Cronologia degli accadimenti
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1991 – 1997: Le aziende
petrolifere Texaco, Unocal, Shell, BP, Amoco, Chevron e
Exxon-Mobil si sono impegnate nello stato ex sovietico del
Kazakhstan che dispone di enormi riserve petrolifere. Il governo
kazaco ha ottenuto 3 miliardi di dollari per i diritti di
sfruttamento e successivamente le ditte si sono impegnate a
fornire 35 miliardi di dollari in investimenti industriali e
strutturali.
La Unocal Oil Company ha firmato un accordo con il regime dei
taliban e anche con i loro oppositori per la costruzione di un
oleodotto attraverso l’Afghanistan fino al Pakistan e di lì
all’Oceano Indiano. Nel dicembre 1997 rappresentanti taliban
hanno partecipato a un convegno nella sede centrale della Unocal
per discutere sull’oleodotto. Nel 1998 però disordini interni in
Afghanistan hanno reso impossibile la costruzione
dell’oleodotto. In un memorandum della Unocal, a firma di Dick
Cheney, si dichiara che il progetto sarebbe stato completato in
5 anni.
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1998 – 2000: L’ex
presidente americano George Herbert Walker Bush effettua due
viaggi privati in Arabia Saudita per conto della Carlyle Group.
Qui incontra la famiglia bin Laden
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Settembre 2000: "Inoltre, il processo di trasformazione,
anche se implica un cambiamento rivoluzionario, probabilmente
sarà lungo, in mancanza di un evento catastrofico e
catalizzatore - come un nuovo Pearl Harbor" (Tratto dal sito
dei Neoconservatori del PNAC, Project for a New American Century,
composto da sostenitori e collaboratori dell'attuale
amministrazione Bush:
www.newamericancentury.com in "Defense and National Security",
titolo Rebulding America's Defenses)
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Gennaio 2001:
L’amministrazione Bush ordina all’FBI ed alle altre agenzie di
sospendere le investigazioni a carico della famiglia bin Laden
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Febbraio 2001: I talebani
si dichiarano pronti a negoziare con gli Stati Uniti.
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24 Aprile 2001: Larry
Silverstein stipula il più grande affare della sua vita:
prendendo in affitto per 99 anni le Torri Gemelle. La modica
cifra è di 2,3 miliardi di dollari (4800 miliardi di vecchie
lire). L’intera struttura era assicurata per 4 miliardi di
dollari. Fonte “Il Sole 24Ore”
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8 Maggio 2001: Il
Dipartimenti di Stato, a nome del segretario Colin Powell,
stanziò 43 milioni di dollari a favore del Governo talebano per
ottenere la loro collaborazione al progettato oleodotto in
Afghanistan.
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Maggio 2001: Il deputato
Richard Armitage, ex agente segreto si reca in India, mentre il
direttore della CIA George Tenet è in visita in Pakistan, dove
incontra il leader pakistano generale Pervez Musharraf.
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10 Giugno 2001: I servizi
segreti tedeschi segnalano alla CIA presso l’ambasciata che
certi terroristi arabi stavano progettando d’impadronirsi di
aerei civili americani per usarli come armi di distruzione
contro simboli americani.
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4-14 Luglio 2001: Osama bin
Laden si fa curare per una malattia al fegato (insufficienza
renale) nell'ospedale americano di Dubai e incontra un ufficiale
della CIA che rientrerà al quartier generale CIA il 15 luglio.
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11 Luglio 2001: Tre alti
funzionari statunitensi: Thomas Simmons ex ambasciatore USA in
Pakistan, Karl Inderfurth, assistente segretario di Stato per
gli Affari dell’Asia meridionale, Lee Coldren Dipartimento di
Stato: incontrano a Berlino membri dello spionaggio russo e
britannico e gli informano che gli USA progettano un attacco
militare contro l’Afghanistan a ottobre! (The Guardian 22
settembre 2001, BBC 18 settembre e Interpress Service 16
novembre)
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20 Agosto 2001: Il
presidente Putin ordina ai servizi segreti russi di avvertire le
loro controparti americane “nei più forti termini possibili” di
imminenti attacchi terroristici ad aeroporti ed edifici
pubblici. (intervista di Putin alla rete televisiva americana
MS-NBC)
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20 Agosto 2001: Il governo
della Francia attraverso l’ambasciata a Parigi e di Washington
fece una segnalazione precisa di data esatta, circostanze e
luoghi dell’attacco.
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6-7 Settembre 2001: Anonimi
speculatori sul mercato finanziario di New York acquistano 4744
Opzioni Put della United Airlines. Chi acquista Opzioni Put si
impegna a vendere un determinato numero di azioni a un prezzo
convenuto, entro un termine stabilito, in pratica scommette sul
ribasso di quel titolo, per guadagnarci.
L’acquisto di Opzioni Put in quei giorni delle due compagnie
aeree è del 600% superiore al normale!
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6-7 Settembre 2001: Anonimi
speculatori comprano 2157 Opzioni Put della Morgan Stanley con
scadenza ottobre e 12215 Opzioni Put della Merril Lynch.
L’aumento del volume di vendite fu del 1200%. La Morgan Stanley
e la Merril Lynch avevano gli uffici al 22° piano del WTC
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10 Settembre 2001: Vengono
acquistate 4516 Opzioni Put della American Airlines.
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11 Settembre 2001: Il
generale Mahmud dell'ISI è a Washington per conto dei talebani
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11 Settembre 2001: Il
presidente George Walker Bush si reca in una scuola pubblica a
parlare con i bambini, mentre il vicepresidente Dick Cheney si
assentò da Washington recandosi nella sicura residenza
presidenziale sulle montagne del Maryland. Alle 9:00 viene
informato dal capo dello staff che un aereo 14 minuti prima ha
colpito la torre nord. Alle 9:05 gli viene detto che anche la
seconda torre è stata attaccata. E Bush, come se niente fosse
continua a leggere le storia della capretta assieme ai bambini,
fino alle 9:25
VOLO 11
- Aereo:
American Airlines Boeing 767
- Decollo: aeroporto di Logan di
Boston alle ore 7:59 am
- Perdita di contatto radio
(spegnimento Trasponder): 8:20 am
- Lanciato allarme dalla torre
Boston: 8:38 am
- NORAD (rete radar militare
nord atlantica) contatta base militare Otis: 8:44 am
- Il Volo 11 è già in vista di
Manhattan ma il NORAD avverte la base Otis all’estrema punta del
Massachussets a 200 miglia di distanza. Appena al di fuori di
Atlantic City è stanziata la 177ma Squadriglia. Sono distanti da
NY circa 100 miglia!
- I caccia dalla base Otis si
alzano in volo: 8:52 am
- Impatto sulla Torre: 8:46
am
VOLO 175
- Aereo:
United Airlines Boeing 767
- Decollo: aeroporto di Logan di
Boston alle ore 8:14 am
- Deviazione dalla rotta di
linea: 8:42 am
- Spegnimento Trasponder:
8:40 am
- Impatto sulla Torre: 9:02
am
- Alle 9:02, ora d’impatto del
secondo Boeing, i caccia militari erano ancora a 70 miglia di
distanza!
- Velocità dei caccia: 720
miglia/ora
- Effettiva velocità dei caccia:
1000-1200 miglia/ora
- Tempo per avere un caccia sul
luogo del disastro: 50 minuti
VOLO 93
-
Aereo: United
Airlines Boeing 757
-
Decollo:
aeroporto di Newark alle ore 8:42 am
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Deviazione
dalla rotta di linea: 9:36 am
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Spegnimento
Trasponder: 9:40 am
-
Impatto sopra
Shanksville: 10:02 am
VOLO 77
- Aereo: American Airlines
Boeing 757
- Decollo: aeroporto Dulles di
Washington alle ore 8:20 am
- Deviazione dalla rotta di
linea: 8:46 am
- Spegnimento Trasponder:
8:55 am
- Il NORAD ordina il decollo dei
caccia dalla base di Langley in Virginia: 9:27 am
- La base dista 160 chilometri
da Washington. La base Andrews dell’Air Force è a 10 miglia
dalla Capitale e ha in dotazione F-16 e F-18.
- I caccia dalla base Andrews
furono fatti decollare dopo l’impatto sul Pentagono.
- Impatto sul Pentagono: 9:37
am
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Il primo a
dichiarare che un aereo si è schiantato sul Pentagono è stato il
segretario della Difesa, Donald Rumsfeld.
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Il
Pentagono è la zona più sicura e meglio difesa al mondo. Con una
serie di cinque batterie contraeree in grado di abbattere
qualsiasi cosa si avvicini, missili o aerei. Eppure l’11
settembre, nonostante si sapesse da molto tempo che un aereo si
stava dirigendo verso Washington, non si fece nulla.
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Sul volo
77 che impattò contro il Pentagono, ci sono moltissimi punti
interrogativi.
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Ecco le
dichiarazioni a caldo - successivamente fatte sparire - di
testimoni oculari.
- “L’aereo
sembrava poter trasportare otto-dodici persone” (Steve
Patterson, Washington Post, 11 settembre, 16:59)
- “Abbiamo sentito
qualcosa che faceva il rumore di un missile, poi abbiamo udito una
forte esplosione” (Tom Seibert, Washington Post, 11
settembre, 16:59)
- “Un aereo, un aereo dell’American Airlines. Ho pensato:
c’è qualcosa che non va, vola troppo basso. Poi l’ho visto. Voglio
dire, era come un missile da crociera con le ali” (Mike
Walter, CNN 12 settembre 2001)
Alcuni punti
che non tornano sul Pentagono:
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L’impatto sul
Pentagono è avvenuto in maniera perfettamente orizzontale, cosa
alquanto difficile, se non impossibile, per un aereo di linea;
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L’aereo non
ha toccato il prato d’erba davanti al Pentagono, quindi ha
colpito direttamente la costruzione in maniera precisa;
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Dalle foto
ufficiali si vede che il foro di entrata dell’aereo, prima che
la parete crollasse, ha la forma di rettangolo di circa 5/6
metri di larghezza, mentre il Boeign 757 pesa 100 tonnellate e
ha una apertura alare di 38 metri;
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Del Boeing
757 non è rimasto nulla perché la temperatura lo ha
letteralmente gassificato a 3000°. I reattori di un aereo però
sono brevettati per resistere a temperature elevatissime…
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Secondo il
dipartimento della Difesa, il Boeing 757 avrebbe perforato da
parte a parte 3 edifici del Pentagono, con un angolo d’incidenza
di 45°, e sarebbe uscito al 3° edificio con il muso creando un
buco circolare di 2,3 metri! I 3 edifici perforati sono rimasti
miracolosamente in piedi!
ALCUNE DOMANDE PRIVE DI RISPOSTA
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Perché l’aviazione
statunitense, conosciuta come la più professionale al mondo, il
giorno dell’11 settembre è stata tenuta praticamente a terra?
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Perché i caccia militari sono
stati fatti partire in ritardo e dalle basi militari più
lontane?
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Perché il
presidente degli Stati Uniti George Walker Bush junior dopo aver
saputo dell’attacco alle Torri è rimasto per 40 minuti
comodamente seduto in classe con i bambini a leggere la favola
della capretta? Perché non ha preso immediatamente i comandi
della nazione, visto che è il Capo delle forze armate?
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Come mai dopo poche ore
dall’attentato si è puntato il dito subito contro il terrorista
Osama bin Laden e il dittatore Saddam Hussein?
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Come mai delle 8 scatole nere,
6 non sono mai state trovate e 2, del volo 93 caduto in
Pennsylvania, 1 è inutilizzabile e l’atra è muta? Ogni aereo
civile ha in dotazione 2 scatole nere (il cui vero colore è
arancione), e servono a registrate i dati di volo e le voci
della cabina. Esse sono costruite per resistere agli incidenti
più incredibili: tranne che all’11 settembre…
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Com’è possibile che dalle
macerie del volo 93 è stato recuperato intatto un manoscritto
vergato dal presunto capo dei terroristi Mohamed Atta?
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Com’è
possibile che a diversi isolati dalle Torri Gemelle è stato
trovato un passaporto di uno dei dirottatori
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Come mai le
Torri Gemelle brevettate e costruite per supportare anche un
impatto aereo sono crollate su se stesse come un castello di
carte
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Perché i
terroristi avrebbero dovuto lasciare in una macchina
parcheggiata vicino alle Torri un Corano e un manuale di volo
scritto in arabo?
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Quali sono i
nomi di quei speculatori che un paio di giorni prima
dell’attentato hanno acquistato azioni migliaia di Opzioni Put
delle due compagnie di linea coinvolte, ben sapendo che
sarebbero crollate?
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Perché,
nonostante il divieto e il blocco totale dei voli, il 13
settembre 2001 un aereo militare ha accompagnato fuori
dall’America almeno 20 elementi della famiglia bin Laden?
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Perché agli
agenti dell’FBI è stato impedito dal presidente degli Stati
Uniti di interrogare la famiglia bin Laden?
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Perché la
Torre Sud è crollata per prima nonostante la Nord che ha
bruciato per più di un’ora era vistosamente più danneggiata?
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Perché molti
affermano di aver udito esplosioni all’interno degli edifici?
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Perché il
palazzo adiacente alle Torri è crollato un attimo prima che la
Torre crollasse?
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Perché vi
sono discrepanze tra la lista dei nomi dei passeggeri e il
resoconto ufficiale dei morti?
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Perché gli
Stati Uniti hanno bombardato l’Afghanistan nonostante nessuno
dei presunti terroristi era afgano o talebano, ma erano quasi
tutti arabi?
Libri sull’11 settembre 2001:
- DOPO L’11 SETTEMBRE: POTERE E
TERRORE, Noam Chomsky, ed Marco Troppa
- 11 SETTEMBRE: COLPO DI STATO IN USA, Maurizio Blondet, ed.
Effedieffe
- L’INCREDIBILE MENZOGNA, Thierry Meyssan, ed. Fandango
- IL PENTAGATE: ALTRI DOCUMENTI SULL’11 SETTEMBRE, Thierry Meyssan,
ed. Fandango
- GUERRA ALLA LIBERTA’ Nafeez Mosaddeq Ahmed, ed. Fazi
- MISTERO AMERICANO di Marina Montesano, edizioni Dedalo
tratto da:
http://www.disinformazione.it/11settembrecronologia.htm
Ci siamo limitati a esporre esclusivamente
osservazioni tecniche e dati di fatto reperiti da articoli e
analisi specialistiche di pubblico dominio. Questo articolo non si
assume la responsabilità di quanto affermato nei documenti citati,
ma si limita a rendere conto di problematiche e interrogativi
oggetto di un ampio dibattito
«Non è stato possibile accertare con
precisione la sequenza di eventi che hanno determinato il crollo
delle due torri» (FEMA,
Agenzia federale per la gestione delle emergenze]).
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I fatti
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«Le due torri erano alte 400 metri. A
sostenerle c'erano 47 pilastri d'acciaio posti nella struttura
centrale di ciascun edificio e 240 pilastri di acciaio disposti
lungo il perimetro (vedi
immagine), ognuno dei quali era assai più largo alla base
che all'estremità superiore. I pilastri perimetrali erano
collegati al nucleo centrale da travi reticolari composte,
inserite nei solai di cemento. (...) La relazione delle FEMA
diceva: "Nelle due torri il sistema di armatura dei solai era
complesso e sovrabbondante in misura più considerevole rispetto
ai sistemi impiegati di solito". Analisi condotte sull'acciaio
recuperato hanno stabilito altresì che, oltre a non essere
affatto inadeguato, soddisfaceva o addirittura superava i
requisiti standard» (In: Griffin, cit., pag. 29).
-
La Torre nord (edificio 1) viene colpita alle
8.46 e crolla alle 10.28 (dopo 1 ora e 42 minuti)
-
La Torre sud (edificio 2) viene colpita alle 9.03
e crolla alle 9.59 (dopo 56 minuti, ovvero mezz'ora più
rapidamente della prima. Sebbene colpita 17 minuti dopo la sua
gemella, collassa 29 minuti prima, malgrado la minore entità
dell'incendio, e malgrado fosse stata colpita all'81 piano, 15
piani più in basso della Torre nord, proprio dove le colonne
d'acciaio sono più spesse per sostenere un numero maggiore di
solai.
-
L'edificio 7 del WTC, a 200 metri di distanza
dalle Torri, crolla per un misterioso incendio alle 17.20.
-
Non esistono spiegazioni tecniche sottoscritte da
alcun organo istituzionale: la FEMA conclude genericamente la
sua relazione attribuendo il collasso delle due torri al calore
generato dagli incendi
|
Incongruenze
-
L'impatto degli aerei non è stato significativo,
«poiché il numero di pilastri danneggiati non fu alto e i
carichi si redistribuirono sui restanti pilastri di quella
struttura fortemente sovrabbondante» (Thomas
Eagar)
-
Per fondere l'acciaio sono necessarie temperature
intorno ai 1500°C (ottenibili in grandi estensioni solo
artificialmente). Un incendio provocato da idrocarburi (il
carburante degli aerei) varia tra gli 870°C e i 925°C. Come
dimostrava il gran fumo nero che fuoriusciva dalle torri (indice
di una scarsa attività di combustione), le temperature non
potevano superare i 700°C (T.
Eagar)
|
Un articolo scientifico che conferma la versione
ufficiale
L'analisi tecnica del Dipartimento di ingegneria civile
dell'Università di Sydney (posizione critica rispetto alla
versione ufficiale)
La tavola con le proprietà chimico-fisiche
dell'Acciaio
|
- Gli incendi furono di durata troppo breve
per indebolire una massa d'acciaio come quella delle torri,
per altro a non più di 700°C. In merito a questo problema,
l'immagine della Torre sud mostra come l'incendio fosse
particolarmente circoscritto e in via di esaurimento. E
tuttavia, essa crollò prima della Torre nord, che bruciava
più intensamente.
- In una relazione della FEMA del 1991
si legge che un incendio in un grattacielo di Philadelphia
aveva generato fiamme così estese che «le travi maestre e
quelle secondarie si erano piegate e contorte (...) ma (...)
nonostante le straordinarie proporzioni del fenomeno, i
pilastri avevano continuato a sostenere il carico senza
riportare danno evidenti» (in: Griffin, cit., pag. 31).
- Non è mai accaduto prima dell'11 settembre
2001 che un edificio con struttura d'acciaio crollasse
esclusivamente a causa di un incendio.
- «Tale rovesciamento delle aspettative
(sui tempi di collasso delle due torri) indica che il
crollo degli edifici fu causato da qualche fattore privo di
relazione con gli incendi» (In: Griffin, cit. pagina
32). |
Qualche motivo per dubitare
-
La FEMA parla di «crollo consecutivo dei
solai, perpendicolarmente gli uni sugli altri» (in: griffin,
cit. pag. 31), ma
-
Si è già visto che il calore dell'incendio non
giustifica il liquefarsi di 283 pilastri di acciaio
-
In ogni solaio del centinaio di piani dei due
edifici avrebbero dovuto "sbriciolarsi" centinaia di travi
d'acciaio collegate ai 283 pilastri
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Le torri crollarono nel giro di 10 secondi: per
400 metri d'altezza, ciò equivale a un volo in caduta libera,
senza nessuna resistenza - neppure di un secondo - da parte
degli 80 piani sottostanti alla zone incendiata (quasi un
cedimento istantaneo di tutti i solai contemporaneamente)
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Il crollo delle torri è stato totale,
lasciando un cumulo di macerie sbriciolate alto pochi piani: «Perché
la parte inferiore di quei massicci pilastri centrali non
rimase in piedi dopo il crollo? Se è vero, come si sostiene
ufficialmente, che i danni maggiori furono causati dagli
impatti e dagli incendi ai piani superiori, e di conseguenza i
solai caddero schiacciandosi gli uni sopra gli altri, allora
ci si aspetterebbe anche che i massicci pilastri d'acciaio del
nucleo centrale fossero rimasti in piedi quantomeno per 20 o
30 piani della parte inferiore» (Peter
Meyer)
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«[Il crollo] diventa comprensibile se le basi
dei pilastri d'acciaio furono fatte saltare con esplosivi
collocati al livello delle fondazioni. Con le basi ridotte in
polvere e i pilastri d'acciaio centrali spezzati da esplosioni
causate in più punti lungo le torri gemelle, i solai superiori
persero l'appoggio e crollarono al suolo in circa dieci secondi»
(Peter Meyer, cit.).
-
«In entrambi i casi gli incendi all'interno
degli edifici si placarono dopo poco tempo, sprigionando
soltanto fumo nero e caliginoso. Se le Torri gemelle furono
abbattute di proposito, con l'intenzione di attribuire la causa
del crollo agli incendi (...) allora l'ultimo istante utile per
farle cadere sarebbe stato proprio quello in cui le fiamme si
stavano estinguendo. Poiché l'incendio della Torre sud è stato
provocato dalla combustione di una quantità minore di carburante
rispetto a quello della Torre nord, le fiamme dell'edificio sud
cominciarono a spegnersi prima. Quindi, chi controllava la
demolizione fu costretto a far crollare l'edificio sud prima di
quello nord» (Ibid.)
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«Ai miei occhi, il problema in assoluto più
evidente riguarda la fonte dell'enorme quantità di polvere
sottilissima che abbiamo visto generarsi durante il crollo
(...). Che cosa ha prodotto l'energia necessaria a trasformare
tutto quel cemento in polvere? (...) Poiché l'accelerazione di
gravità durante il crollo dovrebbe essere al massimo di 9,8 m al
secondo, all'inizio tutto si muove lentamente (...). È assai
difficile immaginare un meccanismo fisico che generi tanta
polvere quando delle lastre di cemento battono le une contro le
altre a una velocità di 35 o 45 Km all'ora» (Jeff King, «Indymedia
Webcast News», 12 novembre 2003)
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«All'incirca 100.000 t di cemento per ciascuna
torre si trasformarono in cipria. Questo richiede un mucchio di
energia» (in: Griffin, cit. pag. 33)
-
«Per ridurre il cemento a una polvere sottile
come cipria bisogna impiegare dell'esplosivo» (Ibid.)
-
«Quasi ogni pezzo di entrambe le torri era
spezzato nei punti di giunzione» (Ibid.)
-
La rivista specializzata «Fire Engineering»
collegata al corpo dei vigili del fuoco di New York, e ingegneri
della protezione civile, hanno sostenuto che «i danni
strutturali provocati dagli aerei e dalla combustione del
carburante, avvenuta per esplosione, non furono sufficienti a
far crollare le due torri» (in: Griffin, cit., pag. 28)
-
Le foto sembrano provare che la Torre sud non è
crollata a causa dell'incendio, ma è stata demolita con la
tecnica della "demolizione controllata". Sotto la nube nera
dell'incendio si notano gli sbuffi bianchi via via successivi
delle presunte esplosioni, nubi formate dal cemento vaporizzato.
I
-
«Per provare che i pilastri d'acciaio delle
Torri gemelle furono fatti saltare con esplosivi, bisognerebbe
averne esaminato i frammenti rimasti fra le macerie, per vedere
se vi fossero tracce di quello che gli esperti di metallurgia
chiamano "accoppiamento". Ma i detriti del WTC furono rimossi il
prima possible, senza che fosse possibile sottoporli a perizia
legale (...). Le oltre 250.000 tonnellate d'acciaio provenienti
dalle Torri gemelle furono vendute quasi completamente ai
commercianti di rottame di New York, e quindi caricate a tempo
di record su navi dirette in Cina e Corea, rimuovendo così
qualsiasi prova» (P. Meyer, cit.)
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Sito con le analisi tecniche relative alla teoria
della "demolizione controllata"
Ampio reportage analitico sulla distruzione delle
Torri
Aggiornamenti
Negli ultimi mesi, la campagna di
controinformazione sta assumendo dimensioni gigantesche in quanto
a numero di articoli e di siti e di pubblicazioni tendenti a
dimostrare non solo l'inconsistenza delle versioni ufficiali, ma
il persistente e sistematico occultamento, da parte dei media
americani, di ogni informazione che potrebbe rivelarsi scomoda.
Tra queste, per esempio, vi è il riemergere, a quattro anni di
distanza, di testimonianze che furono quasi immediatamente
"dimenticate" o occultate o semplicemente ignorate come non
rilevanti, ma che invece potrebbero essere decisive per una
revisione storica dei fatti dell'11 settembre. Si tratta delle
testimonianze oculari degli operai che nel momento stesso
dell'attentato alle torri stavano lavorando nei loro sotterranei;
secondo quanto essi avevano affermato fin dall'inizio, e oggi
vanno ribadendo puntualmente, vi furono esplosioni nei sotterranei
delle torri quasi contemporanee all'impatto degli aerei,
esplosioni che avevano senza dubbio origine da ordigni esplosivi e
che non avevano nulla a che vedere con l'incendio del carburante
degli aerei: «Questo edificio [la torre nord] aveva sei
sottolivelli, B1, B2, B3 e così via fino al B6, ossia i livelli
dei sotterrane dell'edificio. (...) Alle 8.46 abbiamo sentito un
bang, un'esplosione che proveniva dai piani al di sotto di quello
in cui mi trovavo, tra il B2 e il B3. È stata così violenta e
l'edificio ha tremato così forte che le pareti si sono crepate e
il controsoffitto è crollato. (...) Alcuni secondi dopo abbiamo
sentito un impatto enorme nella parte alta dell'edificio [il
crash dell'aereo]. (...) Dissi ai pompieri di seguirmi, perché
aveva la chiave per aprire le porte e sapevo qual era la strada
più breve. Mentre salivamo le scale sentivamo delle esplosioni bum...
bum... bum... che continuavano a verificarsi nei diversi piani»
[testimonianza dell'eroe decorato Wlliam Rodriguez citata in:
Nexus, Speciale 11 settembre, supplemento al n. 57 dell'edizione
italiana, pagg. 12-14].
|
tratto da:
http://it.wikipedia.org/wiki/11_settembre_2001_-_Interrogativi_senza_risposta#Qualche_motivo_per_dubitare
L’US Army fallisce
nell’elaborazione di una simulazione credibile
dell’attentato del Pentagono
11 settembre: scientificamente
impossibile
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L’US-Army e il National.science.foundation hanno
finanziato una simulazione tridimensionale dell’attentato
verificatosi al Pentagono l’11 settembre 2001. Ricercatori di un’équipe
pluridisciplinare dell’università di Stato di Purdue (Indiana)
hanno prodotto una sequenza 3D il cui realismo apparente attenua
l’assenza di immagini video autentiche dell’evento. Questo
risultato mediatico, in occasione del 1° anniversario
dell’attacco, è stato interpretato dai mass media compiacenti come
una prova dell’inconsistenza della polemica che abbiamo sollevato
sulle modalità dell’attentato. Purtroppo per loro, dopo sei mesi
di ricerche e nonostante l’importanza dei mezzi tecnici ed umani
mobilitati, gli scienziati di Purdue non sono stati in grado di
stabilire uno scenario conforme alla versione ufficiale e
compatibile con gli elementi materiali. Incapaci di spiegare come
il presunto aereo avesse potuto colpire soltanto il piano terra ed
il primo piano, hanno postulato che esso volava rasente al suolo,
benché non vi fossero spazi di manovra; non riuscendo a spiegare
l’assenza d’impatto sul Pentagono, hanno sottratto una parte della
facciata dalla simulazione; incapaci di chiarire come i reattori
in acciaio fossero potuti scomparire, hanno postulato che il
presunto boeing non ne avesse; incapaci di chiarire come cento
tonnellate di materia fossero scomparse, hanno evaso la
questione... L’incapacità con cui gli scienziati, delegati dall’US-Army,
hanno ricostruito in pratica la versione ufficiale dell’attentato
al Pentagono dimostra a contrario che questa versione è
scientificamente impossibile.
postulato numero 1: l’aereo volava
orizzontale redente il terreno.
Per
volare in orizzontale e rasoterra sarebbe stato necessario un
terreno libero per molte centinaia di metri
Gli scienziati hanno osservato che l’impatto sulla
facciata si trova tra il piano terra ed il primo piano
dell’edificio. Hanno constatato che solo questi primi due livelli
sono stati danneggiati all’interno della costruzione (i piani
superiori sono intatti ed il suolo non è stato scavato). Come
mostra l’immagine sopra che hanno diffuso alla stampa, i
ricercatori hanno dunque preso per postulato che "il boeing "
fosse giunto orizzontalmente radendo il suolo [1].
E’ possibile che un aereo possa radere il suolo in
questo modo: è ciò che si chiama atterraggio. Ma perché accada
ciò, gli occorre un terreno libero su una distanza di molte
centinaia di metri [2].
Il presunto aereo non disponeva di tale pista d’atterraggio
dinanzi al Pentagono. L’edificio non si trova in pianura, piena di
case e attraversata da autostrade e scambiatori.
2° postulato: "l’aereo" non aveva reattori.
Gli
scienziati hanno dimenticato due dettagli che permettono ad un
aereo di volare e che sono gli elementi più solidi
dell’apparecchio : i reattori.
Lo studio è stato incentrato sulla distruzione
delle ali del "boeing 757-200". Era in effetti sembrato
sorprendente che un aereo di 38 metri di portata penetrasse in un
edificio con un foro da 5 a 6 metri di larghezza. Una teoria era
stata avanzata da molti "specialisti" i quali avevano affermato
che le ali "si erano ritirate" sotto l’effetto dell’impatto. Gli
universitari di Purdue spiegano, a loro volta, che queste ali
erano soprattutto composte di cherosene, il quale si è versato
nell’edificio senza realmente dannegiarlo.
Tutti dimenticano due piccoli dettagli che si
trovano su queste ali e permettono ad un aereo di volare: i
reattori. Queste due parti sono più resistenti dell’apparecchio.
Semplicemente, nello studio di Purdue (vedi immagine di sopra) i
reattori non sono stati presi in considerazione.
3° postulato: il Pentagono non ha facciate
Gli scienziati hanno preso in considerazione soltanto i pilastri
dell’edificio ed hanno dimenticato che la facciata è stata
perforata solo su 5 a 6 metri di larghezza.
Nelle loro ricerche, gli scienziati hanno studiato
la collisione "dell’aereo" con i pilastri di sostegno
dell’edificio. Il direttore della ricerca, Mete Sozen, ha
particolarmente insistito sulla specificità di questi pilastri,
rafforzati da una sbarra metallica a spirale, una tecnica
utilizzata negli anni 40. "Il cerchio d’acciaio,
spiega, ha rafforzato la solidità delle colonne ed ha
probabilmente permesso di salvare molte vite".
Nelle loro ricerche, gli scienziati non hanno preso
in considerazione il fatto che "l’aereo" avrebbe dovuto prima
colpire la facciata, poi sfondare molte pareti interne. Hanno
considerato come se la collisione con la facciata non avesse
danneggiato né questa né l’apparecchio. Hanno completamente
eliminato il fatto che un boeing 757-200, di una portata di 38
metri e di un’altezza di 12 metri, non può entrare con un foro da
5 a 6 metri di ampiezza senza che né le ali, né i reattori, né la
coda non provochino traccia del loro impatto.
4° postulato: l’anti-materia esiste
"L’aereo"
"disintegrato". Ma gli scienziati si sono dimenticati di precisare
come 100 tonnellate di materia siano potute scomparire.
Perché ci sono stati così pochi danni sull’edificio del Pentagono?
Lo studio di Purdue dà una risposta a questa domanda : il "boeing"
è stato ridotto in polvere. "A questa velocità,
l’aereo stesso è come una pelle di salsiccia [a sausage skin]",
ha spiegato Mete Sozen alla stampa. "Non era
abbastanza resistente e si è virtualmente disintegrato [crumbles]
al momento dell’impatto" [3].
Se gli scienziati spiegano in questo modo l’assenza di danni
importanti sull’edificio, non spiegano però la scomparsa preteso
del "boeing". Dimenticano che 100 tonnellate di materia restano
sempre 100 tonnellate di materia. Cosa è diventata questa materia?
Cercando un boeing, i nostri universitari sembrano avere fatto una
grande scoperta scientifica: l’anti-materia esiste.
Il gruppo pluridisciplinare dell’università
di Purdue è fallito. Non è riuscito ad elaborare una simulazione
della versione ufficiale degli eventi compatibile con gli elementi
materiali. Per soddisfare il comando dell’US-Army (ARO, contratto
39136-MA), è stato costretto a dimenticarsi volutamente delle
precisazioni richieste dall’assenza d’impatto sulla facciata e
dalla smaterializzazione della macchina. Finora, la sola
spiegazione tecnicamente plausibile dell’attentato resta dunque
quella enunciata da Thierry Meyssan: il lancio di un missile e non
il crash di un boeing 757-200.
note:
[1] tutte le immagini della
simulazione sono disponibili nel sito dell’università di Purdue :
"September 11 Pentagon Attack simulations Using Ls-Dyna",
http://www.cs.purdue.edu/homes/cmh/simulation/
[2] una pista d’atterraggio misura
tra 2000 e 2500 metri. Secondo il costruttore, occorrono 1500
metri ad un boeing 757-200 per atterrare in queste condizioni:
Vedere le specificazioni del Boeing 757-200 fornite dal
costruttore, in funzione del peso dell’apparecchio, delle
condizioni climatiche e dell’altezza della pista:
www.boeing.com/assocproducts/aircompat/acaps/753sec3.pdf
[3] « New simulation shows 9/11
plane crash with scientific detail », Purdue News,
12 settembre 2002:
http://news.uns.purdue.edu/hp/Sozen.Pentagon.html
tratto da:http://www.voltairenet.org/article126907.html
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