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Ogni verso una pietra: e
la poesia più fondamenta che
muraglia sia. E sotto la terra prendan
vigore le miniere, le sorgenti,
le parole. E il paesaggio si
dimentichi e si ritiri. E dallo spazio non
parlino altre voci. E silenzio si faccia tra
i terrestri, nel mentre si preparano
altri annunci. E tutto ricomincia in
parto lento, senza odori o colori. Le
rose, no. Ma un dorso di pietra,
si, si stacchi dalla poesia profonda,
dalle ossa, dalla terra.
José Saramago |
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Quando si
vive in un ambiente dove tutto quello che ti circonda è costituito da
pietre. In un
luogo dove per ricavare un po' di terra da coltivare il contadino deve
procedere prima al suo spietramento per poi cercare di ottenere qualche
frutto del suo lavoro. Dove
anche i bambini per giocare usano le pietre. In un
luogo come questo si arriva alla fine che la pietra ti entra nella testa
sino a divenire parte di te stesso. Soltanto che a furia di vedere pietre e
solo pietre ti possono succedere solo due cose: o cerchi altre cose per
distogliere lo sguardo, o inizi ad apprezzare, distinguere, studiare,
amare questi oggetti che a guardarli con attenzione sanno parlarti e
raccontarti storie e culture che nella nostra superficialità quotidiana
abbiamo dimenticato e non sappiamo più né ascoltare, né leggere, né
ricordare. Loro son lì ferme ed immobili ma hanno
visto e vissuto la storia e molto spesso su di loro vi sono i segni del
passato tramandatici da qualche uomo che su di loro ha voluto lasciare il
segno della sua esistenza e del suo sapere. Ci sarebbe da parlare e non poco su di
loro. Si potrebbe parlare della loro "spiritualità", del loro linguaggio,
del loro simbolismo, della loro utilità per l'uomo, della loro diversità,
della loro estetica, della loro belleza, ma entreremmo in una serie di
discorsi che non avrebbero mai fine. Ma in questa terra
salentina, fra le
tante presenti ve ne sono alcune che ti parlano delle nostre origini o
meglio dei primi uomini che, abitando queste terre le hanno utilizzate. E ci riferiamo alle pietrefitte (meglio
conosciute come menhir), ai
dolmen, ai men-an-tol,
ai muri a secco, ai
furneddhri,
sino ad arrivare, per così dire, ai giorni nostri, con
l'uso della pietra
nelle costruzioni. Partendo dal fatto che ancora non si sa
quante esse siano (per le pietre ritte si parla di cento, centocinquanta
presenti nel Salento) e ben lungi dallo sperare in un loro censimento (tanto
son pietre!), abbiamo voluto, iniziare a parlare di loro ed a descriverle
quanto più possibile. Come è consuetudine di questo sito si
chiede la partecipazione attiva dei visitatori/naviganti con comunicazioni
di localizzazioni di questi manufatti, per far sì di arricchire quanto più
possibile questa raccolta. Siamo voluti partire dalla
documentazione presente sul sito
www.stonepages.com , sia per la qualità delle immagini, sia per il fatto
che poteva rappresentare un buon punto di partenza. Ora tocca a noi
salentini arricchire la raccolta a difesa della nostra cultura e della
nostra storia! Pino De Nuzzo n.d.r.: logicamente non tutte le pietre
ritte segnalate sono da ascriversi nella categoria dei menhir, e questo
sia per un eccessivo localismo dei "cultori artigiani" ed anche per
superficialità sulle conoscenze. Noi le abbiamo volute ugualmente menzionare
e continueremo a raccoglierne i dati, in attesa di uno studio più
approfondito e specialistico su di loro.
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Collegamenti principali
sull'argomento:
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www.artepreistorica.it Il
sito, molto interessante, fornisce dati e documentazioni aggiornate sulle
ultime ricerche, oltre un buon numero di links sull'argomento.
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Archeoastronomia
- Sito molto interessante con
ricerche effettuate dalla Sezione di Archeoastronomia della
ARS-U.A.N. Unione Astrofili Napoletani con la collaborazione di
F.I.S.A.
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La PORTA del TEMPO.com |
- La porta del tempo
-
Sito di informazione e ricerca archeologica con una sezione di
archeoastronomia
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- Laboratorio d'archeologia
sperimentale
-
Sito di informazione dove l'archeologia rivive grazie alle
attività sperimentali del "clan" di Alfio Tommaselli -
alfio@archeologiasperimentale.it
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Ultimo aggiornamento
11 maggio 2006
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