Il personaggio di Edgar Cayce è forse poco noto, ma la stravaganza
delle sue capacità e l’incredibile loro efficacia basterebbero a
porlo in un ruolo di primo piano tra i personaggi più affascinanti
del secolo appena trascorso.
Edgar Cayce nacque nel 1877 in una fattoria a Hopkinsville, nel
Kentucky, negli USA. La sua prima esperienza “stravagante” risale
all’età di sette anni, quando, in un bosco, come egli raccontò,
udì la voce di un fantasma (anche se sarebbe più corretto parlare
di un angelo) dirgli: “Le tue preghiere sono giunte alle mie
orecchie. Che cosa vorresti da me?” Egli aveva risposto: “Potere
aiutare gli altri, specialmente i bambini ammalati.”
Questo desiderio fu esaudito: il primo bambino malato ad essere
curato fu… sè stesso. Accadde, infatti, che, colpito con violenza
da una palla da baseball, il giovane, portato a casa per le cure,
avesse indicato alla madre, in uno stato di semitrance, tutte le
istruzioni necessarie per la preparazione di un impiastro
medicamentoso. Il rimedio fu assolutamente efficace ed il bambino
guarì rapidamente. Da quell’occasione in poi, i suoi poteri
iniziarono a manifestarsi con maggiore frequenza e potenza.
Convinto che questi poteri avessero origine divina, Cayce iniziò
ad adoperarsi per alleviare le sofferenze dei malati. Il suo
“metodo” di cura era piuttosto semplice: Cayce si stendeva sul
divano di casa e, in uno stato di parziale incoscienza, come
quello in cui entrano alcuni medium durante le sedute spiritiche,
descriveva la malattia del proprio “paziente” e l’occasione in cui
l’aveva contratta. Nulla poteva fermare la missione di Cayce,
neanche la distanza: se infatti un suo paziente si trovava a
grande distanza, Cayce, dopo essere entrato nello stato di cui
sopra, viaggiava come in una “proiezione astrale”, raggiungendo e
riuscendo a comunicare col malato. Nonostante molti studiosi
dubitassero di questi suoi effettivi viaggi, la descrizione
minuziosa dell’ambiente visitato durante il “viaggio” e le
straordinarie conoscenze mediche che Cayce snocciolava durante le
sue “sedute”, conoscenze che assolutamente non possedeva in stato
di coscienza, riuscivano a far tacere tutti i suoi detrattori,
che, come vedremo, non mancarono mai. Molte ed incredibili furono
le sue guarigioni, basterà ricordarne alcune. Un giorno, egli
perde inspiegabilmente la voce, forse a causa di una laringite.
Ogni tentativo di cura appare inutile. Il sogno di diventare un
predicatore svanisce miseramente, mentre l’incredibile rapidità
dello svilupparsi del suo handicap attira la curiosità del grande
ipnotizzatore Hart. Sotto ipnosi, il ragazzo, in uno stato di
potentissima trance, non solo parlava perfettamente, ma dimostrava
impressionanti capacità diagnostiche. Visto che le cure
tradizionali non parevano funzionare, Nostro decise di autocurarsi,
come aveva già fatto da bambino. Caduto nel solito stato di
semicoscienza, Cayce diagnosticò il proprio problema come
“paralisi delle corde vocali dovuta a tensione nervosa”;
subito dopo diede ordine al proprio organismo di accrescere
l’afflusso di sangue alla regione interessata: in pochissimo
tempo, Cayce guarì completamente. In un’altra occasione restituì
la vista al figlio, che l’aveva persa in un incidente ed al quale
i medici volevano asportare un occhio. In un’occasione Cayce
prescrisse ad un suo paziente, tale James Andrews, un estratto di
una pianta chiamata clary, pianta che nessuno aveva mai sentito
nominare; alla fine, il paziente stesso scoprì che quel medicinale
era stato messo scoperto in Francia sessant'anni prima da un
medico parigino ma era stato poi accantonato. Ancora, un’altra
volta consigliò ad un suo assistito un farmaco chiamato Codiron,
fornendo il nome e l’indirizzo dell’industria chimica di Chicago
che lo produceva. L’ammalato interpellò l’azienda e si sentì
rispondere che il farmaco era stato preparato da pochissimo tempo,
registrato meno di un'ora prima e che pertanto era ancora tutto
quanto segreto. Cayce intuì come la sua capacità diagnostica
dipendesse dalla capacità di individuare la relazione del male con
quanto accaduto al paziente nelle sue vite precedenti. Ad un uomo
che si era rivolto a lui, ad esempio, comunicò che, nella
precedente esistenza, egli si era chiamato Barnett Seay, che era
vissuto ad Henrico County e che aveva combattuto tra le file dei
sudisti durante la guerra di secessione americana. Successive
ricerche storiche dimostrarono che in effetti un Barnett A. Seay,
vissuto ad Henrico County, aveva realmente combattuto in un
reggimento di sudisti come portabandiera. Quello che stupisce di
più, delle cure miracolose di Cayce, era il fatto che esse fossero
(quasi) tutte ottenute con metodi naturali, quelli che oggi
definiremmo come omeopatici, quindi infusi di erba e sostanze
disponibili naturalmente, il tutto abbinato ad un sano esercizio
fisico. Cayce era un accanito lettore della Bibbia ed era animato
da un forte spirito idealista; egli rifiutò di arricchirsi con
queste sue facoltà ed, anzi, lavorò sempre disinteressatamente, e
senza posa, sino alla morte, avvenuta nel 1945. Oltre ad essere un
guaritore, Cayce era anche un veggente. “All’inizio del secolo
questo pioniere non riconosciuto ha parlato dell’energia atomica,
del pianeta Plutone, non ancora scoperto, della televisione, delle
ghiandole endocrine, del raggio laser e dell’aura”, scrive
l’astrologa francese Dorothée Koechlin de Bizemont nel libro Les
prophéties d’Edgar Cayce. Si dice avesse predetto il crollo del
mercato azionario del 1929, la Seconda Guerra Mondiale, l’eruzione
dell'Etna (avvenuta 1991) e quella del Vesuvio (nel 1944), il
terremoto in Turchia; profetizzò che tra il 1959 ed il 1998
l’emisfero occidentale della Terra sarebbe stato teatro di
violente eruzioni e di un cambiamento della crosta terrestre, che
il ghiaccio dei poli si sarebbe sciolto, cambiando il clima e che,
nel 1998, Los Angeles, San Francisco e New York sarebbero state
distrutte dai terremoti. Tutte queste profezie, Cayce riteneva
provenissero da una sorta di “inconscio collettivo”, da lui
chiamato Akasha, “ciò che la tradizione occidentale denomina il
Libro della Via, o la Memoria dell’universo”, come spiegò alla
moglie Gertrude. Ma era anche un formidabile “retroveggente”, un
veggente che vede ciò che è già accaduto: per esempio, sostenne
che in Perù fosse esistita una civiltà antecedente agli Incas.
Questo fatto fu provato, in seguito, dalla scoperta, in Perù di
alcuni manufatti e reperti che rimandavano, effettivamente, ad una
cultura più antica di quella degli Inca. Di Cayce, lo scrittore
Werner Keller disse: “Cayce è stato in grado di sollevare la
cortina del tempo dai secoli più remoti. Si metteva a dormire e
risaliva indietro nella storia a suo piacere.” Tuttavia, un’altra
e ben più importante è la “retroveggenza” che fece conoscere Cayce
anche in questi panni: egli, infatti, sostenne di conoscere molti
particolari della civiltà scomparsa di Atlantide, essendone stato
sacerdote. Quando Cayce cadeva in trance aveva frequenti visioni
del continente perduto di Atlantide, che descriveva con
incredibile quantità di particolari, fornendo molti dettagli sulla
capitale, Poseidìa e sulle altre città del continente. Molto di
ciò che Cayce vedeva nei propri “viaggi” riguardava l’ordinamento
sociale, religioso e scientifico degli atlantidei, che avrebbero
conosciuto l’energia atomica ed avrebbero costruito macchine
volanti antigravità. Cayce conosceva tutto questo perché sosteneva
di essere stato un sacerdote di Atlantide, aver assistito
impotente alla distruzione del continente perduto, avvenuto a
causa dell’uso sconsiderato delle energie. “Atlantide era stata
già annientata due volte, la prima a causa di un’esplosione dovuta
ai prodotti utilizzati per sterminare gli enormi animali che
infestavano la Terra, la seconda per via di un potentissimo
cristallo che concentrava l'energia solare sul continente e che un
giorno ci fece saltare tutti in aria... Avevamo molti terribili
cristalli che traevano energia dalle stelle. Ma quando violammo la
Legge dell’Uno, cioè la fratellanza universale, ci
distruggemmo...”, raccontò. “I superstiti scamparono in Egitto,
dove i loro successori edificarono la Grande Piramide, e in
Messico e in Perù, dove costruirono dei templi che erano un
pallidissimo ricordo della civiltà perduta...” Cayce previde che
le rovine sottomarine di Atlantide sarebbero state scoperte fra il
1968 ed il 1969 al largo dell’isola di Bimini. Sarà un caso che in
quegli anni gli archeologi J.Mayol e Manson Valentine scoprirono,
nella zona di cui sopra, una scalinata ed una strada lunga 100
metri, composta da enormi blocchi di pietra disposti ordinatamente
uno in fila all’altro; la scienza vuole spiegarla come una
formazione naturale, ma gli esoteristi le considerano come le
vestigia di una civiltà perduta, forse proprio Atlantide. Ancora,
Cayce sosteneva di aver veduto, ancora più indietro nel tempo, la
storia primigenia dell’umanità, l’età in cui l’uomo “vagava come
uno spirito sulla Terra”, prima di assumere una forma materiale,
causa un progressivo imbarbarimento; da questa caduta sarebbero
nate cinque razze, la bianca, la gialla, la nera e la rossa, la
atlantidea. Come detto, Cayce ebbe moltissimi detrattori,
soprattutto fra i medici. L’unico ad appoggiarlo in parte fu il
medico omeopata Wesley Ketchum, che ricorse all’aiuto del
guaritore un centinaio di volte, dopo che Cayce aveva risanato una
sua paziente malata di mente. Proprio Ketchum ha presentato
all’American Society for Clinical Research, prestigioso comitato
di studi medicina, tutte le cartelle cliniche dei pazienti guariti
con l’aiuto del veggente. Le letture di Cayce, le sue preveggenze
sui pazienti e le sue retroveggenze e profezie, sono custodite in
Virginia, da un’associazione di suoi fans, l’Association for
Research and Enlightenment. A questi si è rivolta Dorothée
Koechlin de Bizemont per potere catalogare e schedare buona parte
degli scritti, in seguito pubblicati in Francia: “8000 circa sono
a carattere medico e psicologico e gli altri trattano di storia,
scienza, esoterismo, archeologia, politica, economia, per un
totale di 14256 messaggi...” Proprio in questa incredibile
quantità di scritti appare agli studiosi come il punto debole di
Cayce: statisticamente, infatti, qualche centinaio di diagnosi e
previsioni effettivamente indovinate a fronte di oltre 14.000
messaggi rappresentano una percentuale di successi decisamente
bassa, spiegabile con una buona dose di fortuna. Fra i meno feroci
detrattori c'è il giornalista americano Martin Gardner: “Su Edgar
Cayce non c’è molto materiale serio e obiettivo... Io l’ho
conosciuto, era un uomo garbato e gentile e sincero. Ma sono
assolutamente scettico sulle sue doti. Il suo bagaglio di
conoscenze era dovuto alle sue letture e agli scambi di vedute con
gli amici. Tutte queste informazioni Cayce le dimenticava a
livello cosciente e le recuperava sotto ipnosi. La sua filosofia
era un guazzabuglio di cristianesimo, astrologia, piramidologia,
teosofia e tradizioni occulte. Quanto alle diagnosi, molte di
queste venivano formulate in presenza di osteologi e omeopatici,
che lo aiutavano. Fu proprio questa collaborazione che influenzò
le sue diagnosi e le sue terapie. Sebbene migliaia di persone
credessero di essere state guarite, molte diagnosi iniziali di
Cayce erano completamente fuori strada.” Tra i più accaniti suoi
nemici, c’è il professor Joseph B. Rhine, che si dimostrò scettico
dei poteri di Cayce dopo che questi aveva diagnosticato alla
figlia dello studioso un male sbagliato. In conclusione, Cayce è
una figura assai misteriosa e particolare, che divide e che
affascina, come, del resto, accade per molti personaggi
“particolari”.
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