungo
di assumersi la responsabilità di queste atrocità”. Queste
dichiarazioni furono pubblicate sul Wall Street Journal
nell’aprile del 1985. La base di El Aguacate divenne un campo di
concentramento in Honduras durante gli anni Ottanta e un’intera
serie di crimini e abusi fu commessa in modo rotinario. Le vittime
di tali abusi erano leader di movimenti studenteschi attivi nella
politica di sinistra, sindacalisti, contadini e chiunque potesse
essere remotamente considerato di sinistra. Nel 2001, gli scavi
alla base di El Aguacate hanno portato alla luce fosse comuni in
cui sono stati rinvenuti più di 185 corpi. I resti delle vittime
mostravano chiari segni di violenze fisiche. [1,2,3,8] |
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3 – Durante il
mandato di Negroponte come ambasciatore in Honduras, i diritti
umani nella regione venivano violati con impunità. Anche se il
governo dell’Honduras era considerato democratico, le sparizioni
dei simpatizzanti della sinistra avvenivano costantemente. Tra i
gruppi terroristici paramilitari creati dalla CIA, con la completa
approvazione e conoscenza di John Dimitri Negroponte, vi era la
squadra della morte chiamata Batallion 3-16 o anche
Batallion 316. I capi di questa squadra della morte erano
Billy Joya e il generale Luis Alonso Escua Elvir, entrambi
coinvolti nel rapimento diretto e a sangue freddo, tortura a
assassinio di centinaia di persone nell’Honduras. Mentre questo
accadeva, Negroponte cronicamente risiedeva al Congresso USA a
Washington dicendo che nessun diritto umano era stato violato in
Honduras. Un chiaro esempio delle bugie di Negroponte al Congresso
fu il caso di Rick Chidester, un giovane ufficiale
americano presso l’ambasciata dell’Honduras. A Chidester fu
assegnato il compito di scrivere i rapporti sui diritti umani per
il Congresso USA riguardanti l’Honduras. Quando il rapporto fu
terminato, ricevette un ordine diretto da Negroponte prima di
inviare il rapporto a Washington: cancellare dal rapporto la
maggior parte dei paragrafi contenenti dettagli sulle violazioni
dei diritti umani, soprattutto quei paragrafi che riguardavano le
operazioni sotto copertura USA nell’Honduras. Chidester ha reso
una lunga e dettagliata confessione su questi eventi al giornale
The Sun. Ecco un esempio di un caso di tortura, accaduto ad un
avvocato, Rene Velasquez. Egli fu arrestato il primo giugno
1982 davanti al suo ufficio nella capitale Tegucicalpa e condotto
ad un centro di tortura. Citerò le parole di Velasquez su ciò che
gli accadde: “mi svestirono, mi legarono le mani e proseguirono
mettendomi una maschera sul viso e mi umiliarono.... poi mi misero
sul corpo una specie di pasta che attraeva orde di mosche e altri
insetti. Mi picchiarono per tutto il tempo sulle costole, sullo
stomaco... il dolore era insopportabile”. [2,4,7,10,18] |
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4 – Uno dei mezzi
di finanziamento delle squadre della morte in America Centrale era
il traffico della droga. Il senatore USA Kerry dimostrò
davanti al Senato che il Dipartimento di Stato aveva pagato
800mila dollari a quattro compagnie aeree di trasporto
appartenenti ai ben noti signori della droga colombiani. Gli aerei
cargo colombiani trasportavano armi ai gruppi organizzati e
sostenuti da Negroponte in Honduras. Sotto giuramento, i piloti
dei suddetti aerei fornirono la loro testimonianza, confermando
ciò che il senatore Kerry aveva dichiarato. La stessa stampa
americana attraverso proprie investigazioni affermò che Negroponte
era stato coinvolto nel traffico di armi e droga dal 1981 al 1985.
Attraverso le entrate generate dalle vendite di droga, la CIA e
l’ambasciata USA in Honduras ottennero le armi illegalmente, che a
loro volta avrebbero dato alle squadre della morte. [18] |
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5 – Un’altra bugia
cronica che Negroponte ripetutamente ha detto al Dipartimento di
Stato USA mentre era ambasciatore in Honduras è la seguente: “in
Honduras c’è completa libertà di espressione per i membri
dell’unione dei lavoratori”. Niente poteva essere più lontano
dalla verità poiché, durante gli anni Ottanta, in Honduras
chiunque fosse lontanamente associato al movimento dei lavoratori
o alla sinistra era rapito, torturato e di solito assassinato
dall’esercito paramilitare CIA. L’apice dell’ipocrisia di
Negroponte fu raggiunto quando nel 1989, durante la Foreign
Relations Committee (Commissione per gli Affari Esteri) del
Senato, gli fu chiesto se sapeva qualcosa sugli abusi commessi dal
Batallion 316; Negroponte rispose: “Non ho mai avuto alcuna prova
che fossero coinvolti nelle attività della squadra della morte.”
Cioé, il co-fondatore del Batallion 316 disse davanti al Senate
Committee (Commissione del Senato) che non sapeva nulla del ruolo
che questo gruppo di assassini addestrati aveva assunto. Le bugie
di Negroponte erano così appariscenti e ridicole per tutto ciò che
riguardava i diritti umani in Honduras che alcuni diplomatici
statunitensi notarono che i rapporti sui dirittti umani
provenienti dall’Honduras sembravano essere come quelli
provenienti dalla Norvegia. Nel 1982, Negroponte scrisse alla
rivista The Economist dicendo un’ulteriore bugia: “è semplicemente
falso che le squadre della morte siano mai esistite in Honduras”.
Si deve notare che soltanto nel 1982 la stampa honduregna riferiva
di oltre 318 casi di sparizioni, tortura e assassini per mano
dell’esercito paramilitare CIA e dell’esercito honduregno.
Numerosi funzionari USA si fecero avanti rivelando il
coinvolgimento ampio di Negroponte nell’organizzazione e le
coperture, spesso senza successo, di quei crimini. Giusto per
rinfrescare la memoria del signor Negroponte sull’esistenza di
squadre della morte in Honduras citerò il caso di Florencio
Caballero. Caballero era un honduregno, addestrato dalla CIA
sul suolo americano e specializzato in tecniche di tortura. In
un’intervista esclusiva al New York Times fatta anni dopo le
azioni che egli descrive, Caballero spiegò al NYT qual era il suo
lavoro in Honduras. Nell’intervista, Caballero descrive come fosse
membro dell’esercito paramilitare CIA e come torturasse a morte
dozzine di prigionieri politici. Un altro nome che può suonare
come una campana per Negroponte è Inés Murillo, una dei
pochi sopravvissuti ai campi di concentramento paramilitari creati
dalla CIA in Honduras. La tortura che ha sopportato in quel campo
includeva tra l'altro: abuso sessuale estremo, bestiali percosse,
elettroshock di routine su diverse parti del corpo. La signora
Murillo ha dovuto sopportare quell’inferno per 80 giorni mentre
era prigioniera della squadra della morte CIA in Honduras.
[1,2,3,4,5,11] |
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Perché Negroponte,
quando accusa il Venezuela, dimentica convenientemente la sua
ampia opera di violazioni dei diritti umani? |
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6 – Nell’estate del
1983, un prete gesuita di nome James F. Carney scomparve in
Honduras. Carney era conosciuto per l’estremo aiuto dato ai poveri
mentre faceva il suo lavoro di missionario tra i contadini. La
famiglia di Carney ha ripetutamente detto che Negroponte ha fatto
tutto quello che era in suo potere come ambasciatore per
interferire nelle investigazioni riguardanti la sparizione del
prete. Si presumeva che il prete fosse scomparso mentre era in
compagnia di guerriglieri. Nel 2003, gli investigatori inviati dai
tribunali locali trovarono i resti di 10 persone in un’area
dell’Honduras ai confini con il Nicaragua. Tutti gli scheletri in
quel posto presentavano fori di proiettile. L’indagine per
verificare se uno dei corpi sia di Carney continua. Questo è
soltanto un esempio delle molte persone scomparse per le quali
Negroponte ha ostacolato le indagini, proseguendo in modo attivo
sulla strada di nascondere la verità all'opinione pubblica.
[7,8,9,10] |
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7 – Sorella
Letitia Bordes spiega come nel maggio 1982, 32 donne siano
scomparse in Honduras. Quando andò all’ambasciata USA per chiedere
aiuto nelle indagini per sapere il luogo della sparizione di
queste donne, Negroponte fu evasivo e diede risposte fasulle come:
“l’ambasciata USA non è coinvolta negli affari dell’Honduras”.
Bordes afferma che ciò che Negroponte asseriva era falso poiché
lei sapeva del suo stretto lavoro con le forze armate honduregne e
il suo comandante in capo, il generale Ivarez. Bordes asserisce
ancora che Negroponte è stato un pioniere nell’introdurre nuovi
elementi di guerra psicologica e tortura nell’esercito
dell’Honduras. La testimonianza della suora è anche corroborata
dal fatto che l’”aiuto” americano ai militari honduregni passò da
4 milioni a 77,4 milioni di dollari, quasi tutti impiegati nella
creazione dei nuovi eserciti paramilitari. Nel 1994, la
Commissione per i Diritti Umani in Honduras dichiarò John Dimitri
Negroponte colpevole di occultare al pubblico le informazioni
sulle sparizioni che furono fatte dai paramilitari e dall’esercito
honduregno. La Commissione dichiarò anche Negroponte colpevole di
violazione dei diritti umani avendo aiutato l’organizzazione degli
eserciti paramilitari in Honduras. [7,10,12,18] |
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8 – Nel settembre
2001, Bush ha nominato Negroponte ambasciatore degli Stati Uniti
all’ONU. Il suo incarico è durato fino al marzo 2003 quando
c’è stata l’invasione dell’Iraq. In effetti, Negroponte è stato il
più esplicito portavoce in favore di un’aggressione militare
contro l‘Iraq. L’ambasciatore USA alle Nazioni Unite affermava
ogni volta la ora ben nota bugia che Saddam era una minaccia e che
l’Iraq aveva armi di distruzione di massa. Tali armi non sono
state mai trovate e i supposti legami di Saddam con gruppi
terroristici erano ugualmente false. Attraverso l’intimidazione e
le sfide aperte contro altri paesi, Negroponte ha raggiunto gli
obiettivi diplomatici di cui Bush aveva bisogno. Inoltre,
Negroponte è stato il solo rappresentante alle Nazioni Unite ad
aver boicottato in maniera rude il discorso fatto
dall’ambasciatore dell’Iraq all’ONU, passeggiando in modo
impulsivo nella sala dove il discorso veniva pronunciato. Una
volta completata la sua missione alle Nazioni Unite con la falsa
giustificazione per la guerra, comprata da un mucchio di nazioni
prepotenti, Negroponte è divenuto ambasciatore degli Stati Uniti
per l’Iraq dal giugno 2004 all’aprile 2005. É durante questo
periodo che la violenza faziosa è cresciuta esponenzialmente fino
a quella che conosciamo oggi, una completa guerra civile.
L’organizzazione
paramilitare chiamata Brigata Badr è la principale
responsabile di questa violenza. Questo gruppo terroristico è
caratterizzato da posizioni decisamente pro-USA e la loro pratica
include il rapimento, la tortura, l’assassinio di chiunque sia un
aperto critico del governo fantoccio iracheno o degli Stati Uniti.
Anche i musulmani sunniti, gli omosessuali e quelli che hanno
criticato l’occupazione sono state vittime della Brigata Badr.
“Curiosamente,” le tecniche di tortura usate dalla Brigata Badr
sono le stesse di quelle usate dal Batallion 316 in Honduras –
questo si sa dai segni di tortura trovati sui corpi delle vittime.
Nel gennaio 2005, gli Stati Uniti iniziarono in Iraq un’operazione
chiamata “The El Salvador Option” (L’Opzione El Salvador).
Tale operazione era l’addestramento delle “squadre che avrebbero
agito in favore degli interessi statunitensi”, come sostenuto
dall’ufficio militare per le relazioni pubbliche statunitense.
Membri di queste squadre furono scelti tra gli elementi fanatici
della Brigate Badr e del curdo Peshmerga (un gruppo con
stretti legami con la CIA). Nell’odierno Iraq, queste
organizzazioni terroristiche paramilitari che lavorano in
operazioni segrete statunitensi sono letteralmente la legge: fanno
ciò che vogliono, quando vogliono e a chiunque essi vogliano. Tra
i loro orgogliosi successi ci sono il posizionamento di bombe
in luoghi pubblici con l’uccisione di dozzine di innocenti civili,
per poi, con campagne mediatiche alla radio, attribuire la colpa
di tali attacchi alla Resistenza Irachena al fine di far calare il
sostegno della popolazione. Un esempio, il caso del
bombardamento della Moschea dalla Cupola D’oro. In quell’incidente,
i capi religiosi, alcuni persino amici degli Stati Uniti, hanno
incolpato dell’attacco terroristico i locali lacchè paramilitari
degli americani. Il responsabile dei Diritti Umani all’ONU,
John Pace, ha denunciato pubblicamente queste organizzazioni
paramilitari pro-USA così come il governo americano stesso di
fornire intelligence, addestramento, organizzazione e armi a
questi gruppi terroristici. Le dichiarazioni di John Pace furono
rese a Amy Goodman nel programma pubblico dal titolo Democracy Now
(Democrazia Adesso). Tra le parti migliori vi è quella quando Amy
Goodman chiede a Pace se c’erano squadre della morte paramilitari
in Iraq. Pace replicò: “Esistono. Le mie osservazioni mi hanno
condotto alla conclusione che i massacri perpetrati da questi
gruppi mostrano le stesse rassomiglianze di quelle che accaddero
in altri paesi come El Salvador”. El Salvador, come l’Honduras,
era un altro paese dove la CIA installò centinaia di centri di
persecuzioni politiche negli anni Ottanta. [6,13,14,15,16,17] |
Nota: Vorrei
includere un punto 9 riguardante le connessioni di Negroponte con
le squadre della morte colombiane (le Autodefensas Unidas de
Colombia) ma tale lavoro condurrebbe oltre lo scopo di questo
articolo. Sappiate semplicemente che da quando Negroponte è
divenuto capo della National Intelligence americana, nell’aprile
2005, il Venezuela ha dovuto combattere per contenere l’influsso
dei terroristi AUC sostenuti dallo stato colombiano governato da
Uribe e dall’attuale regime americano. Migliaia di
contadini sono stati massacrati dall’AUC nell’ultimo anno soltanto
sia in Colombia che in Venezuela, questa è soltanto la punta
dell’iceberg. L’AUC può essere anche esistito prima dell’arrivo di
Negroponte, ma mai prima aveva conosciuto una rinascita come
adesso. L’intera campagna del regime Uribe per organizzare un
“disarmo” era il gioco dell’anno e una mossa di pubbliche
relazioni ben lustrata con pochi uguali nella storia. Il semplice
fatto del “disarmo”: i paramilitari AUC hanno consegnato le loro
vecchie armi ma le hanno barattato con armi moderne e di marca,
tutte costruite negli Stati Uniti. Di nuovo, come in America
Centrale e nell’odierno Iraq, Negroponte ha posto l’enfasi sulle
squadre della morte colombiane per favorire gli interessi degli
odierni Stati Uniti. |
Scopriamo ancora che
Negroponte osa rimproverare il Venezuela riguardo il problema
dei diritti umani. Nel febbraio 2006, Negroponte ha sostenuto
che il Venezuela era coinvolto in azioni che destabilizzavano
altri governi in America Latina attraverso gruppi terroristici. Il
diplomatico americano ha affermato anche che il Venezuela violava
i diritti umani e che non stava collaborando nella guerra alle
droghe. Ci si chiede quali nuove vertiginose vette di ipocrisia
Negroponte raggiungerà in seguito. Dopo aver compreso i fatti
dietro i successi nella vita di questo criminale internazionale,
si può soltanto concludere che Negroponte dovrebbe essere una
delle ultime persone sulla faccia del pianeta con l’autorità
morale per parlare di diritti umani. La creazione di squadroni
della morte paramilitari, che hanno sparso le loro attività, che
si sono attivamente intromessi negli affari interni di numerosi
paesi e che sono dietro l’assassinio di migliaia di persone nel
mondo non è abbastanza per Negroponte: è un atto compulsivo per
lui dire cronicamente bugie e attaccare il Venezuela, accusandolo
degli stessi crimini di cui egli è colpevole. Vediamo i fatti:
Negroponte è un criminale professionista di carriera il cui
cinismo e sete di sangue non si arresteranno fino a che il
Venezuela non sarà nuovamente una pedina della politica e
dell’economia degli Stati Uniti. Una delle cose peggiori che
poteva accadere all’America Latina in tempi recenti si è appena
materializzata: questo criminale di guerra ha adesso in mano
l’intero apparato di intelligence americano con il pieno sostegno
del Dipartimento di Stato USA, divenendo così una diretta minaccia
alla sovranità del Venezuela. Il governo del Venezuela ha
investito la maggior parte delle sue entrate nell’incrementare in
modo radicale l’istruzione, la cura della salute e gli standard di
vita dei suoi cittadini. Il Venezuela ha un’economia di mercato
mista basata sulla giustizia sociale con un sistema completamente
democratico dove le elezioni e i referendum per mettere sotto
accusa il presidente avvengono per volontà del popolo se lo reputa
necessario; un tale paese inevitabilmente sembra essere un
problema per l’amministrazione Bush che aspira ad avere il
completo dominio su ciò che era il cortile di casa americano e
così acquisire le nuove riserve di petrolio vicino casa. Soltanto
attraverso un forte investimento nella difesa e nella
contro-intelligence, il Venezuela sarà in grado di sopravvivere
alle inesorabili interferenze dell’imperialismo americano e al
terrorismo di stato che Negroponte continua a scatenare su questo
paese del sud America. [18,19,20]
Zack Krasuk
Fonte:
http://www.albasrah.net
|
Note: |
1) John Negroponte,
http://en.wikipedia.org/wiki/John_Negroponte, Wikipedia, accedido
el 30 de Marzo del 2006.
2) John Dimiti Negroponte, http://www.derechos.org/nizkor/negroponte/,
Equipo Nizkor Derechos Humanos, con acceso el dيa
28 de Marzo del 2006.
3) Roppel, Estados
Unidos: Intervenciones del Poder Imperial en Cuarenta Paises del Mundo,
Ediciones Aurora, Colombia, 2005.
4) Cohn, Ginger,
A Carefully Crafted Deception,
http://www.baltimoresun.com/news/local/bal-negroponte4,0,771 9532.story,
The Baltimore Sun, 18/6/1995.
5) John D.
Negroponte, http://www.sourcewatch.org/index.php?title=John_D._Negropont
e, Source Watch, con acceso el dيa
28 de Marzo del 2006.
6) Sweet,
Frederick, Deja Vu: Negroponte to Vietnamize Iraq?,
http://www.interventionmag.com/cms/modules.php?op=modload&na
me=News&file=article&sid=717, accedido Abril 14 del 2006.
7) Kinzer,
Stephen, Our Man in Honduras, http://www.nybooks.com/articles/14485, The
New York Review of Books, Volume 48, Number 14, 20/11/2001.
8) New Evidence
Opens Up History of Dirty War,
http://isla.igc.org/PubHighlights/CurrentEvts/199910.html, Isla
Information Services Latin America, accedido Abril 14 del 2006.
9) Gonzلlez,
Remains May Be American Priest’s,
http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9B07EEDB1F39F
933A05752C0A9659C8B63&n=Top%2fReference%2fTimes%20Topics%2fO ... New York
Times, accedido Abril 14 del 2006.
10) John
Negroponte, http://www.mayispeakfreely.org/index.php?gSec=doc&doc_id=137 ,
May I Speak Freely? Media for Social Change, accedido el 29 de Marzo del
2006.
11) Kornbluh,
The Negroponte File, http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB151/,
National Security Archive Briefing Book No. 151, Part 1 and 2, 12/4/2005.
12) Hermana
Laetitia Hoardes, New Ripples in an Evil Story,
http://www.thepanamanews.com/pn/v_07/issue_09/opinion_01.htm l, The Panama
News, 2001.
13) Hassan, Who is
Negroponte?, http://www.countercurrents.org/iraq-hassan030604.htm, Counter
Currents, accedido el 15 de Abril del 2006.
14) Sadeq, Iraq
Leaders Praise Group Accused of Killings,
http://edition.cnn.com/2005/WORLD/meast/06/08/iraq.badr/inde x.html, CNN,
accedido el 15 de Abril del 2006.
15) Dahr Jamail, Negroponte’s "Serious Setback",
http://www.scoop.co.nz/stories/HL0603/S00076.htm, Scoop Independent News,
accedido el 15 de Abril del 2006.
16)
http://www.islammemo.cc/main.asp, Mafkarat al-Islam.
17) Hassan El
Najjar, http://www.aljazeerah.info/, Al Jazeerah.
18) Eduardo Cornejo
Deacosta, En EEUU Gobierna Una Narcobanda, Los Papeles de Mandinga, Aٌo
2, #36, 7 de Marzo del 2006.
19) Horacio Duque,
Rumsfeld, Negroponte y Condoleezza Con Plan Para Aplastar Revoluciَn
Bolivariana, Diario Vea, #888, 20 de Febrero del 2006.
20) Bush, el Pentلgono
y la CIA Mueven sus Peones en el Tablero Criollo: Arrancَ
Campaٌa
Electoral Escuلlida,
Los Papeles de Mandinga, Aٌo
2, #36, Marzo 7 del 2006. |
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