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SONO STATO FRAINTESO (le autosmentite di Berlusconi)

 

Una ventina di casi, dal 2001 ad oggi, in cui il premier ha fatto importanti affermazioni che poi ha smentito o sono state smentite dagli interessati: Casa, pensioni, Iraq e tante altre le autosmentite di Berlusconi - di MATTEO TONELLI

 

ROMA - Affermazioni importanti seguite da immediata autosmentita. A Berlusconi, in cinque anni di governo, è successo molto spesso. Le ultime (sulla casa e sulle pensioni) sono degli recentissime. A volte il premier assicura di essere stato male interpretato, a volte fa proprio marcia indietro, in altre occasioni sono i diretti interessati a smentire. Una rapida ricerca in archivio ha prodotto questo elenco. Sicuramente incompleto.

La casa agli italiani. Sorrento, 11 novembre 2005, Berlusconi lancia il suo progetto davanti ai giovani di Forza Italia: "Daremo una casa a tutti gli italiani in difficoltà. Sono il 19% della popolazione, ma abbiamo un piano fattibile". Ieri ha precisato: "Non ho detto a tutti gli italiani, ma solo a quelli sfrattati"

Pensione a 68 anni. 3 novembre 2005: "Un orizzonte che non dobbiamo precluderci, l'innalzamento dell'età pensionabile a 68 anni". Il 15 novembre spiega: "Io non ho proposto di spostare l'età pensionabile a 68 anni"

Bush e le elezioni italiane. 31 ottobre 2005. A Washington, parlando con i giornalisti dopo l'incontro con il presidente Usa, dice: "Bush teme un cambio di governo in Italia". Vittorio Zucconi di Repubblica, gli chiede: "Presidente, a scanso di equivoci, lei ci sta dicendo che il presidente Bush ha espresso a lei una preferenza elettorale contro il centro sinistra?". Il premier, allora, precisa: "Non mi ha detto esattamente così Bush, ma è evidente che sentendo le dichiarazioni dei leader della sinistra che affermano che se vincessero le elezioni farebbero come Zapatero ritirando le truppe dall'Iraq, basta fare uno più uno per capire come la pensa il presidente americano. Come sempre gli Stati Uniti non interferiscono nei problemi interni di altri paesi, specialmente nei periodi elettorali e pre-elettorali".

Centristi traditori. 16 agosto 2005. Intervistato dalla Stampa, riferendosi ai centristi della Cdl, dice: "C'è chi pensa di salvarsi offrendosi al vincitore, ma parte da una valutazione errata". Immediata la reazione di Follini: "L'evocazione di doppigiochi, tradimenti e passaggi di campo nei confronti di un partito coerente e sicuro come l'Udc è semplicemente miserevole. Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio una smentita chiara e netta". E la smentita arriva puntuale, affidata a Boniauti: "Nessuno in Forza Italia, tantomeno il presidente Berlusconi, ha pronunciato parole legate al concetto di tradimento o di traditore nei confronti dei nostri alleati".

Risanamento Alitalia. 29 aprile 2005: Berlusconi annuncia che il piano di risanamento dell'Alitalia è stato accettato dalla Commissione europea. Immediata la smentita di Bruxelles: "Nessuna decisione è stata presa".
Andare a Nassiriya. "Non sento alcun bisogno di andare a Nassiriya, sarebbe solo una operazione dimostrativa e retorica" (26-3-2004). Il 10 aprile Berlusconi va in visita a Nassiriya.

Unto e bisunto. "Io unto del Signore? Non ho mai pronunciato questa sciocchezza" (9-3-2004). "Io sono l'unto del Signore, c'è qualcosa di divino nell'essere scelto dalla gente. E sarebbe grave che qualcuno che è stato scelto dalla gente, l'unto del Signore, possa pensare di tradire il mandato dei cittadini" (25-11-1994).

Lifting forzato. "Io il lifting non lo volevo fare. Sono stato tirato dentro a farlo. È stata Veronica a spingermi a fare il lifting" (27-1-2004). Poi Veronica lo smentisce: "Il lifting è stata un'idea sua".

Fascismo buono. "Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in vacanza al confino" (intervista a 'The Spectator', 4-9-2003). Il 17 Berlusconi cerca di smorzare l'intervista allo 'Spectator': "Eravamo alla seconda bottiglia di champagne". Ma gli intervistatori lo smentiscono: "Abbiamo bevuto solo tè freddo" (19-9-2003.).

Giudici matti. Nella stessaintervista a "Spectator", il premier disse anche che i magistrati: "Per fare i giudici bisogna essere dei disturbati mentali". Protestarono un po' tutti: dall'Anm, alle sorelle di Falcone e Borsellino. Fini parlò esplicitamente di "gaffe". Allora spiega: "Io non sono un politico, non bado alle critiche. Dico quello che pensa la gente".

Legge Gasparri. Berlusconi, uscendo dal Quirinale, annuncia che Ciampi è d'accordo sulla legge Gasparri. Il Quirinale smentisce: "Non ne abbiamo mai parlato" (2-8-2003). Berlusconi deve rettificare dando la colpa ai giornalisti.

Lodo Maccanico. "Io non c'entro nulla con questo Lodo: è stata un'iniziativa autonoma del Parlamento, sostenuta dal presidente della Repubblica" (30-6-2003). Immediata la smentita del Quirinale, cui segue la precisazione del sottosegretario Paolo Bonaiuti: "Il lodo Maccanico è una iniziativa parlamentare. E a questa proposta il presidente della Repubblica è ovviamente estraneo".

Conflitto di interessi. "Il conflitto d'interessi sarà risolto nei primi cento giorni del mio governo" (5-5-2001). "Il conflitto d'interessi è una leggenda metropolitana" (19-12-2003). La legge sul conflitto d'interessi non è stata ancora approvata.

Condono per gli altri. "Mediaset non farà alcun ricorso al condono fiscale" (30-12-2002). Cinque mesi dopo 'L'espressò scopre che Mediaset ha regolarmente fatto ricorso al condono, risparmiando circa 120 milioni di euro di imposte. Un anno dopo accade di nuovo.

Armi sì, armi no. "Credo che ormai in Iraq non ci siano più armi di distruzione di massa" (16-10-2002). "Non ho mai detto che Saddam non ha armi di distruzione di massa. Dico solo che ha avuto il tempo di distruggerle o di metterle da qualche altra parte" (17-10-2002).

Guerra senza Onu. "Se Saddam non cede, l'attacco sarà a gennaio e sarebbe inutile una seconda risoluzione come chiede la Francia, sarebbe un nonsenso" (14-9-2002). "Siamo per una risoluzione dell'Onu che dia termini precisi a Saddam e stabilisca l'intervento militare se Saddam non dovesse accettare la risoluzione" (25-9-2002). "Con realismo bisogna dire che non c'è alternativa alle due risoluzioni dell'Onu"

(16-10-2002).
Nesta mai. "Comprare Alessandro Nesta? Sono cose che non hanno più nulla di economico, di morale. Nel calcio abbiamo sbagliato tutti, ora basta"(23-8-2002). L'indomani il Milan annuncia l'acquisto di Nesta.

Legge Cirami. "Non capisco tutta questa fretta per la legge Cirami sul legittimo sospetto" (31-7-2002). "La legge sul legittimo sospetto è una priorità per il governo" (30-8-2002).

Ok dall'Europa. "Ho fatto un'esposizione sommaria della legge finanziaria e ho trovato un'ottima accoglienza sia da Prodi sia dal commissario Pedro Solbes" (10-10-2001). Prodi cade dalle nuvole. Solbes lo smentisce. Berlusconi fa retromarcia: "Io ho illustrato l'azione del mio governo, Prodi e Solbes mi hanno ascoltato in silenzio".

Scontro di civiltà. "Noi dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà... Dobbiamo evitare di mettere le due civiltà, quella islamica e quella nostra sullo stesso piano... La nostra civiltà deve estendere a chi è rimasto indietro di almeno 1.400 anni nella storia i benefici e le conquiste che l'Occidente conosce." (26-9-2001). Poi di fronte alla richiesta di scuse presentata da una serie di governi arabi dice al giornale 'Asharq al-Awsat':"Perché dovrei scusarmi? Per qualche cosa che non ho detto? Non ho detto nulla di sbagliato, loro (alcuni giornalisti, ndr) mi hanno fatto dire qualche cosa che non ho detto". (2-10-2001)...continua

 

da Repubblica.it del 15 novembre 2005

 

Il Cavalier gaffe: sciocchezzario del 2003
di Marco Travaglio –

Chiamarle gaffes sarebbe sbagliato. Lui pensa davvero come parla. «Berlusconi è l’unico bugiardo sincero che io conosca», diceva di lui Indro Montanelli, che lo conosceva bene: «Crede davvero alle scempiaggini che dice e che fa». Spesso si tratta di parole in libertà, pronunciate soprattutto all’estero, quando l’uomo sfugge al controllo dei suoi consiglieri e parla a braccio, lontano dai ghost writer.
Più spesso ancora sono forzature volute, per alzare il livello dello scontro e abbassare sempre più quello di reazione. O magari per minacciare vergogne impossibili allo scopo di farne accettare di un pochino meno impossibili. In ogni caso, quest’anno il Cavaliere ha superato se stesso. E non era facile.

Gennaio. Comincia bene, il 2003. La legge Lunardi sulle opere pubbliche, all’articolo 28 (edificabilità nelle zone limitrofe ad aree cimiteriali), riforma la legge napoleonica che vietava di seppellire i morti fuori dai cimiteri: Berlusconi potrà finalmente dare degna sepoltura ad amici, parenti e infine a se stesso nel celebre mausoleo del Cascella, liberamente ispirato alla tomba di Tutankamen nel giardino della sua villa di Arcore. Il premier ipotizza un “condono creativo” per gli abusi edilizi: anziché abbattere gli eco-mostri, basterà abbellirli con «giardini e parchi giochi». Ai funerali di Gianni Agnelli, Berlusconi si presenta a bordo di una fiammante Mercedes e protesta perché non gli hanno riservato una poltrona in prima fila nel Duomo di Torino: fischi dalla folla. Solo il Tg3 dà la notizia. La Cassazione respinge la richiesta di trasferire i processi “toghe sporche” da Milano a Brescia e condanna Berlusconi e Previti a pagare 1500 euro di spese processuali; il giorno prima il Cavaliere aveva assicurato «assoluta fiducia nella Suprema Corte»; il giorno dopo appare in tv a reti unificate per attaccare la Cassazione e la magistratura tutta («si giudica da sé e si autoassolve in ogni sede»), chiedere di essere giudicato solo dai suoi “pari”, invocare il ritorno all’immunità parlamentare.

Febbraio. Ultimi preparativi per la guerra all’Iraq. Berlusconi incontra Bush e, uscendo dalla Casa Bianca, preannuncia una «terribile strage con le armi di Saddam Hussein». Imbarazzo al Pentagono. «L’Italia è perfettamente allineata a Washington», garantisce il premier. Poi concede agli Usa basi aeree, strade, porti e ferrovie per trasportare armamenti e uomini in Iraq. I pacifisti manifestano a Roma in 2 milioni, ma la Rai oscura l’evento («potrebbe influenzare il voto del Parlamento», spiega il dg Rai, Agostino Saccà). Per Berlusconi, «i pacifisti fanno il gioco di Saddam». E per il ministro della Difesa Antonio Martino «l’Italia è con gli americani anche fuori dall’Onu». Ma il premier, alla Camera, riesce a schierarsi contemporaneamente con Bush, il Papa, l’Onu, l’Europa e Pannella (che chiede l’esilio di Saddam). Il governo vara un decreto per sanare i debiti delle società di calcio (fra le quali il suo Milan), fra le proteste dell’Unione europea. Berlusconi riunisce in casa sua i leader della Cdl per decidere il nuovo Cda Rai. Ma poi Pera e Casini ne nominano un altro.

Marzo. Fuoco di sbarramento polista contro Paolo Mieli presidente della Rai. Alla fine la spunta Lucia Annunziata. Maggioranza spaccata alla Camera sull’indultino: Lega e An contro, Fi e Udc a favore. Berlusconi annuncia il lodo Maccanico per abolire i suoi processi. Gli angloamericani invadono l’Iraq: l’Italia di Berlusconi è “non belligerante” e viene esclusa sia dal vertice dei paesi pro-guerra sia da quello degli anti-guerra.

Aprile. La Corte dei Conti boccia come «irrealistiche» le previsioni di crescita formulate dal governo. Berlusconi si presenta il Venerdì Santo in tribunale per chiedere di essere sentito e interrompere la contumacia: ma manca un avvocato, e prima che venga sostituito il premier se ne va: «Ho un impegno a Roma». Dopo la Santa Pasqua e un’ultima raffica di ricusazioni, Previti viene condannato a 11 anni per corruzione dei giudici nel processo Imi-Sir/Mondadori. Il Cavaliere la prende male e strilla ai «giudici golpisti» e alla «sentenza politica».

Maggio. Berlusconi torna in tribunale e stavolta parla, per accusare Prodi di «svendita della Sme» e addirittura di tangenti da De Benedetti. Poi, nervosissimo, chiede ai carabinieri di identificare un cittadino che in tribunale gli ha detto: «Buffone, fatti processare». Berlusconi annuncia che chiunque lo contesterà sarà denunciato da Palazzo Chigi per vilipendio delle istituzioni: subito i casi di contestazione si moltiplicano in tutta Italia. La commissione Telekom Serbia estrae dal cilindro Igor Marini e manda una delegazione a Lugano, subito arrestata in blocco appena passata la frontiera. Berlusconi inventa gli «impedimenti istituzionali» più impensati (compreso un vertice col prefetto di Belluno sulla criminalità nel Mare Adriatico e la finalissima di Champions League) per disertare il Tribunale. Poi invita i suoi a insidiare le mogli dei magistrati. Persino gli avvocati delle Camere penali scioperano contro il governo.

Giugno. Nuovi disperati tentativi del premier di fuggire al processo, compresa una visita a sorpresa in Lussemburgo, seguita da un lungo incontro con la stampa e da un’imbarazzante ammissione: «Non scappo dalla giustizia, semmai dall’ingiustizia». Comunque scappa. Il giorno 9 la Cdl tracolla alle amministrative, dal Friuli a Brescia. Il 17 Berlusconi torna finalmente in aula, seconda puntata delle dichiarazioni spontanee (85 bugie in 115 minuti). Il 18 passa il lodo Maccanico che abroga il processo. Il 19 Berlusconi comunica: «Io ero contrario il lodo, l’ha voluto Ciampi». Imbarazzo al Quirinale.

Luglio. Comincia bene il semestre europeo a presidenza italiana: nella seduta inaugurale a Bruxelles, Berlusconi insulta il socialdemocratico tedesco Shulz che aveva osato porgli due domande («la proporrò per il ruolo di kapò nazista») e l’intero europarlamento: «Siete dei turisti della democrazia». Proteste corali di tutte le cancellerie e dell’intera stampa continentale. Altre proteste per un’uscita del sottosegretario al Turismo Stefano Stefani sui tedeschi «famosi per la birra e le gare di rutti». Stefani si dimette. Berlusconi è costretto a scusarsi con Schroeder. Poi annuncia che la mafia è sconfitta perché «tutti i mafiosi sono in carcere». I giudici antimafia smentiscono. Dossier dell’Economist con le domande a cui il premier italiano non risponde: lo staff del premier parla di «spazzatura» e annuncia una querela al settimanale britannico.

Agosto. Berlusconi, uscendo dal Quirinale, annuncia che Ciampi è d’accordo sulla legge Gasparri. Ciampi smentisce: «Non ne abbiamo mai parlato». Il Tribunale di Milano deposita la sentenza Imi-Sir/Mondadori e parla del «più grave caso di corruzione della storia d’Italia e forse non solo». La commissione Telekom si riconvoca d’urgenza per ridare la parola a Igor Marini, che accusa anche Rutelli, Veltroni, Mastella, Bordon. Il premier diserta la “prima” dell’Arena di Verona, dove avrebbe dovuto incontrare Prodi e Schroeder, perché corre voce che i “disobbedienti” vorrebbero contestarlo armati di terribili fischietti. In compenso partecipa alle nozze del figlio del premier turco e si produce in un baciamano della sposa che, essendo musulmana, è coperta di veli e non può essere neppure sfiorata. Imbarazzo ad Ankara.

Settembre. Intervista a puntate a due giornalisti dello Spectator. Berlusconi afferma che i giudici italiani sono «matti, mentalmente disturbati, antropologicamente estranei alla razza umana»; che Montanelli e Biagi l’hanno criticano perché «sono invidiosi di me»; e che «Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in vacanza al confino». Ciampi esprime «piena fiducia nella magistratura», ricorda gli orrori del fascismo e rammenta che la Repubblica è nata dalla Resistenza. L’Italia viene esclusa dal vertice Francia-Gran Bretagna-Germania-Spagna sull’Iraq. Berlusconi parla a Wall Street e invita a investire in Italia dove «non ci sono più comunisti», ma in compenso «abbiamo segretarie bellissime». Poi tiene un messaggio a reti unificate per magnificare la sua riforma delle pensioni, che non piace e nessuno, nemmeno agli alleati.

Ottobre. Mentre Giuliano Ferrara definisce «omicida» l’Unità e accusa Furio Colombo e Antonio Tabucchi di essere i «mandanti linguistici del mio prossimo assassinio», Berlusconi minaccia le elezioni anticipate per sedare le risse ormai quotidiane fra Lega da una parte e An e Udc dall’altra. Fini propone di far votare gl’immigrati e la Lega minaccia la crisi. Attacchi al governo anche da Bankitalia e Confindustria. Un telesondaggio di Domenica In chiede agli italiani a che cosa dicono basta. Vince la risposta «Basta con Berlusconi e con i politici che dicono e poi non fanno». Ma viene letta in diretta una sola volta: dalla domenica successiva la Rai cambia la domanda e proibisce quelle politiche.

Novembre. Previti condannato ad altri 5 anni di galera (totale: 16 anni, in primo grado) per corruzione dei giudici nel processo Sme-Ariosto. Condannato anche Squillante, assolto il giudice Verde: il centrodestra, incredibilmente, esulta. La Rai censura RaiOt di Sabina Guzzanti per aver raccontato la legge Gasparri. La Rai vieta a Bonolis di intervistare Enzo Biagi e Paolo Rossi, che vorrebbe leggere un passo di Tucidide sulla democrazia ateniese. Riesplodono in tutte le piazze d’Italia i girotondi. Berlusconi, reduce da un imbarazzante viaggio in Cina, comunica: «La situazione in Iraq sta migliorando molto. Si parla molto di attentati terroristici che prevalgono sulla immagine globale della situazione. Ormai l’Iraq sta andando verso la normalità e la democrazia». Pochi giorni dopo, a Nassiriya, la guerriglia irachena fa strage di carabinieri italiani. Il Cavaliere riceve l’amico Putin e, in conferenza stampa, risponde per lui: giurando che la Russia è un modello di diritti umani, in Cecenia non è successo niente di grave, «ci sono attentati della guerriglia, ma Mosca non ha mai risposto». Cancellati 200mila morti per i bombardamenti russi su un milione di abitanti. L’indomani la commissione e il parlamento europei condannano quei deliri, ma i telegiornali oscurano la notizia. Berlusconi annuncia al New York Times che bisogna abbattere tutti i regimi non democratici nel mondo, anche con le armi, modificando il concetto di sovranità nazionale. Poi dice che l’hanno frainteso.

Dicembre. «Se fossi un dittatore, sarei il più sfigato», spiega il Cavaliere a fine anno. In effetti, nel giro di pochi giorni, gli tornano sul muso tutti i boomerang lanciati durante l’anno: Igor Marini incriminato per calunnia ai danni di Prodi, Fassino & C; archiviata l’inchiesta di Brescia sui pm Colombo e Boccassini per il fascicolo 9520/95; fallita miseramente la convenzione europea, ultima debacle del semestre italiano; contestata da un milione di persone a Roma la riforma delle pensioni; bocciata financo da Casini la legge finanziaria, parzialmente priva di copertura finanziaria; colossi come Parmalat e Cirio che affondano nei trucchi contabili dopo la depenalizzazione del falso in bilancio; prezzi più alti che nel resto d’Europa; crescita ridotta allo zero virgola qualcosa; un paese che si sente sempre più povero (fonte Istat); scioperi selvaggi nel settore dei trasporti; bocciata da Ciampi la legge Gasparri per manifesta incostituzionalità; rischi analoghi per il lodo Maccanico, trascinato dinanzi alla Consulta dal Tribunale di Milano. Sempre più nervoso e impopolare, Berlusconi se la prende con la carta stampata («è obsoleta, superata da internet, e pende per l’85 per cento a sinistra: il vero regime è quello»). Poi, alla conferenza stampa di fine anno, si supera: «Il conflitto d’interessi è una leggenda metropolitana... Ciampi non ha firmato la Gasparri per le pressioni dalla lobby degli editori... Gli aumenti dei prezzi sono colpa dell’euro... Chi lavora all’Unità dovrebbe vergognarsi...». E minaccia: «Governerò per altri 10-15 anni». Il suo augurio per un sereno Natale a tutti gli italiani.

da «Avvenimenti» nr.50 gennaio 2004

 

Le frasi celebri del cavalier Berlusconi
 

«Io non mi siederò mai più ad un tavolo dove ci sia il signor Bossi. Non sosterrò mai più un governo che conti su Bossi come sostegno. E’ una persona totalmente inaffidabile. Mi meraviglio come anche i mezzi di comunicazione, senza nessun senso critico, diano ospitalità a tutte le sue esternazioni che non hanno né capo né coda»
[ «ANSA», 2 febbraio 1995, ore 17:01 ]

«Ve lo giuro sui miei figli: questo decreto non è stato fatto per nessuno della mia nidiata»
[ «La Stampa», 20 luglio 1994]

«La mia segretaria mi ha detto che nell’ultima settimana ogni giorno ho lavorato 17 ore, fatto 32 telefonate, avuto 23 incontri. La stampa dovrebbe avere più rispetto di uno che si sacrifica come me per l’interesse di tutti senza avere il minimo interesse personale»
[ «La Repubblica», 4 dicembre 2002 ]

«Ho dato mandato al consiglio d’amministrazione della Finivest di vendere le televisioni. Cos’altro posso fare?»
[ «La Repubblica», 22 marzo 1995 ]

Emilio Fede?
«Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. E’ un baluardo per la democrazia e per l’informazione»
[ «La Repubblica», 4 gennaio 1995 ]

«Dire che io utilizzo la mia posizione di leader politico per interessi personali è negare il disinteresse e la generosità che mi appartengono»
[ «La Stampa», 15 dicembre 1995 ]

 Un giornalista gli chiede: «Lei è stato iscritto alla P2 di Craxi e del C.A.F. (Craxi, Andreotti e Forlani)?»
«Basta! Non ne posso più! Mi iscrissi perché stremato dall’insistenza del mio amico Roberto Gervaso. Ricevetti la tessera di “apprendista muratore”, dissi di rimandarla indietro. O mi fanno Grande Maestro o niente»

[ «La Repubblica», 27 novembre 1993 ]

«La mia bravura è fuori discussione, la mia sostanza umana, la mia storia, gli altri se la sognano. Sono loro che devono dimostrare a me di essere bravi…»
[ «ANSA», 7 marzo 2001, ore 15:48 ]

Magistratura…
«Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana»
[ «La Repubblica», 5 settembre 2003 ]

«Hanno fatto una prova anche su di me, sulla mia funzionalità cerebrale e fisica e hanno deciso che sono un miracolo che cammina»
[ «ANSA», 5 ottobre 2002, ore 19:33 ]

Tratto dal libro: «Barzellette sul Cavalier Berlusconi» - Malatempora edizioni

 

Le favole dell'alieno
di Curzio Maltese da «La Repubblica»

L'ultimo Berlusconi si spiega soltanto con la furia autodistruttiva che prende alla fine tutti i grandi narcisi. 
Il governo è sull'orlo di una crisi, almeno di nervi, e il premier ha fatto tutto da solo. In pochi giorni ha presentato un piano di rinascita economica già seppellito dalle risate dei suoi alleati, prima che dalle critiche dell'opposizione. Non contento, il premier è andato ieri sera dal suo Marzullo, Mario Giordano, a raccontare ancora una volta la favola delle tasse che stanno per diminuire, anzi sono già diminuite ma presto quasi spariranno. Sullo slancio il Cavaliere è salito su una teorica palla di cannone, come il barone di Munchausen, e ha cominciato a fantasticare di un'Italia felix in pieno miracolo economico. 
Un milione e quattrocento mila posti di lavoro creati (dove?), il venti per cento in meno dei reati (quando?), pensioni di lusso, tasse ridotte. Ha perfino aggiunto che lui in televisione non c'è andato mai. 
Mai come nella circostanza è parso azzeccato il titolo della trasmissione: "l'Alieno". In questi casi la pratica medica consiglia di non contraddire. La reazione potrebbe essere violenta. Ma c'è da chiedersi perché un grande comunicatore come Berlusconi insista tanto con una strategia così clamorosamente sbagliata. 

Da tre mesi, rientrato dal rimpasto facciale, il Cavaliere porge a un'Italia depressa e impoverita uno specchio delle meraviglie dove dovrebbe vedersi opulenta e gioiosa. Che senso ha? È possibile che i cittadini credano più allo specchio magico della tv che non alle proprie tasche? Raccontare agli italiani che si stanno arricchendo mentre stanno malissimo è sciocco, controproducente e fuori luogo. Un po' come la terrificante battuta sui carabinieri che vanno a Nassiriya per i soldi. La barzelletta dopo il massacro che ha permesso a Berlusconi di battere il record di oscenità governativa stabilito da Scajola con la battuta sul professor Biagi "avido e rompicoglioni". 
La follia apparente di Berlusconi, ammiratore di Erasmo e forse addirittura lettore, ha sempre avuto in passato una logica nascosta. Qui o è molto ben nascosta o non esiste. La reazione corale degli alleati, di scherno o scandalo, è significativa. Per la prima volta Fini e Follini, Buttiglione e la Lega condividono lo stesso atteggiamento fra lo scettico e l'infastidito di fronte alle mirabolanti e continue sortite del capo. È finito il gioco a premi per cui se un alleato criticava il premier, l'altro correva a difenderlo. Dall'ultimo Berlusconi prendono le distanze tutti. 

Il più duro è Gianfranco Fini che ha lanciato in tv un gelido "invito a riflettere". Nei giorni scorsi il vice premier aveva impallinato al volo il piano economico berlusconiano e ironizzato sulla trovata dell'abolizione dei ponti (ma non doveva costruirli?). Ieri ha disertato il consiglio dei ministri e s'è messo a spiegare a Berlusconi via etere, come si fa con i bambini, che prima di parlare di tagli fiscali bisogna stabilire quali tasse (Irap o Irpef?), quali redditi (alti o bassi?), con quali risorse. La Lega per non sbagliare seguita a minacciare crisi di governo, anche in assenza di Bossi. Il ministro Buttiglione sbugiarda Berlusconi che in televisione aveva parlato di misure già pronte "per la prossima settimana", mentre a lui ha confessato che si tratta soltanto di buoni propositi, generica "volontà politica", insomma balle elettorali. 
Delle due l'una. O prende in giro Buttiglione, e pazienza, oppure prende in giro milioni di spettatori. Alla lunga, come insegna l'amico Aznar, il gioco è rischioso. La terza possibilità è che Berlusconi stia prendendo in giro sé stesso, nella tragica nemesi di chi finisce per credere davvero alle proprie bugie. In una strana altalena fra fantasia e realtà, esaltazione e resa. Un minuto dopo aver annunciato radioso l'ennesima soluzione magica alla crisi, Berlusconi infatti si rabbuia e ammette che "i governi nazionali possono fare pochissimo per stimolare l'economia", "tutto è nelle mani dell'Europa". Andata e ritorno, un passaggio da Jekyll a Mister Hyde nei tempi di una comica, nello spazio di uno spot. 

È evidente che Berlusconi ha perso il dono del comunicare. È un attore che non sente più gli umori del pubblico e cerca un nuovo successo con un vecchio numero replicato all'infinito. Finora la mole gigantesca di trovate, volta a compensare la qualità, non ha ottenuto il risultato di schiodare i sondaggi di Forza Italia da un misero 21 per cento. È mancato il salto da genio populista a grande statista, nonostante gli elogi della vasta corte e l'occasione del semestre europeo. Gli alleati l'hanno capito e tentano di sottrarsi, ciascuno a suo modo, dal prevedibile crollo. Perso il talento, a Berlusconi rimangono due potenti armi, la televisione e i soldi. Le userà senza scrupoli, lo sta facendo. Può spendere per una campagna elettorale più di Bush e Kerry messi assieme e apparire in televisione più del segnale orario. Basterà a vendere un'altra favola?

 

La confessione miracolosa
Di Domenico de Simone, dal libro "Come e perché Berlusconi cadrà", Malatempora edizioni

Metadialoghetto tra il Signore e il suo Unto o presUnto tale

Roma, Basilica di San Pietro, il giorno di Pasqua 2004. Subito dopo la sacra funzione che celebra la Resurrezione di Cristo, mentre la folla esce dalla Basilica, all’improvviso il miracolo: Cristo Risorto si materializza, il Corpo Santo immerso nella Luce Divina, proprio lì, sull’Altare Maggiore, dove fino a poco prima il Pontefice, ora ritiratosi nelle sue stanze, aveva celebrato la Messa ed invocato il Suo Ritorno.
Tra le persone che assistevano alla Sacra Funzione, il più lesto ad accorgersi della situazione è il premier Silvio Berlusconi che, mentre la sua guardia del corpo tiene a bada i pochi che si sono accorti del miracoloso evento, approfitta rapidamente della straordinaria opportunità che gli si offre, si avvicina sorridente alla Divina apparizione e chiede di potersi confessare. La folla assiste attonita allo spettacolare evento di un capo di Stato diverso dal Papa che parla direttamente con il Figlio di Dio. Naturalmente non poteva che essere Lui, l’Unto del Signore…

Cristo: Sia lodato il Signore!
Berlusconi: Sempre sia lodato!
C.: Dì pure figliuolo, apri il tuo cuore alla benevolenza del Padre mio…
B.: Grazie Eminenza, è per me un grande onore essere ascoltato da Lei.
C.: Non devi pensare a me in questo modo, io sono un umile servo di Dio…
B.: Beh per quello anche io…
C.: Certo figliuolo, siamo tutti pecorelle smarrite bisognose della benevolenza divina.
B.: Mi consenta, Eccellenza, ma sa, io sono proprio un predestinato… non a caso mi chiamano l’Unto del Signore…
C.: Ah, un mio discepolo ti ha già dato l’Estrema Unzione? Non mi sembrava che tu stessi in condizioni così disperate…
B.: Ma no, Eminenza, è che io sono un leader in questo paese…
C.: Ah, scusami, ma io conosco poco delle questioni italiane, sai in cielo abbiamo tanti problemi… Comunque veniamo ai tuoi peccati…
B.: Ma io non sono un peccatore, Eminenza!

C.: Ne sono felice figliolo, allora ti benedico e vai in pace….
B.: No, ecco, Santità, per la verità qualche peccatuccio forse dovrei confessarlo per avere il perdono di Dio…
C.: Allora dimmi e non esitare! Grande è la misericordia del Signore!
B.: Vede Eminenza, io sono il premier in Italia…
C.: Questo non è un peccato, anzi è un ruolo che ti fa onore. Cos’è che ti angoscia?
B.: Ecco è il fatto che a volte mi capita, ma non per colpa mia, di dire o fare cose che potrebbero essere male interpretate, insomma, che mi si dica che non sto proprio facendo per il meglio…
C.: Ma questo succede a tutti i governanti, figliolo caro, certe volte le decisioni del governo sono difficili, tormentate e spesso incomprese. Ma dimmi qual è il problema che ti tormenta…
B.: Ecco, Sua Grazia, è che nel mio paese c’è una grave crisi economica e la verità è che non sappiamo che fare. Però alla gente dobbiamo raccontare che va tutto benissimo, e che anzi il governo ha il totale controllo della situazione. Sa, i banchieri ci dicono che dobbiamo dare fiducia a piene mani, perché senza la fiducia il sistema crollerebbe…

C.: Beh questo non è un problema solo italiano. In tutto il mondo c’è una crisi che sembra senza soluzione…
B.: Sì, ma qui mi fanno dire cose che poi vengono smentite clamorosamente il giorno dopo. Sa il mio Ministro dell’Economia non fa altro che litigare con il governatore della Banca d’Italia e se ne dicono di tutti i colori. E ci vado di mezzo io che non c’entro niente… beh proprio niente no… però insomma… Ecco le racconto un episodio. Sere fa sono andato in televisione da un caro amico a raccontare alla gente che l’export va alla grande, che la gente è più ricca e che la produzione è in espansione. Il giorno dopo la Banca d’Italia se ne esce con una pubblicazione in cui si dimostra che l’export è crollato, che la gente sta molto peggio e che la produzione si sta riducendo, insomma esattamente il contrario di quello che avevo sostenuto la sera prima.
C.: Immagino le polemiche il giorno dopo…
B.: No, non è quello il problema, le televisioni e i giornali sono praticamente al mio servizio e l’opposizione è come se non esistesse. Sia perché sono incapaci di dire la verità sia perché comunque, quelli che la dicono non appaiono da nessuna parte. La cosa che mi scoccia è che quando racconto le balle mi vengono le rughe sulla faccia. E’ una specie di tic, capisce, e adesso che mi sono fatto fare il lifting si vedono pure peggio. Sapesse quanto mi è costato…
C.: Pensavo che ti preoccupassi delle condizioni in cui vive il tuo popolo e non del tuo aspetto fisico…
B.: Ah ma gli italiani se la sono sempre cavata per conto loro, e ce la faranno anche questa volta. Sa che statisticamente quando in Italia ci sono le crisi di Governo, l’economia va decisamente meglio… Strano vero?
C.: Forse non è proprio strano… Le vie del Signore sono infinite. Ma ci sarà pure qualcosa che potrai fare per migliorare la situazione: con la fede e la ragione si fanno miracoli….
B.: Ma si figuri, Eccellenza! Con i geni che mi ritrovo nel governo mi tocca fare tutto da me, e io di economia non capisco niente. Per la verità non ci capisce niente nemmeno il mio Ministro, ma quello si sa, non è un problema, tanto l’economia non la fanno i governi e nemmeno i banchieri ma la gente che lavora. L’unica cosa che possiamo fare è diffondere un clima di fiducia e di speranza. Ora vede, io ho promesso agli italiani di ridurre le tasse, aumentare le pensioni, fare grandi opere, rilanciare l’economia, garantire la sicurezza. Ho pure firmato un contratto davanti alle telecamere e davanti a milioni di persone che ci hanno creduto. Ora, di quello che ho promesso abbiamo fatto poco o nulla, ma è necessario che continuino a crederci altrimenti rischio di perdere le elezioni.

C.: Mi stai dicendo che intendi continuare ad ingannare la gente invece di dirgli la verità? 
B.: Per forza, Santità, che altro potrei fare? Mica posso lasciare via libera ai comunisti dell’opposizione. Che poi se quelli sono comunisti io sono un prete, però devo chiamarli così la gente si spaventa e continua a votarmi.
C.: Un altro inganno? Non starai esagerando figliolo?
B.: Ma sa, Sua Grazia, nel mio governo ci sono i neo fascisti, e mica gli posso lasciare il monopolio dell’anticomunismo! E poi lei sa che i comunisti sono responsabili di ogni malefatta nel mondo occidentale. Se l’immagina che succederebbe se si facesse una società realmente comunista? Non ci sarebbe più religione!
C.: Beh questo è un altro argomento. E poi di che religione stai parlando? Se sei in questa Chiesa dovresti sapere che io predicavo l’abbandono delle ricchezze materiali e le prime comunità sorte in mio nome avevano i pochi beni di cui disponevano in comune…
B.: Ma no, ecco, volevo dire che il comunismo rappresenta un vero pericolo per l’umanità. Guardi a quello che è successo nei paesi dell’est europeo e alla Russia….
C.: Se quelli erano comunisti… non mi pare proprio. Comunque adesso il problema non si pone più e da tempo ormai. L’internazionale comunista è scomparsa, la Russia è piena di miliardari, la Cina si è votata al capitalismo e Fidel Castro somiglia più ad un vecchio dittatore che a un leader comunista. Insomma i comunisti non esistono più da tempo, se pure sono mai esistiti, e c’è rimasta solo la Chiesa di Dio a fare qualcosa per la povera gente. Ci sono alcuni miei discepoli che sono stati assassinati per questo, come Romero ad esempio….
B.: Quello era comunista! Oh, mi perdoni Santità, non è per dire, ma insomma se si pone in dubbio il principio dell’autorità dello Stato dove si va a finire?   
C.:
Per la verità Romero denunciava le connivenze del governo con la malavita ed il traffico di armi e droga, oltre a cercare di alleviare le sofferenze del suo popolo…. Se questo è essere comunisti allora lo sono anche io!
B.: Ma no Eccellenza, non mi permetterei mai di considerarla un sovversivo. I comunisti non rispettano nessuno, soprattutto le leggi. Sa, anche io sono stato perseguitato dai comunisti come i preti in Cina e in Russia quando c’erano loro. Non esitano di fronte a nulla….

C.: Ma in Italia non mi pare ci sia mai stato un governo comunista… chi è che ti ha perseguitato?
B.: Come no! Un governo ombra, diretto da alcuni giudici certamente comunisti asserviti all’ideologia di chi li manovra e che ha cercato di prendere il potere aggredendo con false accuse i suoi avversari politici, tra cui principalmente il sottoscritto….
C.: Beh, non sapevo che in Italia il sistema giudiziario fosse corrotto fino a questo punto…
B.: Peggio, Santità, peggio! Mi hanno aggredito con innumerevoli inchieste, ed hanno aggredito anche i miei principali collaboratori. Ma alla fine l’ho spuntata io. Gli ho cambiato le leggi e così non possono più processarmi.
C.:
Ah questa è una bella cosa! Hai abrogato i reati di opinione dal codice penale?   
B.: Beh non proprio, Eccellenza, quelli ci sono e come! Altrimenti come potrei tenere sotto controllo i comunisti?
C.:
Non capisco, allora, ma che razza di accuse ti avevano fatto?
B.: Beh, ecco, corruzione in atti giudiziari,falso in bilancio, corruzione di politici e finanzieri, insomma reatucci così, tutti inventati eh! Io sono pulito e le mie aziende pure!
C.:
Ma allora sarebbe stato semplice per i tuoi avvocati dimostrare che le accuse erano infondate. E poi per quanto sia, se alcuni magistrati sono corrotti, ce ne saranno degli altri che saranno pure in grado di riconoscere l’infondatezza delle accuse nei tuoi confronti. Ma poi cosa hai cambiato della legge?
B.: Sembra facile trovarne qualcuno….. comunque alla fine il falso in bilancio non è più tale, il premier finché è in carica non può essere processato ed è diventato più complicato fare rogatorie all’estero. Sa se avessero indagato sui conti esteri delle mie società…
C.:
Che cosa sarebbe accaduto?
B.: Beh Eminenza, sa com’è la politica, qualche lira l’ho pure dovuta dare qua e là. Ma mica per corrompere, non pensi male, solo che questi giudici comunisti vedono corruzione dappertutto pur di mettermi sotto accusa.

C.: Regali ai politici? E a che scopo se non per corromperli?
B.: Ma no, Sua Grazia, è quella che un mio avvocato ha chiamato in un processo captatio benevolentiae, insomma farsi amico qualcuno. Ma io pagavo le parcelle dei miei avvocati, ecco, e poi che ne so che cosa ci hanno fatto? E ogni tanto mi chiedevano qualche fondo all’estero per questo o quello. Ho sempre pagato, ma non ho mai voluto sapere niente di queste cose.
C.:
Quindi pochi soldi, qualche milione di lire….
B.: Beh qualche decina di milioni…. di euro… sa all’estero la vita costa, l’ambiente è difficile soprattutto quanto in patria si cade in disgrazia
C.:
Insomma, mi stai raccontando che i tuoi hanno distribuito qualche decina di miliardi e tu non ne sapevi niente? Ma che dici?
B.: Ma no Altezza Eminentissima, non si adiri la prego e mi consenta di precisare che ogni cosa che ho fatto è sempre stata per il bene del paese, delle mie aziende e della mia famiglia. Sa io ho un alto senso della famiglia, ma non come quel mio amico che ne ha una in ogni città d’Italia. In fondo ho divorziato solo una volta…
C.:
Ah, pure divorziato! Andiamo bene….Certo la misericordia del Signore è grande, ma tu ne metti a dura prova la pazienza…. Comunque, dimmi cosa hai fatto di buono per il tuo paese o quanto meno che intenzioni buone hai manifestato. A volte bastano solo quelle…
B.: Beh, ho praticamente abolito la tassa di successione, ho fatto tornare i capitali dall’estero, ho fatto un condono edilizio molto esteso, e pure un condono fiscale tombale, poi ho salvato Rete 4 dalla chiusura, ho modificato il codice penale per i reati societari, ho fatto approvare il Lodo Schifani per non essere processato, ho ridotto le tasse per le imprese, ho aumentato le pensioni….
C.: Ecco questa! Finalmente qualcosa in favore dei più deboli. Il resto mi pare servisse più i tuoi interessi che quelli del popolo…
B.: Ma no, Santità Eminentissima, sa diminuendo le tasse per le imprese si creano nuove opportunità e nuovi posti di lavoro e tutti stanno meglio….

C.: Ma non mi hai detto poco fa che questa è una bugia che ti fanno raccontare i tuoi Ministri? La gente sta meglio o peggio con il tuo governo? E piantala di apostrofarmi in maniera così untuosa! Adesso capisco perché ti chiamano l’Unto del Signore… A me interessano le cose concrete non gli appellativi onorifici, la sostanza, non la forma…
B.: Mi perdoni Eccellentissima Grazia, ma ecco vede la gente starebbe meglio se non stesse peggio! E’ che non sono capaci di approfittare delle opportunità che la mia lungimirante politica economica gli offre, questa è la verità. E poi ci si è messo anche l’euro a complicare le cose, tutto è raddoppiato, pensi che a casa mia moglie Veronica mi dice sempre che spende il doppio di prima. Meno male che l’Istat dice che non c’è inflazione, altrimenti mi sarei già dovuto dimettere. Invece così posso accusare i comunisti se i prezzi aumentano….
C.: E che c’entrano i comunisti?
B.: C’entrano perché negano l’evidenza dei fatti scientifici che le istituzioni serie e raccomandabili come l’Istat propongono. Che i prezzi siano raddoppiati non c’entra niente con la rilevazione rigorosamente scientifica che l’inflazione è ferma al 2,4% o giù di lì. Quindi, quelli che sostengono il contrario sono comunisti, uomini senza Dio e senza Stato.
C.: Ma insomma, i prezzi sono aumentati o no? Oppure è comunista anche tua moglie?
B.: No, no, per carità, anche se per la verità qualche sospetto ce l’ho pure su di lei. Ma la prego non tocchiamo questo tasto. Il fatto che i prezzi siano raddoppiati non significa che lo si debba dire, anzi. Altrimenti rischiamo tutti di finire in mano ai comunisti se si sapesse la verità….
C.: Ancora con questi comunisti! Ma è una vera fissazione la tua! Comunque comunista o no la gente sa bene quello che spende e se ce la fa con quello che guadagna ad andare avanti…
B.: Infatti è proprio quello il problema, la gente non ce la fa più. Ma non bisogna dirglielo altrimenti perde fiducia nel sistema, poi Fazio mi sgrida e poi si mette a strillare pure Tremonti, e io non sopporto che con quella erre moscia che si ritrova, metta in dubbio le mie capacità politiche e di persuasione. Le assicuro che anche se sta peggio la gente è convinta di stare meglio e che se le cose vanno male comunque la colpa è dei comunisti oppure sua.
C.: Insomma, alla fin fine, l’unica cosa decente che hai fatto è stata quella di aumentare le pensioni….
B.: Beh sì, quello è stato un grande successo. Abbiamo aumentato le pensioni minime ad alcune centinaia di migliaia di pensionati portandole ad un milione di lire al mese….

C.: Cioè mi stai dicendo che in un paese che conta milioni di pensionati tu hai alzato il minimo per quattro gatti e ad un livello di fame come sarebbero 512 euro il mese?
B.: Beh quattro gatti no, però certo gli altri pensionati strillano. Solo che i soldi non ci sono, mica li posso stampare, Eminenza. Dove li prendo i quattrini per aumentare le pensioni a tutti?
C.: Insomma, un’altra presa in giro. E per i disoccupati cosa hai fatto?
B.: Ah, la disoccupazione è calata certamente. Adesso la gente ha molte più occasioni di lavoro di prima e può cambiare attività persino più volte all’anno. Quindi abbiamo moltiplicato i posti di lavoro…
C.: Nel senso che li avete resi precari ed instabili, se è così. E quindi la gente sta peggio di prima se adesso per uno stipendio di fame deve cambiare lavoro più volte in un anno, perché sta sempre con l’angoscia di non riuscire a trovare una nuova occupazione. Anche sul lavoro non hai mantenuto le promesse e racconti bugie. C’è qualcosa di buono per davvero che hai fatto per la gente?
B.: Beh Eminenza, sa, non è per vantarmi, ma il Milan ha vinto la Coppa dei Campioni e si appresta a vincere il Campionato. Il popolo milanista è in visibilio e mi è profondamente grato… Sa io faccio la formazione, compro e vendo i giocatori, seguo gli allenamenti…. Questo la gente lo sa…
C.: Il Milan?!? Perdi tempo con il calcio invece di occuparti del tuo popolo? E cosa gliene può importare alla gente delle vittorie del Milan, a parte i tifosi?
B.: Così vedono che il loro Presidente è bravo e vincente anche quando si occupa di calcio, e in questo modo hanno fiducia nella mia conduzione della cosa pubblica….
C.: Oddio che strana idea che hai della fiducia tu. Solo immagine ed illusioni, a quanto pare. Ma almeno il tuo popolo vive in pace, o ci sono problemi anche su quel piano?
B.: Per la verità, Santità, in questo momento siamo in guerra. O almeno questo è quello che dicono i comunisti, ma noi in realtà siamo in missione di pace con l’esercito…

C.: Una ben strana missione di pace se è condotta da un esercito. Immagino, dunque, che i tuoi soldati siano disarmati…
B.: Non proprio, anzi per difendersi sono armati a puntino e con le armi più moderne.
C.: Ma dove sarebbe questa missione di pace, ci sono problemi ai confini, c’è qualcuno che vuole invadervi, ci sono rivolte da qualche parte del paese?
B.: Non è esattamente così, Eccellenza, sa, siamo andati a qualche migliaio di chilometri dall’Italia, in un paese che si chiama Iraq a dare una mano ad un amico mio carissimo a riportare l’ordine e la legge della democrazia in quel paese…
C.: Insomma, stai cercando di spacciare per missione di pace una spedizione militare a migliaia di chilometri da casa e in un paese che gli USA sono andati ad occupare per le sue enormi ricchezze petrolifere? E’ questo che mi stai dicendo?
B.: Ma no, Santità, Bush è un sincero democratico che vuole il bene del popolo iracheno e che bombarda solo i cattivi di quel paese. Peccato che per via di indesiderati effetti collaterali ogni tanto muoia qualche civile….
C.: Decine al giorno e soprattutto bambini e donne inermi. E tu li chiami effetti collaterali? E’ vero che vivo in Cielo, ma questa storia la conosco bene, caro il mio leaderastro. Altro che missione di pace e democrazia, quella è un’invasione bella e buona e una guerra ai popoli arabi e islamici per sporchissime ragioni di bottega petrolifera. Bush è notoriamente un petroliere affamato di denaro e di petrolio per sé e i suoi amici. La cosa strana è come ti abbiano permesso di entrare in quella sporchissima guerra. Il tuo paese ha una tradizione di amicizia e di vicinanza con i popoli dell’Africa e con quelli arabi.
B.: Ma sa, Bush è un amico e poi mi ha promesso tante belle cose. Sa quando comincia una guerra bisogna decidere subito da che parte stare ed è bene mettersi dalla parte del vincitore…
C.: Questo deve essere un vizio tutto italiano, già Mussolini decise qualcosa del genere e trascinò il suo popolo in una guerra che sembrava vinta e che si rivelò un vero disastro per il paese. Ti sembra un bel ragionamento, questo?
B.: Ma che c’entra? Gli americani mica sono i tedeschi della seconda guerra mondiale. C’è qualche persona ragionevole che può dubitare della loro vittoria finale?

C.: Se è per quello, sono in parecchi a dubitarne, così come si domandano con quale legittimità il sig. Bush abbia raccontato un sacco di bugie per dare inizio alle ostilità. In questo mi sembra che siate simili ed è giusto in fondo che siate compari in questa sporchissima avventura. Ma quello che ti sto chiedendo è un’altra cosa: ti sembra questo un ragionamento sensato? Portare la guerra, la morte la distruzione in un paese per fare un favore ad un amico o per semplice calcolo di bottega? Che stanno a fare i tuoi soldati lì?
B.: Poveretti, ne sono morti pure parecchi in un attentato gravissimo. Sa Eccellenza, questa è una guerra contro il terrorismo e noi dobbiamo combatterla fino in fondo se vogliamo avere sicurezza per il nostro popolo.
C.: Ma c’era qualcuno che lo minacciava? Che minacciava la pace per il tuo popolo?
B.: Beh questo no, non direttamente almeno, ma certamente la minaccia dopo l’attentato di New York era gravissima per tutto il mondo occidentale, e l’Italia fa parte del mondo occidentale…
C.: E tu hai preso questa scusa per entrare in una guerra travestita come missione di pace, in cui i tuoi soldati muoiono davvero e il tuo paese è in concreto pericolo di essere colpito dai terroristi, mentre prima questo pericolo non esisteva o al massimo era solo potenziale.
B.: Ma questa è la politica Eminenza, se non facessi così non sarei un bravo statista…
C.: E’ proprio questo il problema. Da quello che mi hai detto desumo che sei un pessimo statista, anzi che non lo sei affatto. Ma almeno da cristiano ti penti un poco di quello che stai facendo? Il tuo paese sta peggio di prima, la crisi economica è durissima, il lavoro manca, hai trascinato il paese in guerra, le leggi che hai fatto tutelano principalmente te e i tuoi amici, ed alcune sono soltanto demagogiche ed inutili. Insomma, ti pare che sia questo il modo di comportarsi di un buon cristiano?
B.: Eccellenza, non mi dica che nemmeno lei mi da l’assoluzione?
C.: Ah, adesso capisco perché sei venuto da me, oggi. Hai approfittato del mio ritorno pensando di potermi raccontare quattro gabole, di cavartela con una ramanzina e strappare con l’inganno un’assoluzione. Va bene che la misericordia del Signore è infinita, ma essa stessa non riesce a salvarti visto che non solo non ti penti di ciò che hai fatto, ma pretendi pure di essere lodato per questo ed ispirato dal Signore stesso. Tu stai peccando contro lo Spirito Santo e questo è l’unico peccato che Dio non perdona a nessuno…
B.: Certo, Eminenza, che devo essere lodato. Io sono il predestinato, l’Unto del Signore, colui che cambierà i destini della nazione e del popolo italiano…
C.: Ma vai via, presuntuoso ed arrogante che non sei altro! Va’ a meditare sui tuoi peccati e a pentirti che così nessuno ti darà mai l’assoluzione! Confessa i tuoi peccati e soprattutto i tuoi reati, che solo così potrai sperare nella misericordia divina e nel perdono giudiziale!
B.: Ahhhh ecco, anche tu sei comunista! Ormai anche nella Chiesa non c’è più religione!
C.: Meno male che almeno in questo la Chiesa funziona ancora. Di preti che operano ispirati da me e dalla Divina Provvidenza, per fortuna ce n’è ancora qualcuno. E da questi l’assoluzione non l’avrai mai! Vattene, manutengolo dei potenti, venditore di fumo, illusionista da strapazzo. Vai via dal Tempio del Signore, mercante di anime morte, piazzista di volgari perversioni! Come ho scacciato i mercanti dal Tempio di Gerusalemme, il popolo di Dio ti scaccia dal suo Tempio che poi è il suo stesso cuore. E’ con gente come te che non c’è davvero più religione!

 tratto da: www.disinformazione.it

Bestiario berlusconiano dei primi mesi del 2006

Da “Repubblica” del 28 gennaio 2006

 

  1. 9 gennaio: "Io sono l'esempio della divisione tra politica e affari". La7, 'Otto e mezzo',
  2. 9 gennaio: "Dal conflitto di interessi ho ricevuto solo danni". La7, 'il Processo di Biscardi',
  3. 9 gennaio: "Io come Galliani. Non ha avuto nessun vantaggio dall'essere presidente della Lega. Lui, per esempio non può mica protestare con gli arbitri". La7, 'Il Processo di Biscardi',
  4. 11 gennaio: "Sull'Unipol ho le prove del coinvogimento Ds. Altro che tifosi". Raiuno, 'Porta a Porta',
  5. 13 gennaio: "Su Unipol non ho accusato nessuno, ma quattro dirigenti Ds sono andati a pranzo con il presidente di Generali Bernheim". Raiuno, 'Conferenza stampa',
  6. 13 gennaio: "L'opposizione? Da me nessun colpo basso, loro continuano ad insultarmi". Raiuno, 'Conferenza stampa',
  7. 17 gennaio: "I giudici mi hanno chiamato duemila volte. Ora mi sono tolto la soddisfazione di andarci io". Raitre, 'Ballarò',
  8. 18 gennaio: "Io non mento mai. Il presidente del Consiglio non può per definizione mentire". Raiuno, 'Unomattina',
  9. 18 gennaio: "La Par condicio? Non è conforme a una vera democrazia". Raiuno, 'Unomattina',
  10. 18 gennaio ’06:"Nessuno ha lavorato più di me". Rai, 'Isoradio',
  11.  "Non vedo come possa essere rivolto a me". Così il premier Silvio Berlusconi, al termine della registrazione di "Dopo Tg1", ha risposto alla domanda se l'invito di Ciampi per un'equilibrata presenza in video dei politici in campagna elettorale, fosse rivolta a lui.
  12. 20 gennaio: "Presto la par condicio - anzi la Marx-condicio, come la chiamo io - mi impedirà di apparire ancora in tv": durante il confronto con Francesco Rutelli a Matrix,
  13. 23 gennaio: "Le mie tre figlie si contendono il padre, la notte fanno a turno per dormire con me: mi trattano come un peluche". Al "Senso della vita" di Paolo Bonolis,
  14. 25 gennaio: I Ds? "Bisogna chiamarli i furbetti del Botteghino, anziché del quartierino. Non è male, mi è venuta adesso..." A Sky tg 24 pomeriggio, intervistato da Maria Latella,
  15. 26 gennaio:"Quando farò un confronto televisivo con Prodi? Non lo so, lui ha continui attacchi di panico..." . A "Tutte le mattine" di Maurizio Costanzo,
  16. 27 gennaio: "Non c'è mai modo di illustrare tutto tutto che abbiamo fatto. Eppure basterebbero 40 minuti". A "L'incudine" di Claudio Martelli.

 

 

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Ultimo aggiornamento:

 29 ottobre 2006