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I giovani ricercatori:
Luciana Margari
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LA
PITTURA NEL SEICENTO PUGLIESE IN RAPPORTO
ALL’EUROPA
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I movimenti artistici europei |
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Profondamente condizionato dagli esiti del Concilio di Trento (1545-1563),
il XVII secolo sarà il periodo della svolta, dello svecchiamento,
dell’abbandono di statiche tradizionali credenze a favore di un vivace e
impetuoso sentimento di rinnovamento.
Il conflitto tra il potere temporale della Chiesa Cattolica e i nuovi
princìpi religiosi propugnati da Martin Lutero è la scintilla che smuoverà
le statiche strutture politiche, artistiche e scientifiche europee.
Infatti in un’ Europa geograficamente occupata dal goffo ed ingombrante
cattolico impero spagnolo ormai in declino, con l’affacciarsi sulla scena
politica ed economica di stati come Francia, Inghilterra ed Olanda laici o
protestanti, con l’affermarsi di nuove teorie astronomiche che minano le
umane certezze, la Chiesa reagisce indicendo il sinodo tridentino che vede
all’opera tutte le maggiori figure ecclesiastiche unite per arginare le
sempre più pressanti minacce. Si cerca in ogni modo di impedire che i
nuovi dettami religiosi, che aboliscono il libero arbitrio e condannano il
pagamento delle indulgenze, si diffondano provocando instabilità politica
e spirituale.
Si osserva come la convivenza tra potere politico e potere religioso
possa essere fruttuosa economicamente e militarmente: il timore che
popolazioni protestanti possano avvicinarsi geo-politicamente
allo stato Pontificio, fortifica le relazioni diplomatiche tra gli stati
cattolici che promettono immunità fiscale e protezione militare.
Disorientamento, inoltre, viene anche dalla divulgazione delle teorie
eliocentriche che relegano la terra e l’uomo nel ruolo marginale di una
minuscola parte dello spazio.
La natura terrestre non rispecchia l’ordine celeste come il Rinascimento
voleva che fosse, ma è frutto del caso, del disordine cosmico, di un
continuo divenire del quale non si può far altro che cogliere l’aspetto
più strano esasperandolo, o riporre completamente il proprio destino nelle
mani di Dio. Ora il bisogno impellente dell’uomo di cercare non più nella
natura, ma nel metafisico una sicurezza e un punto fermo, favorisce la
diffusione di uno spirito che si biforcherà in devozione religiosa e in
ricerca scientifica.
L’uomo ha, quindi, la possibilità, attraverso la letteratura, l’arte, la
musica di superare la propria incertezza, attribuendo alla realtà
fenomenica il concetto, l’idea, la metafora di ciò che potrebbe essere ma
non è. Si origineranno movimenti artistici assoggettati ognuno ad un’idea
della realtà e dell’immaginazione che sfoceranno nell’edonismo o nella
cultura celebrativa o ancora nell’arte devozionale. Sono queste le
premesse dalle quali risorgerà l’espressione artistica umana fossilizzata
da troppo tempo sulla maniera dei grandi del Rinascimento.
Viene, in un contesto di smarrimento, di radicali mutamenti e di forte
volontà di rinnovamento, così, a definirsi il movimento secentesco delle
arti chiamato Barocco.
Il movimento artistico interesserà l’intero continente Europeo
caratterizzandosi nel contesto in cui si svilupperà.
Le regioni italiane vedranno svilupparsi due filoni artistici
principali propugnati da grandi personalità rivoluzionarie: quello
classicistico devozionale, originatosi con enorme successo con i Carracci
nella loro Accademia, e quello realista morale del quale Michelangelo
Merisi è il maggiore interprete. Entrambi vedranno la luce sotto l’egida
di personaggi ecclesiastici che ispireranno la produzione artistica e ne
guideranno la diffusione. L’ambiente bolognese, nel quale operano i
Carracci, è permeato dei nuovi princìpi controriformati che influenzano la
realizzazione delle opere e spingono l’iconografia artistica verso la
ricerca di figure, personaggi e atteggiamenti che suscitino nel fedele
sensazioni di pietà. Inoltre il rapporto di committenza tra la Romagna e
la capitale dello Stato Pontificio vedrà realizzate a Roma non solo grandi
opere di carattere religioso, ma anche i più importanti cicli decorativo-edonistici
di Annibale Carracci. In questo contesto essi saranno chiara espressione
del sentimento classico e barocco nei confronti dell’immaginazione e della
realtà divulgato dalle teorie filosofiche e dalle opere letterarie.
Di differente concezione sarà il sentimento artistico di Michelangelo
Merisi da Caravaggio che, formatosi sui princìpi etici del cardinale
Carlo Borromeo a Milano, utilizzerà la realtà e la verità dell’esperienza
sensoriale contemporanea per immergere gli avvenimenti storici: le
sensazioni morali, l’etica, la pietas cristiana si rivelano
nell’istante in cui l’evento evangelico passato si ripropone nella vita
quotidiana di coloro che hanno il cuore puro e incorrotto dal vivere
convenzionale. Le raffigurazioni di uomini poveri, di gente comune, di
gesti quotidiani calati nella sacralità dell’avvenimento evangelico
sottolineano la tragicità dell’uomo con il suo destino di morte, ma anche
la speranza che attraverso una degna e vera vita spirituale, l’uomo possa
ottenere la grazia divina.
Nelle più importanti città, l’arte sarà anche espressione della potenza
temporale degli uomini illustri, aumenterà il prestigio, rafforzerà la
posizione sociale, creerà competizione tra gli artisti che faranno del
decorativismo il più diffuso mezzo espressivo.
La scienza matematica e le nuove scoperte prospettiche saranno al servizio
delle maestose e bizzarre realizzazioni architettoniche, degli illusori
cieli nelle riedificate e ammodernate chiese.
Il fasto, lo stupore e la contrizione spirituale saranno i sentimenti
comuni in tutte le regioni del futuro stato italiano, i precetti della
Controriforma si diffonderanno e attecchiranno sull’oratorio smarrito e
timorato, oltrepassando i confini e arrivando fino in Alsazia, in Francia,
in Spagna e Portogallo, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito cozzando spesso
con i propositi della Riforma luterana.
L’iconoclastia
protestante, contrastando con il culto delle immagini proprio della
religione cattolica, favorirà, però, la creazione e la diffusione,
soprattutto nel nord Europa di generi figurativi completamente ignorati o
poco apprezzati negli stati europei a maggioranza cattolica. La pittura di
genere, la rappresentazione di battaglie, le nature morte, le scene di
vita quotidiana, il ritratto, i paesaggi diventeranno i soggetti
prediletti dagli artisti nordici che affineranno le tecniche coloristiche
guardando Tiziano e il decorativismo italiano. Numerosi saranno gli
artisti che, specializzati in nuove tecniche e nuovi stili, arriveranno
nelle regioni italiane soddisfacendo non solo la devozione cattolica, ma
arricchendo i palazzi di colte e aristocratiche personalità con nature
morte, ritratti e cicli ispirati alla letteratura e alla mitologia. |
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L'Arte in Puglia |
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La situazione pugliese tra la fine del XVI secolo e la prima metà del
XVII secolo si delinea tra contraddizioni medievali e moderne
importazioni.
L’organigramma politico e istituzionale si compone sulle vicende che dal
primo decennio del 1500 segnano il passaggio di potere dai francesi che
fino a questo momento hanno dominato il Mezzogiorno, agli spagnoli che
assumeranno il controllo anche del meridione ottenendo un prezioso
trampolino commerciale sul Mediterraneo. Dopo una trionfale espansione e
dopo un’esplosione della ricchezza, le vicende storico-politiche che si
susseguiranno vedranno però il lento declino del gigante cattolico,
appesantito dalla burocrazia e dai privilegi feudali della nobiltà
concessi senza troppe remore, prossimo al tracollo istituzionale ed
economico nonostante le immense ricchezze derivanti dalle conquiste del
“nuovo mondo”.
Così anche la Puglia, definitivamente sotto il controllo spagnolo dal
1571, dopo la sconfitta dei Turchi a Lepanto, conoscerà momenti di
prospero benessere derivanti dai commerci e dal riconoscimento di
privilegi feudali e prelazioni fiscali. Il boom economico e demografico
conseguenti porteranno però ad un impoverimento delle risorse e delle
materie prime e a successive crisi ed epidemie strettamente relazionabili
con il lento declino che subirà, come anzidetto, Il regno spagnolo.
La stessa cosa avverrà anche per le comunità cattoliche: i privilegi
economici e fiscali assicurati allo Stato Pontificio per i membri
ecclesiastici sparsi sul territorio di dominio spagnolo, provocheranno un
incremento di consacrazioni soprattutto tra i ceti meno abbienti, una
notevole evasione fiscale dovuta all’assenza di controllo da parte
dell’istituzione “stato” nei confronti dell’istituzione “chiesa” e uno
smisurato pullulare di ius e privilegi che corroboreranno l’azione
del clero nella politica e nella società. Nasceranno numerosi nuovi ordini
religiosi che gareggeranno tra loro dimostrando la potenza e la ricchezza
con le fabricae di edifici religiosi, con le grandi commissioni
artistiche, con la incessante richiesta di donazioni in cambio di altari e
cappelle. Questi presupposti saranno alla base delle manifestazioni
artistiche che si realizzeranno nella Puglia del XVII secolo e che
vedranno all’opera grandi personalità locali e non, impegnati, oltre che
nella glorificazione dei princìpi cattolici, anche nelle realizzazioni di
grandi opere per una committenza ristretta, colta e raffinata aperta alle
nuove prospettive filosofiche, scientifiche e
letterarie in auge nella capitale e a Roma.
Sarà il caso del pittore Paolo Finoglio che a Conversano lascerà l’unico
ciclo pittorico interamente ispirato al poema tassesco “La Gerusalemme
Liberata” voluto dal conte di Conversano Giangirolamo II Acquaviva di
Aragona, poco incline alle opere di orientamento religioso ma aperto alle
nuove speculazioni filosofiche e al pensiero letterario. Ma saranno
comunque poche le opere a carattere edonistico; prevarranno infatti lavori
e prodotti artistici legati al volere della committenza religiosa che
potrà annoverare tra i suoi artefici personaggi del calibro di Belisario
Corenzio, Fabrizio Santafede, Girolamo Imparato,
Ippolito Borghese, Guido Reni, Jacopo Palma il giovane, Francesco Guarino
per citare i maggiori tra gli artisti di “importazione”; o Gian Domenico
Catalano, Gian Serio Strafella, i fratelli Cesare e Francesco Fracanzano,
Carlo Rosa, Giovanni Andrea Coppola tra i protagonisti locali.
Apporteranno, in un clima artistico più attardato e assopito rispetto
alle altre regioni, grandi rinnovamenti in campo stilistico, tecnico e
iconografico. Dalla tarda Maniera toscana e romana, della quale è
propugnatore ancora il Catalano a Gallipoli e lo Strafella a Copertino,
passando per le importazioni napoletane di realismo e pietismo tipiche del
Guarino e del Vaccaro. I venti di rinnovamento barocchi arriveranno in
ritardo rispetto al resto delle regioni e degli stati europei proprio per
le ragioni su citate. La lentezza di effusione dei nuovi canoni artistici
comporterà fenomeni che, inizialmente negativi per il ritardo e
l’inadeguatezza dei divulgatori, avvieranno successivamente un processo di
perfezionamento dei criteri barocchi che culmineranno nel decorativismo
architettonico, scultoreo e pittorico leccese.
Fondamentale
sarà l’importazione di opere direttamente dalle regioni e dai centri di
maggiore produzione: il Manierismo, ancora legato alle consunte
iconografie rinascimentali e alle derivazioni bizantine, adesso orientato
verso i nuovi postulati della Controriforma, sarà svecchiato grazie al
decorativismo, alla frenesia compositiva, all’originalità di forme e di
stili, al realismo.
Nello zenit espansionistico della Spagna, il Regno di Napoli e con esso la
Puglia, conosceranno momenti di magnifico splendore, di importante
evoluzione e di immancabile declino.
L’arte sarà il mezzo attraverso il quale il potere temporale e la Chiesa
si eterneranno sublimando in essa il momento storico con tutte le
alternanze, le contraddizioni, le idee, le prospettive, le situazioni che
il tempo sarà capace di racchiudere in sè.
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BIBLIOGRAFIA SPECIFICA : |
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bibliografia: |
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STESURA: |
data :
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Marzo
2006 |
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