Anche
se si è data l’indicazione di tipologia orizzontale “a raggiera”, il
presente trappito, invita alla stilatura di una nuova tipologia da
denominarsi a crociera, data la perfetta distribuzione dei locali che si
snodano dal vano centrale che ospitava la vasca ed il vano più grande
dove vi sono i resti dei torchi a rappresentare la testa del Cristo. Il
presente trappito ha anche la caratteristica di essere accessibile sin
dalla sua costruzione da un ingresso carrabile che permetteva il
conferimento delle olive con i carri direttamente nel trappito. Al momento
non sono state localizzate sciave, anche se vi sono delle finestrature
murate che indicano i luoghi di deposito delle olive dal conferimento alla
macinazione, finestrature tamponate per far luogo a mangiatoie per
animali.
Non si è ancora capita la funzione del lungo corridoio posto
alla destra dell’entrata. Detto corridoio, (che non inizia da una porta,
bensì da una finestra) è interamente scavato e della larghezza ed
altezza di due metri, sembra interrotto da una frana e nella metà della
sua lunghezza vi è la presenza di una croce sul muro sinistro
addentrandosi.
Il pavimento della zona centrale che ospitava la
vasca è stato rialzato con riempimento e pavimentato con un battuto di
cemento dal quale si nota la forma di una ruota di macinazione interrata
in esso. Nel suo interno sono presenti i cippi di tre torchi alla
calabrese, mentre in un angolo nei pressi di una ruota in pietra i segni
di un torchio alla genovese demolito e dal quale sicuramente è stato
tolto il concio con la data del 1842 incisa su di lui, concio utilizzato
quale muratura di tamponamento. Dalla
“tradizione orale” si è saputo che in questo trappito il conferimento
delle olive avveniva facendo scendere i carri direttamente nel trappito
tramite la rampa d’accesso.
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