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(dal Quotidiano di Lecce del 21.12.2000)
Importante
scoperta architettonica nel Castello di piazza Garibaldi
Dietro
l'edera, S.Salvatore
Ritrovati
i resti di una chiesa creduta distrutta
L'ultimo
matrimonio sarebbe stato celebrato nel 1794, tra donna Rosa Rubinacci
e don Francesco Saverio Maritati, fu
Domenico, di Copertino. Dopo di allora nessuna notizia si era più avuta
della chiesa di San Salvatore, tra le più
antiche di Casarano, che si credeva
totalmente distrutta e che
ora, dopo secoli di silenzio, sembra
essere ritornata alla luce. Dovrebbero, infatti, appartenere proprio
all'antica chiesa gli affreschi che sono
stati ritrovati sotto una foltissima pianta d'edera nel cortile
di Palazzo De Lorenzi, già D'Aquino,
in piazza Garibaldi, nel pieno centro della città. A dare la notizia
sono l'architetto Giuseppe De Nuzzo
e
Giovanni Fracasso, giovane ricercatore, che insieme ad altri
appassionati stanno effettuando un'ampia ricerca nel centro antico
cittadino per riportare alla luce le numerose chiesette
che un tempo non molto remoto facevano da corona alla chiesa matrice di
Maria Santissima Annunziata.
Della chiesa di San Salvatore
si hanno notizie già in un documento
del 1580, dove si parla del primo chierico, nonché
nel libro dei matrimoni della chiesa matrice,
dal quale si apprende dell'ultima
cerimonia nuziale lì celebrata alla fine
del diciottesimo secolo, ed anche nell'archivio
della Curia arcivescovile di Nardò. Ma è lo stesso storico Antonio Chetry
a riferirne, credendola però totalmente distrutta «essendo stata
demolita dopo circa quattro secoli di culto senza lasciare
traccia», come si legge tra i
suoi studi. Oggi, invece,
con tutta probabilità occorre rivedere questa tesi: la chiesetta
è andata sì distrutta, ma non
completamente. Rimarrebbero, infatti,
tracce di affreschi
presenti su due strati. «Quello superiore
risalirebbe al 1600 circa, mentre quello
inferiore è di epoca rinascimentale,
tra l'anno 1000 ed il 1200»,
affermano gli scopritori, secondo i quali
l'edifìcio doveva avere un fronte interno
di circa 3,5-4 metri ed una profondità di 6-7 metri.
Vi è anche un inizio di volta a botte ed
un'imposta di 1 metro e mezzo. Gli
affreschi presentano un ciclo
narrativo e sulla parte attualmente scoperta vi è la forma di
un santo con l'aureola. «Oltre al ritrovamento di queste tracce, desta interesse
il fatto che la stessa chiesetta
fosse all'interno di Palazzo d'Aquino».
Sempre dai documenti storici risulta
infatti che la chiesetta di San Salvatore fosse proprietà
privata, prima dei feudatari Filomarino
e poi dei d'Aquino. La Sovrintendenza,
informata della scoperta, dirà la sua subito dopo Natale.
MAURO
STEFANO
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