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.Le volte in pietra salentine

A furia di togliere pietre dal terreno, i nostri vecchi si accorsero che non vi erano solo pietre di roccia dura ma anche un tipo di roccia calcarea più tenera e quindi più lavorabile.

Iniziò così l'estrazione dal terreno del "carparo" e nacquero nuovi mestieri tra cui i "cavamonti" ed i "foggiari".

La presenza del carparo fece loro capire che potevano benissimo costruire le case modellando questo materiale e sullo stile degli antichi furneddhri, iniziarono a nascere tecniche costruttive tutte particolari, basate sull'uso di quel materiale.

Nacquero così le "volte leccesi" e di esse vogliamo descrivervi le due tecniche costruttive fra le più consuete: la volta "a spigolo" e la volta "a squadro" o meglio conosciuta come "a stella".

 

La volta a spigolo

La tecnica di questo tipo di volta è abbastanza semplice è sul tipo delle volte a crociera solo che il suo centro è racchiuso da una calotta chiusa nel suo centro dalla chiave di volta che serve a creare le spinte e dare il giusto equilibrio a tutta la struttura. Tutte le forze si scaricano sui quattro pilastri laterali e quindi i muri servono solo da tamponamento laterale della struttura. Questo tipo di volta è indicata per gli ambienti di dimensioni medio piccole (da ml.4.00 a ml.5.50) in quanto l'arco laterale, essendo a tutto sesto farebbe diventare la struttura troppo alta.

La volta a spigolo vista dall'alto
vista assonometrica della  volta a spigolo
 
 
vista/spaccato degli insiemi che compongono la volta a spigolo:
Calotta (campu)
 
 
Unghie
 
formata
 
Appesa ('mpisa)
Pilastri
 
 
Pavimento
 

La volta a squadro

Mentre per la volta a spigolo i pilastri erano costituiti da un parallelogramma (di solito un quadrato di cm. 70 x 70), nelle volte a squadro il pilastro d'angolo ha una forma ad "L", questo perché i punti di scarico della volta, che funziona allo stesso modo della precedente, sono due per ogni pilastro. Si capisce , da questo che queste volte erano destinate per ambienti di vaste dimensioni, dove i carichi erano molto maggiori della volta a spigolo. Oltre questo la "decoratività" di questa volta portata in spazi piccoli perdeva il suo effetto. Infatti la misura minima dei vani per il suo utilizzo era di almeno m.6.00 x 6.00.

Caratteristica curiosa che si riscontra nella chiave centrale della calotta è la "firma" del suo costruttore, di solito rappresentata da una croce (dato l'analfabetismo esistente) che per forma, dimensioni e posizionamento poteva far risalire al creatore del manufatto. Per molti, invece, rappresenta solo il segno di augurio per il termine del lavoro e di simbolo per il proprietario che era ora di offrire il "capicanale" (banchetto finale da offrire alle maestranze, ancora in uso, in molti posti, anche con altri tipi di costruzioni) e quindi di saldare i pagamenti. La protezione della costruzione, invece, era affidata ad un santino portato dal proprietario e sepolto o nelle fondazioni o alla base dell'appesa.

  
La volta a squadro vista dall'alto
vista assonometrica della  volta a squadro
vista/spaccato degli insiemi che compongono la volta a squadro:
Calotta (campu)
 
Unghie
 
Cappucci
Appesa ('mpisa)
Muri
 
Pilastri
 
Pavimento
 

Bibliografia sull'argomento:
Arlati-Accoto - "Le volte leccesi tra tradizione e innovazione" - Congedo ed., Galatina,2001

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Ultimo aggiornamento

22 febbraio 2006   

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