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SONO STATO
FRAINTESO (le autosmentite di Berlusconi)
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Una ventina di casi,
dal 2001 ad oggi, in cui il premier ha fatto importanti
affermazioni che poi ha smentito o sono state smentite dagli
interessati: Casa, pensioni, Iraq e tante altre le autosmentite di
Berlusconi -
di MATTEO TONELLI
ROMA
- Affermazioni importanti seguite da immediata autosmentita. A
Berlusconi, in cinque anni di governo, è successo molto spesso. Le
ultime (sulla casa e sulle pensioni) sono degli recentissime. A
volte il premier assicura di essere stato male interpretato, a
volte fa proprio marcia indietro, in altre occasioni sono i
diretti interessati a smentire. Una rapida ricerca in archivio ha
prodotto questo elenco. Sicuramente incompleto.
La casa agli
italiani.
Sorrento, 11 novembre 2005, Berlusconi lancia il suo progetto
davanti ai giovani di Forza Italia: "Daremo una casa a tutti gli
italiani in difficoltà. Sono il 19% della popolazione, ma abbiamo
un piano fattibile". Ieri ha precisato: "Non ho detto a tutti gli
italiani, ma solo a quelli sfrattati"
Pensione a 68
anni. 3 novembre 2005: "Un orizzonte che non dobbiamo
precluderci, l'innalzamento dell'età pensionabile a 68 anni". Il
15 novembre spiega: "Io non ho proposto di spostare l'età
pensionabile a 68 anni"
Bush e le
elezioni italiane. 31 ottobre 2005. A Washington, parlando con
i giornalisti dopo l'incontro con il presidente Usa, dice: "Bush
teme un cambio di governo in Italia". Vittorio Zucconi di
Repubblica, gli chiede: "Presidente, a scanso di equivoci, lei ci
sta dicendo che il presidente Bush ha espresso a lei una
preferenza elettorale contro il centro sinistra?". Il premier,
allora, precisa: "Non mi ha detto esattamente così Bush, ma è
evidente che sentendo le dichiarazioni dei leader della sinistra
che affermano che se vincessero le elezioni farebbero come
Zapatero ritirando le truppe dall'Iraq, basta fare uno più uno per
capire come la pensa il presidente americano. Come sempre gli
Stati Uniti non interferiscono nei problemi interni di altri
paesi, specialmente nei periodi elettorali e pre-elettorali".
Centristi
traditori. 16 agosto 2005. Intervistato dalla Stampa,
riferendosi ai centristi della Cdl, dice: "C'è chi pensa di
salvarsi offrendosi al vincitore, ma parte da una valutazione
errata". Immediata la reazione di Follini: "L'evocazione di
doppigiochi, tradimenti e passaggi di campo nei confronti di un
partito coerente e sicuro come l'Udc è semplicemente miserevole.
Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio una smentita chiara e
netta". E la smentita arriva puntuale, affidata a Boniauti:
"Nessuno in Forza Italia, tantomeno il presidente Berlusconi, ha
pronunciato parole legate al concetto di tradimento o di traditore
nei confronti dei nostri alleati".
Risanamento
Alitalia.
29 aprile 2005: Berlusconi annuncia che il piano di risanamento
dell'Alitalia è stato accettato dalla Commissione europea.
Immediata la smentita di Bruxelles: "Nessuna decisione è stata
presa".
Andare a Nassiriya. "Non sento alcun bisogno di andare a
Nassiriya, sarebbe solo una operazione dimostrativa e retorica"
(26-3-2004). Il 10 aprile Berlusconi va in visita a Nassiriya.
Unto e bisunto.
"Io unto del Signore? Non ho mai pronunciato questa sciocchezza"
(9-3-2004). "Io sono l'unto del Signore, c'è qualcosa di divino
nell'essere scelto dalla gente. E sarebbe grave che qualcuno che è
stato scelto dalla gente, l'unto del Signore, possa pensare di
tradire il mandato dei cittadini" (25-11-1994).
Lifting forzato.
"Io il lifting non lo volevo fare. Sono stato tirato dentro a
farlo. È stata Veronica a spingermi a fare il lifting"
(27-1-2004). Poi Veronica lo smentisce: "Il lifting è stata
un'idea sua".
Fascismo buono.
"Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in
vacanza al confino" (intervista a 'The Spectator', 4-9-2003). Il
17 Berlusconi cerca di smorzare l'intervista allo 'Spectator':
"Eravamo alla seconda bottiglia di champagne". Ma gli
intervistatori lo smentiscono: "Abbiamo bevuto solo tè freddo"
(19-9-2003.).
Giudici matti.
Nella stessaintervista a "Spectator", il premier disse anche che i
magistrati: "Per fare i giudici bisogna essere dei disturbati
mentali". Protestarono un po' tutti: dall'Anm, alle sorelle di
Falcone e Borsellino. Fini parlò esplicitamente di "gaffe". Allora
spiega: "Io non sono un politico, non bado alle critiche. Dico
quello che pensa la gente".
Legge Gasparri.
Berlusconi, uscendo dal Quirinale, annuncia che Ciampi è d'accordo
sulla legge Gasparri. Il Quirinale smentisce: "Non ne abbiamo mai
parlato" (2-8-2003). Berlusconi deve rettificare dando la colpa ai
giornalisti.
Lodo Maccanico.
"Io non c'entro nulla con questo Lodo: è stata un'iniziativa
autonoma del Parlamento, sostenuta dal presidente della
Repubblica" (30-6-2003). Immediata la smentita del Quirinale, cui
segue la precisazione del sottosegretario Paolo Bonaiuti: "Il lodo
Maccanico è una iniziativa parlamentare. E a questa proposta il
presidente della Repubblica è ovviamente estraneo".
Conflitto di
interessi. "Il conflitto d'interessi sarà risolto nei primi
cento giorni del mio governo" (5-5-2001). "Il conflitto
d'interessi è una leggenda metropolitana" (19-12-2003). La legge
sul conflitto d'interessi non è stata ancora approvata.
Condono per gli
altri. "Mediaset non farà alcun ricorso al condono fiscale"
(30-12-2002). Cinque mesi dopo 'L'espressò scopre che Mediaset ha
regolarmente fatto ricorso al condono, risparmiando circa 120
milioni di euro di imposte. Un anno dopo accade di nuovo.
Armi sì, armi no.
"Credo che ormai in Iraq non ci siano più armi di distruzione di
massa" (16-10-2002). "Non ho mai detto che Saddam non ha armi di
distruzione di massa. Dico solo che ha avuto il tempo di
distruggerle o di metterle da qualche altra parte" (17-10-2002).
Guerra senza Onu.
"Se Saddam non cede, l'attacco sarà a gennaio e sarebbe inutile
una seconda risoluzione come chiede la Francia, sarebbe un
nonsenso" (14-9-2002). "Siamo per una risoluzione dell'Onu che dia
termini precisi a Saddam e stabilisca l'intervento militare se
Saddam non dovesse accettare la risoluzione" (25-9-2002). "Con
realismo bisogna dire che non c'è alternativa alle due risoluzioni
dell'Onu"
(16-10-2002).
Nesta mai. "Comprare Alessandro Nesta? Sono cose che non
hanno più nulla di economico, di morale. Nel calcio abbiamo
sbagliato tutti, ora basta"(23-8-2002). L'indomani il Milan
annuncia l'acquisto di Nesta.
Legge Cirami.
"Non capisco tutta questa fretta per la legge Cirami sul legittimo
sospetto" (31-7-2002). "La legge sul legittimo sospetto è una
priorità per il governo" (30-8-2002).
Ok dall'Europa.
"Ho fatto un'esposizione sommaria della legge finanziaria e ho
trovato un'ottima accoglienza sia da Prodi sia dal commissario
Pedro Solbes" (10-10-2001). Prodi cade dalle nuvole. Solbes lo
smentisce. Berlusconi fa retromarcia: "Io ho illustrato l'azione
del mio governo, Prodi e Solbes mi hanno ascoltato in silenzio".
Scontro di
civiltà. "Noi dobbiamo essere consapevoli della superiorità
della nostra civiltà... Dobbiamo evitare di mettere le due
civiltà, quella islamica e quella nostra sullo stesso piano... La
nostra civiltà deve estendere a chi è rimasto indietro di almeno
1.400 anni nella storia i benefici e le conquiste che l'Occidente
conosce." (26-9-2001). Poi di fronte alla richiesta di scuse
presentata da una serie di governi arabi dice al giornale 'Asharq
al-Awsat':"Perché dovrei scusarmi? Per qualche cosa che non ho
detto? Non ho detto nulla di sbagliato, loro (alcuni giornalisti,
ndr) mi hanno fatto dire qualche cosa che non ho detto".
(2-10-2001)...continua
da Repubblica.it del
15 novembre 2005
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Il Cavalier
gaffe: sciocchezzario del 2003
di Marco
Travaglio – |
Chiamarle
gaffes sarebbe sbagliato. Lui pensa davvero come parla. «Berlusconi
è l’unico bugiardo sincero che io conosca», diceva di lui Indro
Montanelli, che lo conosceva bene: «Crede davvero alle
scempiaggini che dice e che fa». Spesso si tratta di parole in
libertà, pronunciate soprattutto all’estero, quando l’uomo sfugge
al controllo dei suoi consiglieri e parla a braccio, lontano dai
ghost writer.
Più spesso ancora sono forzature volute, per alzare il livello
dello scontro e abbassare sempre più quello di reazione. O magari
per minacciare vergogne impossibili allo scopo di farne accettare
di un pochino meno impossibili. In ogni caso, quest’anno il
Cavaliere ha superato se stesso. E non era facile.
Gennaio.
Comincia bene, il 2003. La legge Lunardi sulle opere pubbliche,
all’articolo 28 (edificabilità nelle zone limitrofe ad aree
cimiteriali), riforma la legge napoleonica che vietava di
seppellire i morti fuori dai cimiteri: Berlusconi potrà finalmente
dare degna sepoltura ad amici, parenti e infine a se stesso nel
celebre mausoleo del Cascella, liberamente ispirato alla tomba di
Tutankamen nel giardino della sua villa di Arcore. Il premier
ipotizza un “condono creativo” per gli abusi edilizi: anziché
abbattere gli eco-mostri, basterà abbellirli con «giardini e
parchi giochi». Ai funerali di Gianni Agnelli, Berlusconi si
presenta a bordo di una fiammante Mercedes e protesta perché non
gli hanno riservato una poltrona in prima fila nel Duomo di
Torino: fischi dalla folla. Solo il Tg3 dà la notizia. La
Cassazione respinge la richiesta di trasferire i processi “toghe
sporche” da Milano a Brescia e condanna Berlusconi e Previti a
pagare 1500 euro di spese processuali; il giorno prima il
Cavaliere aveva assicurato «assoluta fiducia nella Suprema Corte»;
il giorno dopo appare in tv a reti unificate per attaccare la
Cassazione e la magistratura tutta («si giudica da sé e si
autoassolve in ogni sede»), chiedere di essere giudicato solo dai
suoi “pari”, invocare il ritorno all’immunità parlamentare.
Febbraio.
Ultimi preparativi per la guerra all’Iraq. Berlusconi incontra
Bush e, uscendo dalla Casa Bianca, preannuncia una «terribile
strage con le armi di Saddam Hussein». Imbarazzo al Pentagono.
«L’Italia è perfettamente allineata a Washington», garantisce il
premier. Poi concede agli Usa basi aeree, strade, porti e ferrovie
per trasportare armamenti e uomini in Iraq. I pacifisti
manifestano a Roma in 2 milioni, ma la Rai oscura l’evento
(«potrebbe influenzare il voto del Parlamento», spiega il dg Rai,
Agostino Saccà). Per Berlusconi, «i pacifisti fanno il gioco di
Saddam». E per il ministro della Difesa Antonio Martino «l’Italia
è con gli americani anche fuori dall’Onu». Ma il premier, alla
Camera, riesce a schierarsi contemporaneamente con Bush, il Papa,
l’Onu, l’Europa e Pannella (che chiede l’esilio di Saddam). Il
governo vara un decreto per sanare i debiti delle società di
calcio (fra le quali il suo Milan), fra le proteste dell’Unione
europea. Berlusconi riunisce in casa sua i leader della Cdl per
decidere il nuovo Cda Rai. Ma poi Pera e Casini ne nominano un
altro.
Marzo. Fuoco di
sbarramento polista contro Paolo Mieli presidente della Rai. Alla
fine la spunta Lucia Annunziata. Maggioranza spaccata alla Camera
sull’indultino: Lega e An contro, Fi e Udc a favore. Berlusconi
annuncia il lodo Maccanico per abolire i suoi processi. Gli
angloamericani invadono l’Iraq: l’Italia di Berlusconi è “non
belligerante” e viene esclusa sia dal vertice dei paesi pro-guerra
sia da quello degli anti-guerra.
Aprile. La
Corte dei Conti boccia come «irrealistiche» le previsioni di
crescita formulate dal governo. Berlusconi si presenta il Venerdì
Santo in tribunale per chiedere di essere sentito e interrompere
la contumacia: ma manca un avvocato, e prima che venga sostituito
il premier se ne va: «Ho un impegno a Roma». Dopo la Santa Pasqua
e un’ultima raffica di ricusazioni, Previti viene condannato a 11
anni per corruzione dei giudici nel processo Imi-Sir/Mondadori. Il
Cavaliere la prende male e strilla ai «giudici golpisti» e alla
«sentenza politica».
Maggio.
Berlusconi torna in tribunale e stavolta parla, per accusare Prodi
di «svendita della Sme» e addirittura di tangenti da De Benedetti.
Poi, nervosissimo, chiede ai carabinieri di identificare un
cittadino che in tribunale gli ha detto: «Buffone, fatti
processare». Berlusconi annuncia che chiunque lo contesterà sarà
denunciato da Palazzo Chigi per vilipendio delle istituzioni:
subito i casi di contestazione si moltiplicano in tutta Italia. La
commissione Telekom Serbia estrae dal cilindro Igor Marini e manda
una delegazione a Lugano, subito arrestata in blocco appena
passata la frontiera. Berlusconi inventa gli «impedimenti
istituzionali» più impensati (compreso un vertice col prefetto di
Belluno sulla criminalità nel Mare Adriatico e la finalissima di
Champions League) per disertare il Tribunale. Poi invita i suoi a
insidiare le mogli dei magistrati. Persino gli avvocati delle
Camere penali scioperano contro il governo.
Giugno. Nuovi
disperati tentativi del premier di fuggire al processo, compresa
una visita a sorpresa in Lussemburgo, seguita da un lungo incontro
con la stampa e da un’imbarazzante ammissione: «Non scappo dalla
giustizia, semmai dall’ingiustizia». Comunque scappa. Il giorno 9
la Cdl tracolla alle amministrative, dal Friuli a Brescia. Il 17
Berlusconi torna finalmente in aula, seconda puntata delle
dichiarazioni spontanee (85 bugie in 115 minuti). Il 18 passa il
lodo Maccanico che abroga il processo. Il 19 Berlusconi comunica:
«Io ero contrario il lodo, l’ha voluto Ciampi». Imbarazzo al
Quirinale.
Luglio.
Comincia bene il semestre europeo a presidenza italiana: nella
seduta inaugurale a Bruxelles, Berlusconi insulta il
socialdemocratico tedesco Shulz che aveva osato porgli due domande
(«la proporrò per il ruolo di kapò nazista») e l’intero
europarlamento: «Siete dei turisti della democrazia». Proteste
corali di tutte le cancellerie e dell’intera stampa continentale.
Altre proteste per un’uscita del sottosegretario al Turismo
Stefano Stefani sui tedeschi «famosi per la birra e le gare di
rutti». Stefani si dimette. Berlusconi è costretto a scusarsi con
Schroeder. Poi annuncia che la mafia è sconfitta perché «tutti i
mafiosi sono in carcere». I giudici antimafia smentiscono. Dossier
dell’Economist con le domande a cui il premier italiano non
risponde: lo staff del premier parla di «spazzatura» e annuncia
una querela al settimanale britannico.
Agosto.
Berlusconi, uscendo dal Quirinale, annuncia che Ciampi è d’accordo
sulla legge Gasparri. Ciampi smentisce: «Non ne abbiamo mai
parlato». Il Tribunale di Milano deposita la sentenza Imi-Sir/Mondadori
e parla del «più grave caso di corruzione della storia d’Italia e
forse non solo». La commissione Telekom si riconvoca d’urgenza per
ridare la parola a Igor Marini, che accusa anche Rutelli, Veltroni,
Mastella, Bordon. Il premier diserta la “prima” dell’Arena di
Verona, dove avrebbe dovuto incontrare Prodi e Schroeder, perché
corre voce che i “disobbedienti” vorrebbero contestarlo armati di
terribili fischietti. In compenso partecipa alle nozze del figlio
del premier turco e si produce in un baciamano della sposa che,
essendo musulmana, è coperta di veli e non può essere neppure
sfiorata. Imbarazzo ad Ankara.
Settembre.
Intervista a puntate a due giornalisti dello Spectator. Berlusconi
afferma che i giudici italiani sono «matti, mentalmente
disturbati, antropologicamente estranei alla razza umana»; che
Montanelli e Biagi l’hanno criticano perché «sono invidiosi di
me»; e che «Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li
mandava in vacanza al confino». Ciampi esprime «piena fiducia
nella magistratura», ricorda gli orrori del fascismo e rammenta
che la Repubblica è nata dalla Resistenza. L’Italia viene esclusa
dal vertice Francia-Gran Bretagna-Germania-Spagna sull’Iraq.
Berlusconi parla a Wall Street e invita a investire in Italia dove
«non ci sono più comunisti», ma in compenso «abbiamo segretarie
bellissime». Poi tiene un messaggio a reti unificate per
magnificare la sua riforma delle pensioni, che non piace e
nessuno, nemmeno agli alleati.
Ottobre. Mentre
Giuliano Ferrara definisce «omicida» l’Unità e accusa Furio
Colombo e Antonio Tabucchi di essere i «mandanti linguistici del
mio prossimo assassinio», Berlusconi minaccia le elezioni
anticipate per sedare le risse ormai quotidiane fra Lega da una
parte e An e Udc dall’altra. Fini propone di far votare
gl’immigrati e la Lega minaccia la crisi. Attacchi al governo
anche da Bankitalia e Confindustria. Un telesondaggio di Domenica
In chiede agli italiani a che cosa dicono basta. Vince la risposta
«Basta con Berlusconi e con i politici che dicono e poi non
fanno». Ma viene letta in diretta una sola volta: dalla domenica
successiva la Rai cambia la domanda e proibisce quelle politiche.
Novembre.
Previti condannato ad altri 5 anni di galera (totale: 16 anni, in
primo grado) per corruzione dei giudici nel processo Sme-Ariosto.
Condannato anche Squillante, assolto il giudice Verde: il
centrodestra, incredibilmente, esulta. La Rai censura RaiOt di
Sabina Guzzanti per aver raccontato la legge Gasparri. La Rai
vieta a Bonolis di intervistare Enzo Biagi e Paolo Rossi, che
vorrebbe leggere un passo di Tucidide sulla democrazia ateniese.
Riesplodono in tutte le piazze d’Italia i girotondi. Berlusconi,
reduce da un imbarazzante viaggio in Cina, comunica: «La
situazione in Iraq sta migliorando molto. Si parla molto di
attentati terroristici che prevalgono sulla immagine globale della
situazione. Ormai l’Iraq sta andando verso la normalità e la
democrazia». Pochi giorni dopo, a Nassiriya, la guerriglia
irachena fa strage di carabinieri italiani. Il Cavaliere riceve
l’amico Putin e, in conferenza stampa, risponde per lui: giurando
che la Russia è un modello di diritti umani, in Cecenia non è
successo niente di grave, «ci sono attentati della guerriglia, ma
Mosca non ha mai risposto». Cancellati 200mila morti per i
bombardamenti russi su un milione di abitanti. L’indomani la
commissione e il parlamento europei condannano quei deliri, ma i
telegiornali oscurano la notizia. Berlusconi annuncia al New York
Times che bisogna abbattere tutti i regimi non democratici nel
mondo, anche con le armi, modificando il concetto di sovranità
nazionale. Poi dice che l’hanno frainteso.
Dicembre. «Se
fossi un dittatore, sarei il più sfigato», spiega il Cavaliere a
fine anno. In effetti, nel giro di pochi giorni, gli tornano sul
muso tutti i boomerang lanciati durante l’anno: Igor Marini
incriminato per calunnia ai danni di Prodi, Fassino & C;
archiviata l’inchiesta di Brescia sui pm Colombo e Boccassini per
il fascicolo 9520/95; fallita miseramente la convenzione europea,
ultima debacle del semestre italiano; contestata da un milione di
persone a Roma la riforma delle pensioni; bocciata financo da
Casini la legge finanziaria, parzialmente priva di copertura
finanziaria; colossi come Parmalat e Cirio che affondano nei
trucchi contabili dopo la depenalizzazione del falso in bilancio;
prezzi più alti che nel resto d’Europa; crescita ridotta allo zero
virgola qualcosa; un paese che si sente sempre più povero (fonte
Istat); scioperi selvaggi nel settore dei trasporti; bocciata da
Ciampi la legge Gasparri per manifesta incostituzionalità; rischi
analoghi per il lodo Maccanico, trascinato dinanzi alla Consulta
dal Tribunale di Milano. Sempre più nervoso e impopolare,
Berlusconi se la prende con la carta stampata («è obsoleta,
superata da internet, e pende per l’85 per cento a sinistra: il
vero regime è quello»). Poi, alla conferenza stampa di fine anno,
si supera: «Il conflitto d’interessi è una leggenda
metropolitana... Ciampi non ha firmato la Gasparri per le
pressioni dalla lobby degli editori... Gli aumenti dei prezzi sono
colpa dell’euro... Chi lavora all’Unità dovrebbe vergognarsi...».
E minaccia: «Governerò per altri 10-15 anni». Il suo augurio per
un sereno Natale a tutti gli italiani.
da
«Avvenimenti» nr.50 gennaio 2004
|
Le
frasi celebri del cavalier Berlusconi
|
«Io non mi
siederò mai più ad un tavolo dove ci sia il signor Bossi. Non
sosterrò mai più un governo che conti su Bossi come sostegno. E’
una persona totalmente inaffidabile. Mi meraviglio come anche i
mezzi di comunicazione, senza nessun senso critico, diano
ospitalità a tutte le sue esternazioni che non hanno né capo né
coda»
[ «ANSA», 2 febbraio 1995, ore 17:01 ]
«Ve lo giuro
sui miei figli: questo decreto non è stato fatto per nessuno della
mia nidiata»
[ «La Stampa», 20 luglio 1994]
«La mia
segretaria mi ha detto che nell’ultima settimana ogni giorno ho
lavorato 17 ore, fatto 32 telefonate, avuto 23 incontri. La stampa
dovrebbe avere più rispetto di uno che si sacrifica come me per
l’interesse di tutti senza avere il minimo interesse personale»
[ «La Repubblica», 4 dicembre 2002 ]
«Ho dato
mandato al consiglio d’amministrazione della Finivest di vendere
le televisioni. Cos’altro posso fare?»
[ «La Repubblica», 22 marzo 1995 ]
Emilio Fede?
«Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. E’ un
baluardo per la democrazia e per l’informazione»
[ «La Repubblica», 4 gennaio 1995 ]
«Dire che io
utilizzo la mia posizione di leader politico per interessi
personali è negare il disinteresse e la generosità che mi
appartengono»
[ «La Stampa», 15 dicembre 1995 ]
Un giornalista
gli chiede: «Lei è stato iscritto alla P2 di Craxi e del C.A.F.
(Craxi, Andreotti e Forlani)?»
«Basta! Non ne posso più! Mi iscrissi perché stremato
dall’insistenza del mio amico Roberto Gervaso. Ricevetti la
tessera di “apprendista muratore”, dissi di rimandarla indietro. O
mi fanno Grande Maestro o niente»
[
«La Repubblica», 27 novembre 1993 ]
«La mia bravura
è fuori discussione, la mia sostanza umana, la mia storia, gli
altri se la sognano. Sono loro che devono dimostrare a me di
essere bravi…»
[ «ANSA», 7 marzo 2001, ore 15:48 ]
Magistratura…
«Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi
avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono
antropologicamente diversi dal resto della razza umana»
[ «La Repubblica», 5 settembre 2003 ]
«Hanno fatto
una prova anche su di me, sulla mia funzionalità cerebrale e
fisica e hanno deciso che sono un miracolo che cammina»
[ «ANSA», 5 ottobre 2002, ore 19:33 ]
Tratto dal
libro: «Barzellette sul Cavalier Berlusconi» - Malatempora
edizioni
|
Le
favole dell'alieno
di
Curzio Maltese da «La Repubblica» |
L'ultimo
Berlusconi si spiega soltanto con la furia autodistruttiva che
prende alla fine tutti i grandi narcisi.
Il governo è sull'orlo di una crisi, almeno di nervi, e il premier
ha fatto tutto da solo. In pochi giorni ha presentato un piano di
rinascita economica già seppellito dalle risate dei suoi alleati,
prima che dalle critiche dell'opposizione. Non contento, il
premier è andato ieri sera dal suo Marzullo, Mario Giordano, a
raccontare ancora una volta la favola delle tasse che stanno per
diminuire, anzi sono già diminuite ma presto quasi spariranno.
Sullo slancio il Cavaliere è salito su una teorica palla di
cannone, come il barone di Munchausen, e ha cominciato a
fantasticare di un'Italia felix in pieno miracolo economico.
Un milione e quattrocento mila posti di lavoro creati (dove?), il
venti per cento in meno dei reati (quando?), pensioni di lusso,
tasse ridotte. Ha perfino aggiunto che lui in televisione non c'è
andato mai.
Mai come nella circostanza è parso azzeccato il titolo della
trasmissione: "l'Alieno". In questi casi la pratica medica
consiglia di non contraddire. La reazione potrebbe essere
violenta. Ma c'è da chiedersi perché un grande comunicatore come
Berlusconi insista tanto con una strategia così clamorosamente
sbagliata.
Da tre mesi,
rientrato dal rimpasto facciale, il Cavaliere porge a un'Italia
depressa e impoverita uno specchio delle meraviglie dove dovrebbe
vedersi opulenta e gioiosa. Che senso ha? È possibile che i
cittadini credano più allo specchio magico della tv che non alle
proprie tasche? Raccontare agli italiani che si stanno arricchendo
mentre stanno malissimo è sciocco, controproducente e fuori luogo.
Un po' come la terrificante battuta sui carabinieri che vanno a
Nassiriya per i soldi. La barzelletta dopo il massacro che ha
permesso a Berlusconi di battere il record di oscenità governativa
stabilito da Scajola con la battuta sul professor Biagi "avido e
rompicoglioni".
La follia apparente di Berlusconi, ammiratore di Erasmo e forse
addirittura lettore, ha sempre avuto in passato una logica
nascosta. Qui o è molto ben nascosta o non esiste. La reazione
corale degli alleati, di scherno o scandalo, è significativa. Per
la prima volta Fini e Follini, Buttiglione e la Lega condividono
lo stesso atteggiamento fra lo scettico e l'infastidito di fronte
alle mirabolanti e continue sortite del capo. È finito il gioco a
premi per cui se un alleato criticava il premier, l'altro correva
a difenderlo. Dall'ultimo Berlusconi prendono le distanze tutti.
Il più duro è
Gianfranco Fini che ha lanciato in tv un gelido "invito a
riflettere". Nei giorni scorsi il vice premier aveva impallinato
al volo il piano economico berlusconiano e ironizzato sulla
trovata dell'abolizione dei ponti (ma non doveva costruirli?).
Ieri ha disertato il consiglio dei ministri e s'è messo a spiegare
a Berlusconi via etere, come si fa con i bambini, che prima di
parlare di tagli fiscali bisogna stabilire quali tasse (Irap o
Irpef?), quali redditi (alti o bassi?), con quali risorse. La Lega
per non sbagliare seguita a minacciare crisi di governo, anche in
assenza di Bossi. Il ministro Buttiglione sbugiarda Berlusconi che
in televisione aveva parlato di misure già pronte "per la prossima
settimana", mentre a lui ha confessato che si tratta soltanto di
buoni propositi, generica "volontà politica", insomma balle
elettorali.
Delle due l'una. O prende in giro Buttiglione, e pazienza, oppure
prende in giro milioni di spettatori. Alla lunga, come insegna
l'amico Aznar, il gioco è rischioso. La terza possibilità è che
Berlusconi stia prendendo in giro sé stesso, nella tragica nemesi
di chi finisce per credere davvero alle proprie bugie. In una
strana altalena fra fantasia e realtà, esaltazione e resa. Un
minuto dopo aver annunciato radioso l'ennesima soluzione magica
alla crisi, Berlusconi infatti si rabbuia e ammette che "i governi
nazionali possono fare pochissimo per stimolare l'economia",
"tutto è nelle mani dell'Europa". Andata e ritorno, un passaggio
da Jekyll a Mister Hyde nei tempi di una comica, nello spazio di
uno spot.
È evidente che
Berlusconi ha perso il dono del comunicare. È un attore che non
sente più gli umori del pubblico e cerca un nuovo successo con un
vecchio numero replicato all'infinito. Finora la mole gigantesca
di trovate, volta a compensare la qualità, non ha ottenuto il
risultato di schiodare i sondaggi di Forza Italia da un misero 21
per cento. È mancato il salto da genio populista a grande
statista, nonostante gli elogi della vasta corte e l'occasione del
semestre europeo. Gli alleati l'hanno capito e tentano di
sottrarsi, ciascuno a suo modo, dal prevedibile crollo. Perso il
talento, a Berlusconi rimangono due potenti armi, la televisione e
i soldi. Le userà senza scrupoli, lo sta facendo. Può spendere per
una campagna elettorale più di Bush e Kerry messi assieme e
apparire in televisione più del segnale orario. Basterà a vendere
un'altra favola?
|
La
confessione miracolosa
Di
Domenico de Simone, dal libro "Come e perché Berlusconi cadrà",
Malatempora edizioni |
Metadialoghetto
tra il Signore e il suo Unto o presUnto tale
Roma, Basilica
di San Pietro, il giorno di Pasqua 2004. Subito dopo la sacra
funzione che celebra la Resurrezione di Cristo, mentre la folla
esce dalla Basilica, all’improvviso il miracolo: Cristo Risorto si
materializza, il Corpo Santo immerso nella Luce Divina, proprio
lì, sull’Altare Maggiore,
dove fino a poco prima il Pontefice, ora ritiratosi nelle sue
stanze, aveva celebrato la Messa ed invocato il Suo Ritorno.
Tra le persone che assistevano alla Sacra Funzione, il più lesto
ad accorgersi della situazione è il premier Silvio Berlusconi che,
mentre la sua guardia del corpo tiene a bada i pochi che si sono
accorti del miracoloso evento, approfitta rapidamente della
straordinaria opportunità che gli si offre, si avvicina sorridente
alla Divina apparizione e chiede di potersi confessare. La folla
assiste attonita allo spettacolare evento di un capo di Stato
diverso dal Papa che parla direttamente con il Figlio di Dio.
Naturalmente non poteva che essere Lui, l’Unto del Signore…
Cristo:
Sia lodato il Signore!
Berlusconi: Sempre sia lodato!
C.: Dì pure figliuolo, apri il tuo cuore alla benevolenza
del Padre mio…
B.: Grazie Eminenza, è per me un grande onore essere
ascoltato da Lei.
C.: Non devi pensare a me in questo modo, io sono un umile
servo di Dio…
B.: Beh per quello anche io…
C.: Certo figliuolo, siamo tutti pecorelle smarrite
bisognose della benevolenza divina.
B.: Mi consenta, Eccellenza, ma sa, io sono proprio un
predestinato… non a caso mi chiamano l’Unto del Signore…
C.: Ah, un mio discepolo ti ha già dato l’Estrema Unzione?
Non mi sembrava che tu stessi in condizioni così disperate…
B.: Ma no, Eminenza, è che io sono un leader in questo
paese…
C.: Ah, scusami, ma io conosco poco delle questioni
italiane, sai in cielo abbiamo tanti problemi… Comunque veniamo ai
tuoi peccati…
B.: Ma io non sono un peccatore, Eminenza!
C.:
Ne sono felice figliolo, allora ti benedico e vai in pace….
B.: No, ecco, Santità, per la verità qualche peccatuccio
forse dovrei confessarlo per avere il perdono di Dio…
C.: Allora dimmi e non esitare! Grande è la misericordia
del Signore!
B.: Vede Eminenza, io sono il premier in Italia…
C.: Questo non è un peccato, anzi è un ruolo che ti fa
onore. Cos’è che ti angoscia?
B.: Ecco è il fatto che a volte mi capita, ma non per colpa
mia, di dire o fare cose che potrebbero essere male interpretate,
insomma, che mi si dica che non sto proprio facendo per il meglio…
C.: Ma questo succede a tutti i governanti, figliolo caro,
certe volte le decisioni del governo sono difficili, tormentate e
spesso incomprese. Ma dimmi qual è il problema che ti tormenta…
B.: Ecco, Sua Grazia, è che nel mio paese c’è una grave
crisi economica e la verità è che non sappiamo che fare. Però alla
gente dobbiamo raccontare che va tutto benissimo, e che anzi il
governo ha il totale controllo della situazione. Sa, i banchieri
ci dicono che dobbiamo dare fiducia a piene mani, perché senza la
fiducia il sistema crollerebbe…
C.:
Beh questo non è un problema solo italiano. In tutto il mondo c’è
una crisi che sembra senza soluzione…
B.: Sì, ma qui mi fanno dire cose che poi vengono smentite
clamorosamente il giorno dopo. Sa il mio Ministro dell’Economia
non fa altro che litigare con il governatore della Banca d’Italia
e se ne dicono di tutti i colori. E ci vado di mezzo io che non
c’entro niente… beh proprio niente no… però insomma… Ecco le
racconto un episodio. Sere fa sono andato in televisione da un
caro amico a raccontare alla gente che l’export va alla grande,
che la gente è più ricca e che la produzione è in espansione. Il
giorno dopo la Banca d’Italia se ne esce con una pubblicazione in
cui si dimostra che l’export è crollato, che la gente sta molto
peggio e che la produzione si sta riducendo, insomma esattamente
il contrario di quello che avevo sostenuto la sera prima.
C.: Immagino le polemiche il giorno dopo…
B.: No, non è quello il problema, le televisioni e i
giornali sono praticamente al mio servizio e l’opposizione è come
se non esistesse. Sia perché sono incapaci di dire la verità sia
perché comunque, quelli che la dicono non appaiono da nessuna
parte. La cosa che mi scoccia è che quando racconto le balle mi
vengono le rughe sulla faccia. E’ una specie di tic, capisce, e
adesso che mi sono fatto fare il lifting si vedono pure peggio.
Sapesse quanto mi è costato…
C.: Pensavo che ti preoccupassi delle condizioni in cui
vive il tuo popolo e non del tuo aspetto fisico…
B.: Ah ma gli italiani se la sono sempre cavata per conto
loro, e ce la faranno anche questa volta. Sa che statisticamente
quando in Italia ci sono le crisi di Governo, l’economia va
decisamente meglio… Strano vero?
C.: Forse non è proprio strano… Le vie del Signore sono
infinite. Ma ci sarà pure qualcosa che potrai fare per migliorare
la situazione: con la fede e la ragione si fanno miracoli….
B.: Ma si figuri, Eccellenza! Con i geni che mi ritrovo nel
governo mi tocca fare tutto da me, e io di economia non capisco
niente. Per la verità non ci capisce niente nemmeno il mio
Ministro, ma quello si sa, non è un problema, tanto l’economia non
la fanno i governi e nemmeno i banchieri ma la gente che lavora.
L’unica cosa che possiamo fare è diffondere un clima di fiducia e
di speranza. Ora vede, io ho promesso agli italiani di ridurre le
tasse, aumentare le pensioni, fare grandi opere, rilanciare
l’economia, garantire la sicurezza. Ho pure firmato un contratto
davanti alle telecamere e davanti a milioni di persone che ci
hanno creduto. Ora, di quello che ho promesso abbiamo fatto poco o
nulla, ma è necessario che continuino a crederci altrimenti
rischio di perdere le elezioni.
C.:
Mi stai dicendo che intendi continuare ad ingannare la gente
invece di dirgli la verità?
B.: Per forza, Santità, che altro potrei fare? Mica posso
lasciare via libera ai comunisti dell’opposizione. Che poi se
quelli sono comunisti io sono un prete, però devo chiamarli così
la gente si spaventa e continua a votarmi.
C.: Un altro inganno? Non starai esagerando figliolo?
B.: Ma sa, Sua Grazia, nel mio governo ci sono i neo
fascisti, e mica gli posso lasciare il monopolio
dell’anticomunismo! E poi lei sa che i comunisti sono responsabili
di ogni malefatta nel mondo occidentale. Se l’immagina che
succederebbe se si facesse una società realmente comunista? Non ci
sarebbe più religione!
C.: Beh questo è un altro argomento. E poi di che religione
stai parlando? Se sei in questa Chiesa dovresti sapere che io
predicavo l’abbandono delle ricchezze materiali e le prime
comunità sorte in mio nome avevano i pochi beni di cui disponevano
in comune…
B.: Ma no, ecco, volevo dire che il comunismo rappresenta
un vero pericolo per l’umanità. Guardi a quello che è successo nei
paesi dell’est europeo e alla Russia….
C.: Se quelli erano comunisti… non mi pare proprio.
Comunque adesso il problema non si pone più e da tempo ormai.
L’internazionale comunista è scomparsa, la Russia è piena di
miliardari, la Cina si è votata al capitalismo e Fidel Castro
somiglia più ad un vecchio dittatore che a un leader comunista.
Insomma i comunisti non esistono più da tempo, se pure sono mai
esistiti, e c’è rimasta solo la Chiesa di Dio a fare qualcosa per
la povera gente. Ci sono alcuni miei discepoli che sono stati
assassinati per questo, come Romero ad esempio….
B.: Quello era comunista! Oh, mi perdoni Santità, non è per
dire, ma insomma se si pone in dubbio il principio dell’autorità
dello Stato dove si va a finire?
C.: Per la verità Romero denunciava le connivenze del governo
con la malavita ed il traffico di armi e droga, oltre a cercare di
alleviare le sofferenze del suo popolo…. Se questo è essere
comunisti allora lo sono anche io!
B.: Ma no Eccellenza, non mi permetterei mai di
considerarla un sovversivo. I comunisti non rispettano nessuno,
soprattutto le leggi. Sa, anche io sono stato perseguitato dai
comunisti come i preti in Cina e in Russia quando c’erano loro.
Non esitano di fronte a nulla….
C.:
Ma in Italia non mi pare ci sia mai stato un governo comunista…
chi è che ti ha perseguitato?
B.: Come no! Un governo ombra, diretto da alcuni giudici
certamente comunisti asserviti all’ideologia di chi li manovra e
che ha cercato di prendere il potere aggredendo con false accuse i
suoi avversari politici, tra cui principalmente il sottoscritto….
C.: Beh, non sapevo che in Italia il sistema giudiziario
fosse corrotto fino a questo punto…
B.: Peggio, Santità, peggio! Mi hanno aggredito con
innumerevoli inchieste, ed hanno aggredito anche i miei principali
collaboratori. Ma alla fine l’ho spuntata io. Gli ho cambiato le
leggi e così non possono più processarmi.
C.: Ah questa è una bella cosa! Hai abrogato i reati di
opinione dal codice penale?
B.: Beh non proprio, Eccellenza, quelli ci sono e come!
Altrimenti come potrei tenere sotto controllo i comunisti?
C.: Non capisco, allora, ma che razza di accuse ti avevano
fatto?
B.: Beh, ecco, corruzione in atti giudiziari,falso in
bilancio, corruzione di politici e finanzieri, insomma reatucci
così, tutti inventati eh! Io sono pulito e le mie aziende pure!
C.: Ma allora sarebbe stato semplice per i tuoi avvocati
dimostrare che le accuse erano infondate. E poi per quanto sia, se
alcuni magistrati sono corrotti, ce ne saranno degli altri che
saranno pure in grado di riconoscere l’infondatezza delle accuse
nei tuoi confronti. Ma poi cosa hai cambiato della legge?
B.: Sembra facile trovarne qualcuno….. comunque alla fine
il falso in bilancio non è più tale, il premier finché è in carica
non può essere processato ed è diventato più complicato fare
rogatorie all’estero. Sa se avessero indagato sui conti esteri
delle mie società…
C.: Che cosa sarebbe accaduto?
B.: Beh Eminenza, sa com’è la politica, qualche lira l’ho
pure dovuta dare qua e là. Ma mica per corrompere, non pensi male,
solo che questi giudici comunisti vedono corruzione dappertutto
pur di mettermi sotto accusa.
C.:
Regali ai politici? E a che scopo se non per corromperli?
B.: Ma no, Sua Grazia, è quella che un mio avvocato ha
chiamato in un processo captatio benevolentiae,
insomma farsi amico qualcuno. Ma io pagavo le parcelle dei miei
avvocati, ecco, e poi che ne so che cosa ci hanno fatto? E ogni
tanto mi chiedevano qualche fondo all’estero per questo o quello.
Ho sempre pagato, ma non ho mai voluto sapere niente di queste
cose.
C.: Quindi pochi soldi, qualche milione di lire….
B.: Beh qualche decina di milioni…. di euro… sa all’estero
la vita costa, l’ambiente è difficile soprattutto quanto in patria
si cade in disgrazia
C.: Insomma, mi stai raccontando che i tuoi hanno distribuito
qualche decina di miliardi e tu non ne sapevi niente? Ma che dici?
B.: Ma no Altezza Eminentissima, non si adiri la prego e mi
consenta di precisare che ogni cosa che ho fatto è sempre stata
per il bene del paese, delle mie aziende e della mia famiglia. Sa
io ho un alto senso della famiglia, ma non come quel mio amico che
ne ha una in ogni città d’Italia. In fondo ho divorziato solo una
volta…
C.: Ah, pure divorziato! Andiamo bene….Certo la misericordia
del Signore è grande, ma tu ne metti a dura prova la pazienza….
Comunque, dimmi cosa hai fatto di buono per il tuo paese o quanto
meno che intenzioni buone hai manifestato. A volte bastano solo
quelle…
B.: Beh, ho praticamente abolito la tassa di successione,
ho fatto tornare i capitali dall’estero, ho fatto un condono
edilizio molto esteso, e pure un condono fiscale tombale, poi ho
salvato Rete 4 dalla chiusura, ho modificato il codice penale per
i reati societari, ho fatto approvare il Lodo Schifani per non
essere processato, ho ridotto le tasse per le imprese, ho
aumentato le pensioni….
C.: Ecco questa! Finalmente qualcosa in favore dei più
deboli. Il resto mi pare servisse più i tuoi interessi che quelli
del popolo…
B.: Ma no, Santità Eminentissima, sa diminuendo le tasse
per le imprese si creano nuove opportunità e nuovi posti di lavoro
e tutti stanno meglio….
C.:
Ma non mi hai detto poco fa che questa è una bugia che ti fanno
raccontare i tuoi Ministri? La gente sta meglio o peggio con il
tuo governo? E piantala di apostrofarmi in maniera così untuosa!
Adesso capisco perché ti chiamano l’Unto del Signore… A me
interessano le cose concrete non gli appellativi onorifici, la
sostanza, non la forma…
B.: Mi perdoni Eccellentissima Grazia, ma ecco vede la
gente starebbe meglio se non stesse peggio! E’ che non sono capaci
di approfittare delle opportunità che la mia lungimirante politica
economica gli offre, questa è la verità. E poi ci si è messo anche
l’euro a complicare le cose, tutto è raddoppiato, pensi che a casa
mia moglie Veronica mi dice sempre che spende il doppio di prima.
Meno male che l’Istat dice che non c’è inflazione, altrimenti mi
sarei già dovuto dimettere. Invece così posso accusare i comunisti
se i prezzi aumentano….
C.: E che c’entrano i comunisti?
B.: C’entrano perché negano l’evidenza dei fatti
scientifici che le istituzioni serie e raccomandabili come l’Istat
propongono. Che i prezzi siano raddoppiati non c’entra niente con
la rilevazione rigorosamente scientifica che l’inflazione è ferma
al 2,4% o giù di lì. Quindi, quelli che sostengono il contrario
sono comunisti, uomini senza Dio e senza Stato.
C.: Ma insomma, i prezzi sono aumentati o no? Oppure è
comunista anche tua moglie?
B.: No, no, per carità, anche se per la verità qualche
sospetto ce l’ho pure su di lei. Ma la prego non tocchiamo questo
tasto. Il fatto che i prezzi siano raddoppiati non significa che
lo si debba dire, anzi. Altrimenti rischiamo tutti di finire in
mano ai comunisti se si sapesse la verità….
C.: Ancora con questi comunisti! Ma è una vera fissazione
la tua! Comunque comunista o no la gente sa bene quello che spende
e se ce la fa con quello che guadagna ad andare avanti…
B.: Infatti è proprio quello il problema, la gente non ce
la fa più. Ma non bisogna dirglielo altrimenti perde fiducia nel
sistema, poi Fazio mi sgrida e poi si mette a strillare pure
Tremonti, e io non sopporto che con quella erre moscia che si
ritrova, metta in dubbio le mie capacità politiche e di
persuasione. Le assicuro che anche se sta peggio la gente è
convinta di stare meglio e che se le cose vanno male comunque la
colpa è dei comunisti oppure sua.
C.: Insomma, alla fin fine, l’unica cosa decente che hai
fatto è stata quella di aumentare le pensioni….
B.: Beh sì, quello è stato un grande successo. Abbiamo
aumentato le pensioni minime ad alcune centinaia di migliaia di
pensionati portandole ad un milione di lire al mese….
C.:
Cioè mi stai dicendo che in un paese che conta milioni di
pensionati tu hai alzato il minimo per quattro gatti e ad un
livello di fame come sarebbero 512 euro il mese?
B.: Beh quattro gatti no, però certo gli altri pensionati
strillano. Solo che i soldi non ci sono, mica li posso stampare,
Eminenza. Dove li prendo i quattrini per aumentare le pensioni a
tutti?
C.: Insomma, un’altra presa in giro. E per i disoccupati
cosa hai fatto?
B.: Ah, la disoccupazione è calata certamente. Adesso la
gente ha molte più occasioni di lavoro di prima e può cambiare
attività persino più volte all’anno. Quindi abbiamo moltiplicato i
posti di lavoro…
C.: Nel senso che li avete resi precari ed instabili, se è
così. E quindi la gente sta peggio di prima se adesso per uno
stipendio di fame deve cambiare lavoro più volte in un anno,
perché sta sempre con l’angoscia di non riuscire a trovare una
nuova occupazione. Anche sul lavoro non hai mantenuto le promesse
e racconti bugie. C’è qualcosa di buono per davvero che hai fatto
per la gente?
B.: Beh Eminenza, sa, non è per vantarmi, ma il Milan ha
vinto la Coppa dei Campioni e si appresta a vincere il Campionato.
Il popolo milanista è in visibilio e mi è profondamente grato… Sa
io faccio la formazione, compro e vendo i giocatori, seguo gli
allenamenti…. Questo la gente lo sa…
C.: Il Milan?!? Perdi tempo con il calcio invece di
occuparti del tuo popolo? E cosa gliene può importare alla gente
delle vittorie del Milan, a parte i tifosi?
B.: Così vedono che il loro Presidente è bravo e vincente
anche quando si occupa di calcio, e in questo modo hanno fiducia
nella mia conduzione della cosa pubblica….
C.: Oddio che strana idea che hai della fiducia tu. Solo
immagine ed illusioni, a quanto pare. Ma almeno il tuo popolo vive
in pace, o ci sono problemi anche su quel piano?
B.: Per la verità, Santità, in questo momento siamo in
guerra. O almeno questo è quello che dicono i comunisti, ma noi in
realtà siamo in missione di pace con l’esercito…
C.:
Una ben strana missione di pace se è condotta da un esercito.
Immagino, dunque, che i tuoi soldati siano disarmati…
B.: Non proprio, anzi per difendersi sono armati a puntino
e con le armi più moderne.
C.: Ma dove sarebbe questa missione di pace, ci sono
problemi ai confini, c’è qualcuno che vuole invadervi, ci sono
rivolte da qualche parte del paese?
B.: Non è esattamente così, Eccellenza, sa, siamo andati a
qualche migliaio di chilometri dall’Italia, in un paese che si
chiama Iraq a dare una mano ad un amico mio carissimo a riportare
l’ordine e la legge della democrazia in quel paese…
C.: Insomma, stai cercando di spacciare per missione di
pace una spedizione militare a migliaia di chilometri da casa e in
un paese che gli USA sono andati ad occupare per le sue enormi
ricchezze petrolifere? E’ questo che mi stai dicendo?
B.: Ma no, Santità, Bush è un sincero democratico che vuole
il bene del popolo iracheno e che bombarda solo i cattivi di quel
paese. Peccato che per via di indesiderati effetti collaterali
ogni tanto muoia qualche civile….
C.: Decine al giorno e soprattutto bambini e donne inermi.
E tu li chiami effetti collaterali? E’ vero che vivo in Cielo, ma
questa storia la conosco bene, caro il mio leaderastro. Altro che
missione di pace e democrazia, quella è un’invasione bella e buona
e una guerra ai popoli arabi e islamici per sporchissime ragioni
di bottega petrolifera. Bush è notoriamente un petroliere affamato
di denaro e di petrolio per sé e i suoi amici. La cosa strana è
come ti abbiano permesso di entrare in quella sporchissima guerra.
Il tuo paese ha una tradizione di amicizia e di vicinanza con i
popoli dell’Africa e con quelli arabi.
B.: Ma sa, Bush è un amico e poi mi ha promesso tante belle
cose. Sa quando comincia una guerra bisogna decidere subito da che
parte stare ed è bene mettersi dalla parte del vincitore…
C.: Questo deve essere un vizio tutto italiano, già
Mussolini decise qualcosa del genere e trascinò il suo popolo in
una guerra che sembrava vinta e che si rivelò un vero disastro per
il paese. Ti sembra un bel ragionamento, questo?
B.: Ma che c’entra? Gli americani mica sono i tedeschi
della seconda guerra mondiale. C’è qualche persona ragionevole che
può dubitare della loro vittoria finale?
C.:
Se è per quello, sono in parecchi a dubitarne, così come si
domandano con quale legittimità il sig. Bush abbia raccontato un
sacco di bugie per dare inizio alle ostilità. In questo mi sembra
che siate simili ed è giusto in fondo che siate compari in questa
sporchissima avventura. Ma quello che ti sto chiedendo è un’altra
cosa: ti sembra questo un ragionamento sensato? Portare la guerra,
la morte la distruzione in un paese per fare un favore ad un amico
o per semplice calcolo di bottega? Che stanno a fare i tuoi
soldati lì?
B.: Poveretti, ne sono morti pure parecchi in un attentato
gravissimo. Sa Eccellenza, questa è una guerra contro il
terrorismo e noi dobbiamo combatterla fino in fondo se vogliamo
avere sicurezza per il nostro popolo.
C.: Ma c’era qualcuno che lo minacciava? Che minacciava la
pace per il tuo popolo?
B.: Beh questo no, non direttamente almeno, ma certamente
la minaccia dopo l’attentato di New York era gravissima per tutto
il mondo occidentale, e l’Italia fa parte del mondo occidentale…
C.: E tu hai preso questa scusa per entrare in una guerra
travestita come missione di pace, in cui i tuoi soldati muoiono
davvero e il tuo paese è in concreto pericolo di essere colpito
dai terroristi, mentre prima questo pericolo non esisteva o al
massimo era solo potenziale.
B.: Ma questa è la politica Eminenza, se non facessi così
non sarei un bravo statista…
C.: E’ proprio questo il problema. Da quello che mi hai
detto desumo che sei un pessimo statista, anzi che non lo sei
affatto. Ma almeno da cristiano ti penti un poco di quello che
stai facendo? Il tuo paese sta peggio di prima, la crisi economica
è durissima, il lavoro manca, hai trascinato il paese in guerra,
le leggi che hai fatto tutelano principalmente te e i tuoi amici,
ed alcune sono soltanto demagogiche ed inutili. Insomma, ti pare
che sia questo il modo di comportarsi di un buon cristiano?
B.: Eccellenza, non mi dica che nemmeno lei mi da
l’assoluzione?
C.: Ah, adesso capisco perché sei venuto da me, oggi. Hai
approfittato del mio ritorno pensando di potermi raccontare
quattro gabole, di cavartela con una ramanzina e strappare con
l’inganno un’assoluzione. Va bene che la misericordia del Signore
è infinita, ma essa stessa non riesce a salvarti visto che non
solo non ti penti di ciò che hai fatto, ma pretendi pure di essere
lodato per questo ed ispirato dal Signore stesso. Tu stai peccando
contro lo Spirito Santo e questo è l’unico peccato che Dio non
perdona a nessuno…
B.: Certo, Eminenza, che devo essere lodato. Io sono il
predestinato, l’Unto del Signore, colui che cambierà i destini
della nazione e del popolo italiano…
C.: Ma vai via, presuntuoso ed arrogante che non sei altro!
Va’ a meditare sui tuoi peccati e a pentirti che così nessuno ti
darà mai l’assoluzione! Confessa i tuoi peccati e soprattutto i
tuoi reati, che solo così potrai sperare nella misericordia divina
e nel perdono giudiziale!
B.: Ahhhh ecco, anche tu sei comunista! Ormai anche nella
Chiesa non c’è più religione!
C.: Meno male che almeno in questo la Chiesa funziona
ancora. Di preti che operano ispirati da me e dalla Divina
Provvidenza, per fortuna ce n’è ancora qualcuno. E da questi
l’assoluzione non l’avrai mai! Vattene, manutengolo dei potenti,
venditore di fumo, illusionista da strapazzo. Vai via dal Tempio
del Signore, mercante di anime morte, piazzista di volgari
perversioni! Come ho scacciato i mercanti dal Tempio di
Gerusalemme, il popolo di Dio ti scaccia dal suo Tempio che poi è
il suo stesso cuore. E’ con gente come te che non c’è davvero più
religione!
tratto da:
www.disinformazione.it |
Bestiario berlusconiano dei primi mesi
del 2006
Da “Repubblica” del
28 gennaio 2006 |
- 9 gennaio:
"Io sono l'esempio della divisione tra politica e affari".
La7, 'Otto e mezzo',
- 9 gennaio:
"Dal conflitto di interessi ho ricevuto solo danni".
La7, 'il Processo di Biscardi',
- 9 gennaio:
"Io come Galliani. Non ha avuto nessun vantaggio dall'essere presidente
della Lega. Lui, per esempio non può mica protestare con gli arbitri".
La7, 'Il Processo di Biscardi',
- 11 gennaio:
"Sull'Unipol ho le prove del coinvogimento Ds. Altro che tifosi".
Raiuno, 'Porta a Porta',
- 13 gennaio:
"Su Unipol non ho accusato nessuno, ma quattro dirigenti Ds sono andati
a pranzo con il presidente di Generali Bernheim".
Raiuno, 'Conferenza stampa',
- 13 gennaio:
"L'opposizione? Da me nessun colpo basso, loro continuano ad
insultarmi". Raiuno, 'Conferenza stampa',
- 17 gennaio:
"I giudici mi hanno chiamato duemila volte. Ora mi sono tolto la
soddisfazione di andarci io". Raitre, 'Ballarò',
- 18 gennaio:
"Io non mento mai. Il presidente del Consiglio non può per definizione
mentire". Raiuno, 'Unomattina',
- 18 gennaio:
"La Par condicio? Non è conforme a una vera democrazia".
Raiuno, 'Unomattina',
- 18 gennaio ’06:"Nessuno
ha lavorato più di me". Rai, 'Isoradio',
- "Non vedo come possa essere rivolto a me".
Così il premier Silvio Berlusconi, al
termine della registrazione di "Dopo Tg1", ha risposto alla domanda se
l'invito di Ciampi per un'equilibrata presenza in video dei politici in
campagna elettorale, fosse rivolta a lui.
- 20 gennaio:
"Presto la par condicio - anzi la Marx-condicio, come la chiamo io - mi
impedirà di apparire ancora in tv":
durante il confronto con Francesco Rutelli a Matrix,
- 23 gennaio:
"Le mie tre figlie si contendono il padre, la notte fanno a turno per
dormire con me: mi trattano come un peluche".
Al "Senso della vita" di Paolo Bonolis,
- 25 gennaio:
I Ds? "Bisogna chiamarli i furbetti del Botteghino, anziché del
quartierino. Non è male, mi è venuta adesso..."
A Sky tg 24 pomeriggio, intervistato da
Maria Latella,
- 26 gennaio:"Quando farò
un confronto televisivo con Prodi? Non lo so, lui ha continui attacchi
di panico..." . A "Tutte le mattine" di
Maurizio Costanzo,
- 27 gennaio:
"Non c'è mai modo di illustrare tutto tutto che abbiamo fatto. Eppure
basterebbero 40 minuti". A "L'incudine"
di Claudio Martelli.
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