dalla Gazzetta del Mezzogiorno del
18/03/04
Il
gruppo di ricerca Lytos attribuisce al celebre pittore la Crocifissione
presente nella Chiesa Madre
Scoperta una nuova tela: Oronzo Tiso fa 18
di Alberto Nutricati,
Le tele di Oronzo Tiso
presenti a Casarano sarebbero 18 e non 17, come vorrebbe il De Bernart,
autore di «Paesi e figure del basso Salento». A fare questa scoperta,
assieme all'attribuzione al Coppola di una tela situata all'interno
della Chiesa Matrice, è stato il gruppo di ricerca Lytos.
La «nuova» tela del Tiso, chierico formatosi artisticamente a Napoli
nella cerchia del Solimena, si trova nella sagrestia della Chiesa Madre.
Date le dimensioni (90x50), si tratta presumibilmente di un bozzetto.
«Posso affermare quasi con assoluta certezza - dichiara l'architetto
Pino De Nuzzo di Casarano, autore della scoperta - che la tela relativa
alla crocifissione presente in sagrestia è un'opera del Tiso». A far
propendere per questa attribuzione vi sono diversi elementi: dalla
plasticità dei corpi alla resa dei volti, dai drappeggi ad alcuni
particolari del paesaggio ricorrenti nelle opere del Tiso.
Le tele dell'artista leccese presenti a Casarano sono di particolare
importanza, giacché il Tiso le dipinse subito dopo quelle della
cattedrale di Lecce. Furono le tele casaranesi, risalenti agli anni '70
del 1700, a sancire il successo del Tiso, consegnandolo agli onori della
gloria. Fu solo dopo la loro realizzazione, infatti, che il pittore
ricevette commissioni da tutto il Salento, da Grottaglie a Leuca.
Di
indubbio interesse risulta anche la pala delle anime del purgatorio,
situata in corrispondenza del terzo altare sulla destra. Si tratta di
un'opera che Luciana Margari, giovane casaranese iscritta all'Accademia
delle Belle Arti di Lecce, ha attribuito al Coppola, con l'avallo della
professoressa Carmen Lorenzetti, docente di Storia delle Tecniche
Artistiche. «Mi sono interessata di quest'opera - dice Luciana - a causa
di una ricerca e mi sono subito resa conto che in essa c'era qualcosa di
familiare. Infatti non mi sbagliavo: le anime raffigurate sono
sorprendentemente simili a quelle di un'altra tela del Coppola presente
nella cattedrale di Gallipoli». Anche in questo caso l'attribuzione è
stata proposta sulla base di precisi riscontri stilistici, tecnici e di
impostazione con altre opere dell'autore in questione. Si tratterebbe di
un'opera risalente addirittura al quindicennio tra il 1640 e il 1655,
dalle dimensioni di 348x238.
Quest'ultima scoperta risulta di particolare interesse perché
arricchirebbe il catalogo delle tele presenti all'interno della Chiesa
Madre con un nome prestigioso e perché amplierebbe il raggio di azione
del Coppola che ha operato quasi esclusivamente a Gallipoli, anche se si
era formato a Firenze, dove sono presenti due sue opere.
Si tratta di scoperte che, se confermate, arricchiranno enormemente il
già cospicuo patrimonio artistico della Chiesa e, si spera,
contribuiranno a catalizzare sull'edificio sacro i fondi necessari al
suo restauro; anche perché le tele in questione, soprattutto quella del
Coppola, sono in condizioni decisamente pessime.
dal guestbook di Lytos (messaggio
n°10-11 del 22.3.2004-messaggio, purtroppo, non firmato)):
Permettetemi di
osservare che le tele del Tiso presenti in Casarano sono addirittura venti:
in particolare 6 sono nella Matrice, 5 nella cappella di San Pietro
(purtroppo non aperta al pubblico) e ben 8 nella chiesa dell'Immacolata. Se
ad esse si aggiungesse quella del Crocefisso, arriviamo a 20. Un bel numero!
Voglio però fare l'avvocato del diavolo. Bisognerebbe approfondire lo studio
su quest'ultimo ritrovamento perchè la forma stilistica del dipinto non
corrisponde esattamente alle tendenze pittoriche del Tiso. Il dipinto è
troppo statico, troppo classico. Il Tiso prediligeva il movimento delle
figure accentuato soprattutto dalle pieghe e dagli svolazzi di manti e veli.
Comunque, complimenti per il lavoro di ricerca che state operando nella
nostra bella città. A proposito dei due dipinti inediti presenti
all'Immacolata, essi raffigurano San Vito e San Francesco di Paola. Nel 1982
furono trafugati ben 5 dipinti di forma ovale in quella chiesa, 3 dei 4
evangelisti e due santi. Nonostante tante ricerche non s'è saputo nulla.
Verso il 1997 (o 1998) la Gdf rinvenne due dipinti che risultavano
ritagliati rispetto alla forma originale e rappresentavano san Vito e San
Francesco di Paola. Si disse che sicuramente erano le tele trafugate
all'Immacolata e furono consegnate alla Confraternita. Però c'è qualcosa che
non va. Quando Aldo De Bernart scrisse - Paesi e figure del vecchio Salento
- (1978), nell'elencare i quadri del Tiso presenti in Casarano, non si
accorse di questi due. Perchè? Forse i quadri ritrovati non appartengono
all'Immacolata. Lascio a voi risolvere il quesito... Grazie
E tutto un problema di
fonti.
Noi, infatti per la numerazione delle opere
del Tiso ci siamo basati sul testo del De Bernart ed a questo punto conviene
anche. per conoscenza globale, farne l'elenco:
Nella Chiesa Parrocchiale (Matrice) abbiamo:
-
La fornace di Babilonia;
-
La Vergine Annunciata;
-
La Comunione;
-
La distribuzione dei panetti (l'elemosina);
-
L'Arcangelo Michele;
-
L'Arcangelo Raffaele;
-
La Crocefissione;
Nella Chiesa dell'Immacolata:
-
Nascita della Vergine;
-
L'Assunta;
-
La presentazione della Vergine al Tempio;
-
L'annunciazione della Vergine;
-
La visitazione della Vergine;
-
La purificazione della Vergine;
Nella Chiesetta di S.Pietro:
-
San Giuseppe con Bambino;
-
San Giovanni Battista;
-
Angelo custode;
-
Arcangelo Michele;
-
La Vergine col Bambino ed i santi Pietro e
Paolo;
in aggiunta, secondo il nostro amico, nella
Chiesa dell'Immacolata, San Vito e San Francesco da Paola.
Ma Michele Paone, che scrisse il "pezzo" per
il libro del De Brenart (1978), non è il solo che si è interessato ai Tiso
dell'Immacolata. La Professoressa Domenica Pasculli Ferrara nel 1976
pubblicò con l'editore Cacucci di Bari un ricco volume a titolo "Oronzo Tiso",
dove analizza le opere conosciute dell'artista. Bene, anche lei attribuisce,
quali presenti nella chiesa dell'Immacolata, sei opere che elencandole sono:
-
L'Assunta (150x100);
-
La natività della Madonna (150x100);
-
L'Annunciazine (270x300);
-
La visitazione di Maria alla cugina
Elisabetta (270x300);
-
La presentazione di Gesù al tempio
(270x300);
-
La presentazione di Maria al tempio
(270x300).
Opere che a parte la diversificazione dei
titoli corrispondono a quanto citato da Paone. Quindi a questo punto si
possono formulare delle ipotesi:
1 - sarebbe assurdo pensare che due studiosi
non abbiano "visto" altre opere del Tiso all'interno della Chiesa;
2 - potrebbe il Paone, avendo scritto
successivamente alla Pasculli Ferrara, preso spunto da questa, per stilare
l'articolo;
3 - sia nel 1976, che nel 1978, le tele non
erano presenti nella chiesa per svariati motivi (prestiti, restauri,
spostamenti di collocazione, ecc.).
4 - le tele di S.Vito e di S.Antonio da Paola
non sono mai esistite nella Chiesa dell'Immacolata.
Per prima cosa analizziamo i termini
etimologici. Perché la presenza di due quadri fuori tema in quella Chiesa?
Se guardiamo bene il Tiso ha forgiato tutte le
sue opere con tema unico: L'esaltazione della Vergine. Ora andare a trovare
due tele che non seguano il tema prefisso sembra che esse siano proprio
fuori luogo.
(continua)
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