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Ultimo aggiornamento:  22 febbraio, 2006      

 

Cronistoria minima sulla vita e le opere dei maggiori personaggi di Casarano

 

Pietro Tomacelli (Papa Bonifacio IX)     

Nasce il 1354 da Giacomo Tomacelli e da Verdella Caracciolo.

 

La dimostrazione della sua nascita ci è data da una lapide marmorea (a rinnovamento di un’altra lapide ricordo posta circa trecento anni prima) collocata dal vescovo Antonio Sanfelice, nella Chiesa di S.Maria della Croce (Casaranello) con la quale si ricorda il battesimo nella chiesa di Papa Bonifacio IX.

In quel tempo, infatti il borgo era infeudato proprio ai Tomacelli, signori della nuova e vecchia Casarano (1).

Sin da piccolo si trasferì a Napoli al seguito della sua famiglia, serbando però sempre nel cuore la sua prima Chiesa. Infatti da notizie in corso di verifica sembra sia stato proprio lui a volerla ingrandire aggiungendo le navate laterali, e riempiendo i suoi muri e le sue volte di affreschi.

Oltre questo la fece diventare dipendenza religiosa della Badia di Cava dei Tirreni, Badia che aveva lui stesso eletto il 7 agosto del 1394 a Sede Episcopale ed i territori "de la Cava" vengono uniti ed elevati a città (2).

Antonio Sanfelice vescovo di Nardò ordinò di tenere vivo il ricordo, quasi distrutto dalle incurie del tempo del Papa, che rese immortali servizi alla Repubblica Cristiana e alla sua Chiesa.

Pietro Tomacelli, fu nominato cardinale nel 1381 e successe a Urbano VI° il 11 novembre 1389 col nome di Papa Bonifacio IX. Fu eletto da quattordici cardinali creati dallo stesso Urbano VI, mentre ad Avignone regnava l'antipapa Clemente VII.

Ristabilì il partito “urbanista”, ma per l'eccessiva intransigenza nella difesa dei suoi diritti ritardò la soluzione dello Scisma d'Occidente; ad Avignone infatti, nel 1394, alla morte di Clemente, fu eletto l'antipapa Benedetto XIII.

Per risanare le finanze pontificie aumentò l'imposta delle “annate”.

Con l'appoggio di Ladislao di Durazzo, re di Napoli, tentò, senza successo, di interessare Carlo VI, re di Francia, a una definitiva composizione dello scisma. 

Durante il suo pontificato, a causa dei torbidi politici, fu costretto per ben due volte, nel 1392 e nel 1398 ad abbandonare Roma ed a rifugiarsi a Perugia e ad Assisi.

E già alla sua elezione il papa di Avignone lo scomunicò e lui, papa di Roma, a sua volta, lanciò una controscomunica..

Uno stato di cose che rese difficile, se non impossibile la composizione dello scisma.

Solo dal giubileo del 1400 poté insediarsi a Roma trionfalmente e definitivamente. Tentò di comporre lo scisma con gli antipapi Clemente VII e Benedetto XIII, intavolando lunghe e vane trattative con Carlo VI Re di Francia.

Fu un grande capo dal punto di vista unico e singolare della Chiesa Cattolica, benché regnò in un periodo difficilissimo a causa del grande scisma d'Occidente, provocato dal suo predecessore Urbano VI, che lacerò la Chiesa per quarant' anni.

Tra le sue opere ricordiamo la costruzione di Castel S.Angelo, la fortificazione del Campidoglio e la fondazione della Università di Ferrara e di Urfurt in Turingia.

Nel 1397 su richiesta di S. Edvige, Regina della Polonia e di suo marito, il Re Wladyslaw Jagello, eresse  la Pontificia Accademia Teologica di Cracovia, funzionante fino al 1954, anno in cui il potere comunista la soppresse. Ritornò al suo splendore nel 1974, grazie all’adoperarsi dell'Arcivescovo Karol Wojtyla, che per lei ottenne il titolo di  Facoltà Pontificia. 

E qui bisognerebbe aprire una parentesi particolare riguardo ai rapporti fra l'attuale Papa Karol Wojtyla ed il nostro Bonifacio, ma spero di sviluppare in seguito questo rapporto, vi accenno soltanto che il culto mariano, tanto caro all'attuale Papa, ha rappresentato per Papa Bonifacio IX  obiettivo di massima diffusione durante il suo mandato.

Il suo pontificato durò ben 15 anni. e quando morì a Roma il 1° ottobre 1404, volle essere sepolto modestamente. Solo più tardi fu eretto il mausoleo nella Basilica di S. Pietro.

Fu lui a cambiare la tiara papale aggiungendoci le tre corone. Ma fra le sue caratteristiche la più curiosa è quella di essere stato l'unico Papa a celebrare due giubilei durante il suo pontificato (1390 - 1400). Infatti Urbano VI aveva deciso di spostare la  cadenza del giubileo ogni  33 anni, in riferimento al periodo della vita terrena di Gesù. Alla sua morte, Bonifacio IX, diede inizio all'Anno Santo del 1390. L'avvicinarsi della fine del secolo e  l'afflusso consistente di pellegrini lo indussero ad indire un nuovo Giubileo nel 1400. 


(1) - Nella ricerca delle prove della sua nascita in questi luoghi, considerato che nella maggior parte dei testi viene citato come napoletano, abbiamo trovato una dicitura che lo nomina "il prete di S.Anastasia". Abbiamo cercato nella storia di tutti i luoghi e paesi italiani chiamati appunto S.Anastasia ed in nessuno di loro viene citato. C'è da considerare che nelle vicinanze di Matino esisteva un luogo chiamato appunto S.Anastasìa e nel quale vi era un famoso convento, dove, probabilmente, Pietro Tomacelli apprese le prime regole.  Oltre questo, la lapide posta nel 1767 nella Chiesa di Casaranello, a ricordo del battesimo in quella Chiesa di Pietro Tomacelli, dice chiaramente di essere in sostituzione di una precedente, rotta. Quindi sarebbe assurdo pensare che venga posta una lapide "falsa" nello stesso periodo storico in cui il fatto è avvenuto!

(2) - Bolla Papale emessa da Bonifacio IX.

<<BONIFACIUS EPISCOPUS SERVUS SERVONUM DEI.

dilectis filijs universitati terrae cavae salernitanae dioecesis salutem et apostolicam benedictionem.

Postquam Divina Clementia ad summi nos Apostolatus apicem licet immeritos assumpsit, ex debito pastoralis officij contemplati sumus ac quotidie oculis contemplamur divisiones et calamitates innumeras, quibus celeberrimum el opulentissimum Regnum nostrum Siciliae citra farum, peccatis exigentibus, etiam ab exteris nationibus undique praemebatur et praematur indesinenter.

Nos quin etiam et progenitores nostri ab antiquo de ipso Regno et egregia Civitate Neapolitana originem duximus, affectu paterno cordiali cogitationis cura vexabal, qualiter et unde Regnum et Terra ipsa undique enormiter lacessita et in damnosas partes divisa reintegrare et reunire possent et ad optatam tranquillitatem ac splendorem pristinum revoca-re.

Propter quod super ijs cum venerabilibus fratribus nostris S. R. E. Cardinalibus et nonnullis alijs viris probis et Deum timentibus, pacisque ac boni status Reipublicae fervidis zelatoribus maturum consilium ct invcstigationem solertem multiplicatis vicibus curavimus adhibere.

Tandem vero, licet semper in idem communis sententia conveniret, gratia sancti Spiritus faciente, cum saepius in considcrationem venisset, quod ex clarae memoriae praepotentissimis Regibus Siciliae, sub quo-rum iustissimo et praedulci regimine et ultra viventium rccordationem idem Regnum et Terra cum larga Dei benedictione floruerunt moribus. nobilitate, divit(l)ijs et, ob Dei gratiam, caeteris charismatibus innumerabilibus eiusdem regalis prosapiae principibus et proceribus veniens charissimus in Christo filius noster Ladislaus Rex, qui ex successione melioris sexus remanserat sola digna et inclyta proles, et ad efficiendum commune desiderium, prout expedit in praemissis, attenta praesentim persona puritate, quam quilibet tam bonus et gravis, quam etiam discolus in veneratione habere consuevit, ac indolis celeberrimae insigni spectabilitate in ipso aspectu multa de se felicia promittat, dictus Ladislaus cum divino favore, quantum fragilitas humana nosse sinat, unica spes et causa potens esso videtur.

In nomine Domini ac de fratrum consilio unanimi eundem Ladislaum in Regem Siciliae sublimare decrevimus ac duximus auctoritate Apostolica sublimandum, cumque post brevem temporis decursum dcliberavimus regali diademale coronare cum summa laetitia Ecclesiae universalis.

Quamobrem vestrae devotioni praemissa ad vestram iucunditatem et exultationem nuntiantes, illam instanter et attenter requirimus, vobis nihilominus districtius iniungentes, quatenus sicut convenit, cupitis et etiam reputatis de praemissis prius Altissimo et eius Ecclesiae Sacrosanctae devotas et humiles gratias agentes, Regem hunc communi laetitia recipiatjs et praecipua veneratione colatis, et pro eius salute ct conservatione, prout(?) expedierit, non formidetis exponere iugiter vos et vestra quaelibet qui buscumque periculis non parcendo, et sibi nihilominus eiusque regijs Offìcialibus fidelitatem et obedientiam debitas exibendo, et illa praestando quae vos, vestraque omnia alijs Regibus, qui fuerunt pro tempore praestare consuevistis seu etiam consueverunt.

Nec omittatis quin charissimam in Christo filiam nostram Margaritam eius illustrem genitricem, tutricem et baliam, et dilectam in Christo filiam nobilem mulierem Joannam, germanam dicti Regis, debita reverentia et obsequijs fidelibus celebrare et colere studeatis.

Sperantes in Deo, quod ipse, qui hunc desideratum Regem ad Regni fastigium evexil, illum proteget, diesque sibi concedet longos et felices, iuvabit subditos et adversarios ad eius obedientiam vel reducet, aut si fuerint obstinati super illos triumphare concedet.

Quod ipse praestare dignetur, qui est benedictus in saecula.

Caeterum nos quantum poterimus eidem Ladislao Regi assistemus efficaciter et potenter.

-- Datum Romae apud S. Petrum, Idibus Januarij, Pontificatus nostri anno Primo.»

 

 


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