Se
durante il periodo della festa di San Paolo una persona, ovunque si trovasse,
veniva punta da una taranta (ragno), doveva recarsi a Galatina, dove il Santo è
patrono. E questo si ripeteva ogni anno sempre nel periodo di San Paolo) e qui
iniziava a ballare. Una nonna ci ha raccontato che ha visto una donna ballare su
di una tazzina da caffè. Un altro signore andò a trovare sua nonna non sapendo
che questa era tarantolata. Era appunto il periodo di San Paolo ed entrando in
casa vide sua nonna che ballava ed iniziò a ballare pure lui coinvolto dai
ritmi e dalla vecchia. Ad un certo punto, cercando di ritrarsi, cercò di
nascondersi sotto il tavolo, ma lei, passando per i fusti delle sedie lo
raggiungeva. Alla fine riuscì ad uscire dalla casa dicendo che vi sarebbe
ritornato solo quando fosse passato il periodo di San Paolo e sua nonna avesse
smesso di ballare.
Le
tarantate non sopportano il colore rosso o colori molto vivaci. Si racconta di
una volta quando una signora tutta vestita di rosso fu vista da una tarantata
che nella foga le saltò addosso strappandole tutto il vestito.
Il
tarantismo pugliese nacque nel medioevo e si mantenne con intensità di
partecipazione popolare e varietà di forme mitico rituali sino alla fine del
'700 iniziando la sua decadenza nel secolo successivo.
Una
ricostruzione fantastica dell'esorcismo musicale all'aperto presso alberi e
fonti, come si praticava nel '600, si ritrova nella Phonurgia del Kircher, dove
appare anche la tarantella terapeutica nella forma agonistica, oggi scomparsa
della danza della spada.
Dopo gli
accenni di interpretazione simbolica in Leonardo e nel Pontano, medici e
naturalisti del '600 e '700 si occuparono attivamente del tarantismo,
riducendolo ad una malattia, e cioè o all'avvelenamento per morso della
tarantola pugliese,o ad una forma di melanconia.
Per
delimitare lo scenario del rito, ovvero il perimetro cerimoniale della danza, un
ampio lenzuolo disteso su coperte copriva il pavimento del vano, e sul lenzuolo,
in un angolo, un cestino per la raccolta per le offerte e immagini di San Pietro e
San Paolo in colori vistosi.
Per quel
che concerne il modo col quale fu effettuato il campionamento degli oggetti, fu
deciso di utilizzare la festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno), quando cioè
i tarantati affluiscono dai vari paesi del Salento alla cappella di San Paolo
nella città di Galatina, per ringraziare il santo della guarigione ottenuta
durante la cura domiciliare, o per confermare ulteriormente tale guarigione, o
per implorarla nel caso che la cura domiciliare non fosse stata eseguita o fosse
rimasta inefficace.
La
documentazione diacronica, dal '500 ad oggi, attesta concordemente che l'epoca
del tarantismo e' la stagione estiva, dal principio di maggio alla fine di
agosto.
Già il
Ponzetti indica l'estate come il periodo in cui le tarantate mordono di più e
in cui il loro veleno è più pericoloso
|