I RISCHI DI ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO NEGLI AMBIENTI
DI VITA Per
moltissimi anni il rischio di esposizione a fibre di amianto è stato considerato
importante solo per i lavoratori dell'amianto e soltanto nell'ultimo dopoguerra
l'attenzione si è spostata prima su esposizioni non professionali, ma
indirettamente collegate al lavoro, (es. familiari di lavoratori addetti ad
attività con presenza di amianto o aree interessate ad immissioni da
stabilimenti produttivi) quindi sulla possibilità di considerare l'amianto un
contaminante ambientale normalmente presente nelle aree antropizzate.
Sulla base di queste considerazioni sono stati emanati, oltre alla Legge 257/92,
alcuni decreti applicativi che hanno l'obiettivo di gestire il potenziale
rischio derivato dalla presenza di amianto in edifici, manufatti e coperture. Pur
essendo il rischio causato dall'esposizione ad amianto nella popolazione di più
difficile valutazione rispetto a quello professionale, si sono affermati alcuni
punti ritenuti prioritari da considerare nella analisi del rischio.
In
particolare: - è
stabilita una netta differenza tra l'amianto friabile (ovvero l'amianto
libero o tessuto o spruzzato o steso a cazzuola con leganti deboli) e l'amianto
in matrice compatta (ovvero il cemento-amianto in buono stato di
conservazione, il vinil-amianto, ecc..) considerando il primo di gran lunga più
pericoloso per la facile tendenza alla frantumazione (sbriciolamento) e
conseguente possibile dispersione in atmosfera di fibre libere; - la
determinazione della concentrazione di fibre aerodisperse si effettua con
prelievi su membrana e conteggi in microscopia elettronica a scansione (SEM).
Può essere anche utilizzata la microscopia elettronica a trasmissione (TEM)
attualmente adottata in Nord America; -
viene data precedenza agli interventi di protezione per gli occupanti di edifici
quali scuole di ogni ordine e grado ed ospedali (Circolare n°45/86 del
Ministero della Sanità); -
non sono considerati importanti comparti ambientali diversi dall'atmosfera,
pertanto l'amianto non è considerato rilevante tra gli inquinanti di tipo
alimentare o del sottosuolo. Ad esempio per quanto riguarda la presenza di fibre
di amianto nell'acqua potabile trasportata in tubi di cemento-amianto, studi a
livello internazionale affermano non esservi una chiara evidenza di associazione
tra eccesso di tumori gastrointestinali e consumo di tale acqua. I
dati riportati nella letteratura scientifica, peraltro non molto omogenei in
riferimento ai metodi di campionamento e analisi impiegati, evidenziano
concentrazioni di fibre aerodisperse estremamente variabili che vanno da valori
di 0,0001 ff/l in aria ambiente fino a 50 - 100 ff/l in ambienti confinati con
amianto friabile degradato (dati riferiti a misure in microscopia elettronica). Sono
esposizioni, in generale, non paragonabili a quelle professionali tuttavia non
sono da sottovalutare perché: -
per il rischio neoplastico non vi sono teoricamente valori di soglia; - le
fibre inalate nel tempo si accumulano nell'organismo e accrescono
progressivamente il rischio (probabilità) di provocare danni (soprattutto gli
anfiboli); -
tra la popolazione esposta sono compresi anche i bambini (che
eventualmente occupano una scuola con amianto): essi hanno una lunga aspettativa
di vita ed hanno perciò più possibilità di sviluppare il tumore; -
l'esposizione "civile" è una esposizione vera
poiché normalmente gli occupanti un edificio con amianto non portano mezzi di
protezione delle vie respiratorie, a differenza dei professionalmente esposti.
Per quanto concerne Casarano, se noi, sui dati percentuali di mortalità
stabiliti in Emilia Romagna, applichiamo l'indice alla popolazione, avremo su
circa 20.000 abitanti un numero pari a 246 persone colpite da tumore
pleurico o mesotelioma maligno.
IL DOCUMENTO:
Al
Sindaco di Casarano
I
sottoscritti cittadini di Casarano,
premesso che:
a - memori dei danni che può procurare la
presenza di strutture di cemento-amianto; b
- coscienti che l’Amministrazione Comunale ed il Sindaco in prima persona
è responsabile del territorio e quindi della salute dei cittadini e che la responsabilità, in questo ambito,
significa, per chi ha il potere, assumere il principio di precauzione come
riferimento operativo, anche in assenza di sufficienti dati
epidemiologici, quindi per chi rappresenta i cittadini significa assumere
il principio di precauzione come riferimento ed esigere che chi ha le
responsabilità della gestione delle strutture operi con strumenti, mezzi e
organizzazione adeguati alla protezione della salute dei cittadini.
c -
consapevoli della presenza nel paese:
Per un totale tra pubblico e privato di mq.31.674, e questo senza
considerare le superfici dell’ex opificio “Filanto” corrispondente a mq.
22.400 attualmente demolito e per il quale si spera in un deposito dei
materiali in discariche opportune ed idonee e per la qual cosa si chiedono
assicurazioni in merito; d - esistono dati sufficientemente
conclusivi di un rapporto stretto, quasi esclusivo, tra un particolare e
raro tipo di tumore: il mesotelioma. L'incidenza e mortalità per
mesotelioma maligno o per tumore pleurico per 100.000 abitanti sono di
1,73% per i maschi, e per le femmine di 0,91%.
Tutto ciò premesso
invitano
l’Amministrazione
Comunale a dare una risposta concreta al problema ed a prendere
urgentemente provvedimenti in merito, avvisando sin d’ora che, in caso di
silenzio o giustificazioni superficiali del fenomeno, trascorsi 30 giorni
dalla prima notifica della presente, ci si vedrà costretti a compiere i
passi opportuni per la difesa della propria salute.
Pino De Nuzzo Dolores Carratta Gianni Fracasso
Renato Margari
Seguono
firme. |
Adesioni tramite e-mail o
telefono:
Luigi Guglielmo Luigina Costa Claudio De
Masi Giuseppina
Zompì
Remo Tomasi
Giovanni D'Ambra Andrea Giorgino
Claudio Bastianutti
riceviamo e
pubblichiamo: Vorrei aderire alla lodevole iniziativa sull'amianto. Speriamo che si faccia presto dopo tanti anni di
vergognoso ritardo dovuto ad omissioni e ignoranza da parte degli amministratori
(a tutti i livelli) e dei cittadini sul problema. Non bisogna sottovalutare a mio avviso le superfici di
amianto (spesso ethernit) di piccola dimensione sparse per le campagne (e sono
davvero tante) e per la città. Un cittadino o non conosce ancora la pericolosità
dell'amianto e quindi non fa nulla (è necessaria quindi una grossa campagna di
sensibilizzazione a livello provinciale) o se la conosce dovrebbe pagare anche
milioni ad una ditta specializzata (se riuscisse a trovarla) per la rimozione e
lo stoccaggio, ma più spesso fa da se la rimozione, esponendosi al rischio, e
poi buttando il tutto in qualche campagna all'aria aperta. (Sono necessarie
quindi delle grosse agevolazioni economiche e la segnalazione di aziende
autorizzate e magari convenzionate con il comune). Andrea Giorgino Studente
Ingegneria anni 26 (06/03/02)
In relazione all’appello per
la bonifica dell’amianto dagli stabili cittadini, faccio presente che sin
dall’ottobre del 2001 ho sollevato il problema in consiglio comunale è l’ho
ripetuto in ogni assise che si è tenuta successivamente e prometto che
continuerò a ripeterlo sempre sino alla soluzione. Sino ad oggi l’unica risposta
ricevuta è che sul mercato comunale è stato fatto un intervento con
l’amministrazione Ingrosso e quindi non c’è da preoccuparsi. L’intervento fatto
è consistito nel verniciare il tetto del mercato per impedirne lo spolveramento,
soluzione questa che può essere considerata momentanea ma non definitiva. I
nostri amministratori non hanno nessuna coscienza ambientale. Sanno parlare di
ambiente solo quando parlano di PRG per la salvaguardia di alcune zone a favore
di altre. Sono con i firmatari dell’appello.
Claudio Bastianutti -
Consigliere comunale di A.N.
(12/03/02)
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